Il Gamecon 2008 a Napoli
Anche quest’anno Napoli ha ospitato il Gamecon, la sua prima fiera interamente dedicata al gioco. Il sito riporta un’affluenza di 15.000 persone, che sembrano una bella cifra visto che la location non era facilmente accessibile e il prezzo del biglietto era un po’ alto. In realtà, il fatto che Napoli ospiti una fiera del genere già dovrebbe far gioire; la fiera era grande, piena di attrazioni, e soprattutto è l’unica degna di nota insieme a Ludic@/Ludic@rena di Milano e Lucca Comics (di argomento leggermente diverso).
Napoli poi viene sempre un po’ snobbata quando si tratta del discorso tecnologico, e invece sembra che nessuno si sia dimenticato di venire visto che il Gamecon 2008 ha avuto ospiti abbastanza importanti del panorama ludico italiano. Dico "abbastanza" non per la poca stima degli ospiti, ma perché il settore in sé non è così degno di nota in Italia, soprattutto quello videoludico. Io però non posso esimermi da confronti e i lettori vorranno scusarmi se più che raccontare l’esperienza Gamecon in generale, racconterò la MIA esperienza al Gamecon.
Premetto che sono stato alla fiera milanese di videogames e giochi, cioè Ludic@, con annessa la prima conferenza sui videogames, cioè l’Italian Videogames Developers Conference (di cui abbiamo un simpatico articolo qui). L’area espositiva era di grandezza simile a quella del Gamecon, eppure lì c’era molto più spazio per i videogames. A Napoli di contro la facevano da padrone i giochi da tavolo, i fumetti e i cosplayers. Sarà forse stata l’atmosfera del castel Sant’Elmo, ma spopolavano anche cavalieri, arcieri e in generale tanto medioevo. C’erano soldati in armatura a piastre completa che giravano per i corridoi, cavalieri che simulavano veri combattimenti con la spada, e anche un angolo in cui era possibile provare a tirare con l’arco. Alcune compagnie venivano pure da molto lontano (ho visto una Compagnia di Arcieri di Siena, mi sembra), e tutti erano vestiti di tutto punto e molto d’effetto. Come già detto poi, c’erano anche tonnellate di cosplayers. Mi sono stupito di vedere tanto seguito del fenomeno a Napoli, ma forse questo è dovuto alla mia inesperienza con questo settore.
Insomma i videogiochi c’erano, ma in maniera sicuramente deludente. Ho notato solo qualche stand di prova, c’era l’immancabile Tomb Raider nella sua ultima versione, ovvero Underworld. C’era la scuola di Comix, che ha prodotto un cartone animato basato sul personaggio di un videogame di Twelve studios, una società videoludica di Crotone. C’era poco altro, e poi c’erano tanti tornei. Tanti, forse più che a Milano. Ne ho notato uno di FIFA 09, uno di PES, uno di Call of Duty, uno di Guitar Hero (i cui concorrenti venivano intervistati da un emittente televisiva, roba dell’altro mondo!). C’era anche un torneo con telecronaca in diretta nella sala centrale, una sorta di cinema. Era uno sparatutto ma non mi sono neanche soffermato a guardare quale perché la gente era così poca fra le poltrone che il torneo stesso mi sembrava una cosa poco importante.
C’era anche un po’ di spazio per il videogioco serio, almeno per come lo intendo io. Una piccola (minuscola) saletta era adibita alle conferenze, e lì si sono alternati alcuni personaggi dell’industria italiana, fra cui alcuni volti già presenti alla succitata IVDC (da segnalare AIOMI, il cui box alla fiera è stato anche vittima di un piccolo scherzo di segnaletica). L’impressione finale però è che i videogames siano stati un po’ relegati nel mare di offerte di giochi da tavola, cavalieri, fumetti, cosplayers e action figures. Se si considerano i tornei come una presenza importante allora ci si può accontentare, ma se facciamo il confronto con altre fiere, in cui le software house allestiscono almeno un monitor con una console attaccata per far provare il loro ultimo prodotto all’utenza, allora siamo ben lontani. L’auspicio è che l’anno prossimo le società che contano si accorgano di questo evento ed inizino a supportarlo come merita, con materiale in prova, esclusive, e qualche personaggio importante (come è stato Andrea Pessino all’IVDC).
In definitiva, il Gamecon a mio avviso ne esce un po’ sconfitto: è sicuramente il punto di ritrovo dei cosplayers del mezzogiorno, ma se volete provare le ultime novità dei videogame, sentire qualche annuncio in anteprima, o roba simile, guardate altrove. All’estero? Per ora sì. Speriamo in un futuro più importante per l’industria in Italia (in questo senso si sta impegnando molto AIOMI). Per ora al Gamecon di "bello e videoludico" c’è solo il logo.