Hands-On Lost Planet 2

Gamesource.it ha presenziato alla presentazione di Lost Planet 2 organizzata da Halifax. Jun Takeuchi, producer del gioco, noto per la più rinomata e longeva serie di Resident Evil, ci ha mostrato in anteprima tutte le features salienti del secondo capitolo di Lost Planet. Abbiamo poi potuto fare un’approfondita sessione di gioco in cui è stata testata la modalità cooperativa e quella competitiva.

Il sottoscritto, Jun Takeuchi e Kenji Oguro

Se il predecessore di questo titolo non si era particolarmente distinto per carisma e gameplay, questo secondo capitolo promette ben di più, con una campagna non molto longeva (circa 10 ore a detta di Takeuchi), ma con un multiplayer avvincente e competitivo.

Partiamo quindi dal background del gioco, ambientato sempre su E.D.N III, pianeta salvato dal protagonista del primo Lost Planet. Il mondo, grazie ad un’intensiva attività di TerraForming, in soli dieci anni è diventato una distesa su cui si alternano deserti e giungle, intervallati dal ghiaccio non ancora sciolto.

In ognuno dei 6 episodi del gioco potremo impersonare un membro di ognuna delle fazioni presenti, cambiando spesso il punto di vista narrativo. La storyline quindi sarà una sequenza di brevi missioni con obiettivi molto disparati che, in un totale di una ventina di livelli, ci porteranno alla conclusione della campagna.

La campagna è pensata espressamente per la modalità cooperativa, tant’è che, anche se vorremo giocare da soli, saremo accompagnati da 3 bot che andranno a comporre il nostro team senza il quale sarebbe decisamente complicato superare alcune sessioni di gioco.

Nel corso del gioco, avremo spesso e volentieri l’occasione di scontrarci con possenti boss, vera e propria feature peculiare del gioco. Chi conosce già la storia di E.D.N. III saprà che il pianeta è abitato dagli Akrid, mostri di varia forma e natura, in grado di assumere dimensioni decisamente rilevanti.

Takeuchi ha insistito ripetutamente su questo concetto, sottolineando come il gioco di CapCom cerchi di proporre scontri epici contro mostri altrettanto epici. Sarà forse un’influenza di Monster Hunter? Quel che è certo è che gli scontri non saranno noiosi e ripetitivi come quelli della serie di Monster Hunter ma proporranno continuamente nuove sfide a livello di tattica, sopratutto nei passaggi in cui ci si scontrerà coi membri di altre fazioni.

A livelli di difficoltà elevata, completare gli obiettivi richiederà veramente un’ottima coordinazione da parte del team o sarete costretti a ricominciare ripetutamente le missioni, processo oltretutto lento e frustrante. Per massimizzare il teamplay sono state inserite numerose opzioni di personalizzazione per l’equipaggiamento e per oggetti reperibili in gioco.

 

Sia nella campagna che nella modalità online, potremo personalizzare il nostro alter-ego con 10 armi diverse, alcune disponibili alla partenza del livello ed altre recuperabili nel corso del gioco. L’arsenale a disposizione è estremamente vario e completo. Sarà fondamentale che ogni personaggio si equipaggi per una funzione ben specifica rimanendo tuttavia sufficientemente autonomo.

Non fate l’ingenuo errore di equipaggiarvi solo con quello che è stato rinominato "cannone cuoricino", un’arma di cui, in una sessione di un quarto d’ora, non ho capito l’utilità. Quest’arma, minacciosa e imponente, con un cuoricino viola luminoso su un fianco, dopo diversi secondi di carica che fanno tremare l’intero schermo, rilascia una potentissima palla energitica di cuoricini viola e rosa di cui gli effetti sono ancora ignoti.

Forse serve a curare i compagni, forse a distrarre i nemici, invaghiti del mio virile e peloso personaggio, forse a diffondere l’amore in un pianeta devastato dalla guerra. Fatto sta che per un quarto d’ora la mia partita è consistita in un’infinita serie di palle d’amore volanti, che hanno sicuramente dato un tono all’ambientazione piuttosto buia e triste, ma che mi hanno lasciato esposto agli attacchi dei nemici.

Nella modalità online sarà anche possibile una forte personalizzazione estetica, decisamente ben realizzata se non fosse per una pecca concettuale che farà comunque contenta una fetta di fans. Sarà infatti possibile mescolare gli elementi estetici femminili con quelli maschili. Il mio nerboruto combattente del deserto, con una benda sull’occhio e pettorali da fare invidia ad un culturista, indossava un paio di stivaletti in pelle con tacco alto, che slanciavano delle gambe sottili e delicate.

Se invece la vostra sessualità è ben salda, avrete la possibilità di scegliere tra un’infinità di modelli, tra i quali compaiono anche delle guest star da altri giochi. Non vi vogliamo rovinare la sorpresa visto che non ci saranno solo i due protagonisti di GoW, mostrati in un trailer dedicato, ma anche altri personaggi celebri del mondo videoludico. Oltre a questi, si sprecano oggetti più carismatici, come la testa da Lego o l’orsacchiotto da portare in schiena. Una vera chicca sono le tantissime animazioni espressive, come i taunt o le espressioni di gioia o tristezza.

Veniamo quindi al gameplay, forse la parte meno originale del gioco ma sicuramente solida e divertente sia in cooperativa che in competitiva. Di fatto LP2 non si discosta molto dal gameplay della maggior parte dei TPS: non avrà un sistema di coperture ma avrà un interessante rampino con cui potremo aggrapparci alle varie superfici, in maniera simile all’Alien del recente Alien Vs Predator. Vi è una componente melee, non sviluppatissima, ma con armi apposite a cortissimo raggio come doppiette e revolver o armi bianche come la spada-fucile, un po’ troppo simile all’arma di una delle guest star già citate.

Quello che stupisce di più è la buona interattività con l’ambiente, con gli equipaggiamenti e con i propri compagni. Bellissimi tutti i veicoli, in particolare i Mech più grossi dove 3 persone potranno prendere posto, seminando morte e distruzione tra le fila nemiche. Potremo anche, ad esempio, riparare il veicolo di un nostro compagno, smontare l’arma presente per montarne un’altra più potente o con più munizioni o ancora aggrapparci col rampino ad un Mech alleato o nemico.

Sempre in questo senso, oltre all’enigmatico e temibile cannone cuoricino che si suppone abbia una qualche funzione di supporto, sarà possibile utilizzare uno scudo per proteggere i propri compagni, permettendogli di avanzare anche nelle situazioni più pericolose; o ancora, sarà possibile portare in battaglia un radar, un po’ ingombrante, con cui individuare i nemici nelle vicinanze e permettere ai nostri alleati di ucciderli in sicurezza.

 

Il multiplayer supporterà fino a 16 giocatori che potranno scontrarsi in varie modalità; purtroppo non abbiamo avuto il tempo di provarle tutte, ma, nei deathmatch e team deathmatch che abbiamo provato, il gioco si è rivelato veramente divertente e adatto soprattutto al 4fun.

A livello tecnico, il gioco si pone su un buon livello, con una grafica buona sebbene non eccezionale, un audio coinvolgente anche se spesso troppo invasivo e un sistema di controllo sufficiente, sebbene ovviamente il pad non sia la periferica più adatta ad un gioco di questo tipo. Tuttavia la versione PS3, provata per prima, mi è sembrata decisamente più sciolta e comoda mentre quella per Xbox360 mi ha fatto faticare non poco.

Il gioco quindi si presenta come un titolo decisamente più interessante del suo predecessore e che potrebbe avere qualcosa da dire su diversi fronti. Soprattutto, potrebbe essere il primo passo per lo sviluppo di una saga con un background originale ed interessante ma che, al momento, a livello di gameplay, purtroppo non riesce a distinguersi troppo.

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