Halo 4 – Hands On
Negli studi Microsoft abbiamo avuto occasione di visionare, e ovviamente anche provare, Halo 4, il primo capitolo sviluppato dalla 343 per la nuova saga di Master Chief. Indubbiamente merita una citazione l’apertura della presentazione, che ancor prima dell’avvio ci permette di gustare il trailer di uno dei quattro live motion dedicati al titolo in questione, che, uniti, andranno a formare un vero e proprio film della durata di 90 minuti. Un’atmosfera carica, un racconto sentito e un importante carisma mostrato da parte del Master Chief, che si erge a salvatore della patria per l’ennesima volta. Un’idea che indubbiamente aumenterà il marketing che circonda il brand della Microsoft e che potenzia l’interesse intorno a Halo 4.
Passando al prodotto videoludico in sé ci viene mostrato immediatamente uno stralcio di gameplay, così da poter capire dinanzi a cosa ci troviamo. Durante la nostra prima esperienza su Alpha, un mondo artificiale con un nuovo tipo di alieni a popolarlo, abbiamo già l’occasione di notare le piccole modifiche apportate dalla 343: i nuovi nemici che ci si pareranno contro hanno molte più abilità di quanto non sia accaduto con i Covenant in precedenza. Riescono ad arrampicarsi sui i muri e possono anche gestire al meglio la sfida con un piccolo di strategia: la IA, quindi, viene decisamente migliorata e in alcuni punti della demo ci troviamo anche accerchiati dai nostri avversari. Logicamente, come avviene sempre nella saga di Halo, alla loro morte avremo modo di recuperare delle armi, da equipaggiare immediatamente: l’effetto grafico e di luce di quest’ultime è cambiato nel colore, ma non nella potenza né altro. La composizione delle armi, però, molto scenica, rende sicuramente più innovativa l’esperienza: l’equipaggiamento, una volta raccolto da terra in sembianze decisamente diverse, andrà a ricomporsi nelle vostre mani, come se prendesse la forma e la consistenza in base a chi lo ha raccolto.
Altro aspetto inserito in Halo 4, sul quale gli sviluppatori sembrano intenzionati a puntare molto, riguarda quello dello scudo: una volta attivato ci ritroveremo a gestire l’avanzata in terza persona tenendo alto quello che sembrerà una semicupola alzata verso il viso, che servirà appunto per difendersi da eventuali colpi o durante sparatorie più pericolose del normale. Le abilità di protezione non si fermeranno soltanto a questo scudo, ma ne compariranno altre nel corso del gioco: non abbiamo avuto modo di vederle o testarle, ma ci hanno assicurato che renderanno l’esperienza sempre più strategica e profonda. Infine il gameplay ci regala due riflessioni. La prima riguarda la confusione presente a schermo: è indubbiamente un aspetto positivo trattandosi di uno sparatutto che deve fare della frenesia la propria chiave tattica, ma potrebbe infastidire a lungo andare, tant’è che spesso si è andati vicino alla morte per gli assalti continui degli avversari. La seconda riflessione, che tenderebbe a essere meglio apprezzata se in chiusura, ci porta ad analizzare come è cambiato Halo: nonostante il cambio di sviluppatori, dalla Bungie alla 343, la saga è rimasta la stessa. Ugualmente qui possiamo trovare un lato negativo e uno positivo: snaturare una saga del genere rappresenterebbe dapprima una scelta di mercato difficilmente condivisibile, ma ancor di più sarebbe un’operazione ostica; dall’altro lato confermare quanto di buono fatto fin ora, puntando su un prodotto che non ha mai deluso le aspettative di vendita, è la mossa più giusta per ripartire verso una nuova trilogia.
Dopo aver visto e provato il gameplay nella modalità singleplayer passiamo al multiplayer, che replica le stesse modalità previste nei precedenti capitoli della saga e rivisti in molti sparatutto, aggiungendo però una novità: le Spartan OPS. Stiamo parlando di missioni in modalità aperta, gestite attraverso una cooperativa da quattro giocatori che dovranno affrontare delle missioni aggiuntive alla trama in single player con cadenza precisa. Al lancio del titolo saranno disponibili cinque missioni, seguite immediatamente dopo da altri lanci tramite il Live che avverranno ogni settimana: ogni gruppo di release prevederà cinque nuove missioni, che saranno totalmente gratuite e quindi non vendute come DLC, ma semplicemente come una campagna a episodi da gestire in cooperativa.
Le note positive del multiplayer arrivano nel classico deathmatch, in un normalissimo e molto classico tutti contro tutti. Sebbene spesso una sessione in multiplayer di uno sparatutto può dimostrarsi frustrante e, per chi non è avvezzo al genere, anche noioso, Halo 4 riesce a tenere tutti incollati allo schermo. Il feedback delle armi è positivo, con un sonoro che vi fa sentire proprio all’interno dell’azione: inoltre le abilità a nostra disposizione, insieme con i kit di armi ci aiuteranno a combattere con diverse strategie. Aiutati anche dal fatto che eravamo tutti allo stesso livello essendo una versione preview attivata esclusivamente per l’occasione, l’esperienza si è dimostrata positiva nell’unico scenario provato spingendoci a terminare con gusto la sfida. Ugualmente positiva è stata l’esperienza in cooperativa nel multiplayer, nonostante la difficoltà, a volte, di qualcuno dei presenti a guidare i classici mezzi utilizzati in Halo. Per il resto chiunque abbia già provato la modalità multiplayer di uno dei precedenti capitoli della saga sa già cosa si troverà in Halo 4, tenendo presente che le ovvie migliorie grafiche e tecniche vanno tenute assolutamente in considerazione.
Proprio per quest’ultimo aspetto decidiamo di rimandarvi in sede di recensione: durante la demo di gameplay l’intero video era sgranato essendo stato proiettato su un mosaico di schermi che ingigantivano pesantemente l’immagine, andando così a snaturare quello che doveva essere l’effetto finale; mentre per quanto riguarda il gameplay siamo sicuri che qualcosa dovrà necessariamente comparire modificata e migliorata, anche se di poco, nella versione finale, per evitare sgranature leggermente fastidiose e qualche sfarfallio a schermo, plausibile per una versione ancora non definitiva.