Google Stadia: piacevole utopia o realtà imminente?
Intervista a Jack Buser
Google Stadia è stato presentato al mondo poco più di una settimana fa, una tecnologia che promette di colmare il gap, ormai dato per inamovibile realtà, fra il gioco su console e quello in streaming, senza quindi il necessario vincolo di un “supporto” fisico.
Da quanto propone Google anche chi ha un Chromebook di 4 anni fa e una connessione semi-decente potrà approfittare di Stadia senza particolari lag o problemi di latenza. Come ogni enorme passo avanti che si rispetti i dubbi sono molti, tanti gli spigoli da smussare e i limiti da chiarire, ma fortunatamente Jack Buser, direttore dello sviluppo videogames e business in Stadia, ha rilasciato diverse interviste post-presentazione.
Quelle che portiamo alla vostra attenzione sono le 4 chiacchiere fatte con i colleghi di VG24/7.
Qual è la vostra filosofia sugli studio First-Party?
Generalmente la presenza di un first-party studio permette ad una console di capire al meglio i propri limiti di performance e utilizzare queste informazioni per creare esperienze uniche per la piattaforma, impossibili da provare altrove. Se pensate a quello che Stadia rappresentare o vuole arrivare a rappresentare, non si parla della prossima generazione ma di una generazione completamente nuova, una rivoluzione nel modo di concepire e vivere i videogiochi. Per noi avere un first-party studio concretizza proprio questo, ossia l’avere una sorta di “stella polare” che ci da direzione e scopo.
Cosa pensate di poter offrire di diverso dal punto di vista creativo e d’intrattenimento?
Ovviamente ci sono molte cose di cui non posso parlarvi ora, quindi concentriamoci su qualcosa che già avete avuto modo di vedere: l’integrazione di Youtube con il gaming. Ora sono due mondi molto scissi, c’è chi gioca, c’è chi guarda qualcun altro giocare. Google Stadia vuole accorciare queste distanze, annullandole, rendendo Youtube e Stadia stessa come due facce della medesima medaglia. Un utente che sta guardando un match multiplayer su Youtube potrà ad esempio entrare e decidere di rimpiazzare uno dei bot, oppure prendere le redini di una virtuale telecamera e dirigere le riprese del match magari lanciando un proprio stream, o ancora diventare parte del pubblico della partita, applaudendo e tifando per il suo player o squadra preferiti.
Considerando che siete appena entrati in campo e che lo sviluppo medio di un titolo tripla-A richiede circa 3 anni, possiamo aspettarci una finestra di lancio su queste tempistiche?
Credo che sarete tutti molto impressionati quando finalmente potremo parlare del contenuto al lancio.
I due titoli più spinti durante la presentazione sono due tripla-A, Assassin’s Creed Odyssey e Doom Eternal. Ci sarà spazio anche per i piccoli studi, su Stadia, o solo per i “giganti”?
Stadia sarà assolutamente una piattaforma per qualsiasi studio voglia usarla, a prescindere dalla sua grandezza. In realtà abbiamo già cercato di farlo capire durante la presentazione, invitando sul palco Q Games e Tequila Works. Stadia vuole essere un terreno di coltura per tutto ciò che tutta l’industria può offrire, dalle idee più creativamente innovative dei team composti da 1 sola persona, alle colossali esperienze degli studios più popolosi. Stadia è una piattaforma per tutti.
Dal punto di vista pratico, il cloud riconosce tutti i DLC, vestiti o in generale gli elementi custom del “mio gioco”? È tutto collegato al mio account?
Senza entrare nelle specifiche, di cui ancora non posso parlarvi, l’idea di base è che tu abbia accesso al TUO gioco, con un click. Evolvendo dai traguardi già ottenuti da Project Stream potremo dare ad un player con il laptop sulle ginocchia sul divano di uno Starbucks la sensazione di essere a casa davanti al suo pc ultra performante. Fa davvero strano provare una tecnologia così avanzata e tornare a sentirsi incatenati a casa davanti a tv e console. È restrittivo.
Le piattaforme stanno diventando sempre più “fluide” e Stadia vuole salutare definitivamente la “scatola sotto la TV”.
L’idea sin dagli inizi della creazione di Stadia è la creazione di esperienze di gioco cross-piattaforma, ma è ironico considerare che esisteranno esperienze multiplayer che saranno possibili solo su e grazie a Stadia. Sfruttando la stabilità della “colonna vertebrale” di Google già presente, potremo creare giochi su larga scala e perfettamente sincronizzati. Non ci sarà nemmeno l’obbligo di avere un nostro controller, basterà collegare via USB un qualsiasi controller al laptop et voilà. Project Stream agisce proprio in quel senso, buttando giù gli ostacoli fra il giocatore e le esperienze di gioco che vuole e merita di provare.
Il legame fra un giocatore e la sua console, i suoi giochi, è incredibilmente solido e quasi invulnerabile. Come pensate di arrivare ad un target così affezionato a ciò che già ha?
Anche io sono un gamer appassionato e ho una grande collezione di giochi. Se sei un giocatore, ami il gioco, e con il tempo faremo capire proprio questo: non vogliamo darvi altro che ciò che già volete, il videogioco, ma senza ponti, senza ostacoli, senza console fisiche a limitarvi. Se è l’esperienza di gioco, che cercate, Google Stadia vi offrirà esattamente questo, senza filtri. A differenza di una console, non dovrete sborsare centinaia di dollari per una scatola che in fondo in un paio di anni potrebbe diventare obsoleta. Stadia sin dalla nascita non è pensata come una realtà statica, ma evolverà passo a passo con i progressi e le innovazioni tecnologiche del mondo che lo (e vi) circondano. Ora come ora esistono centinaia di milioni di console in giro per il mondo, ma ci sono miliardi di persone che vogliono giocare e il piacere di poter provare un titolo tripla-A per loro è chiuso dietro una spesa da almeno 400 dollari.
Visto il rapporto molto stretto fra le due piattaforme, avete in mente strategie o sistemi per proteggere i futuri giocatori Stadia dai negativismi già presenti su Youtube?
Assolutamente si. In Stadia siamo tanti ad essere genitori, quindi il nostro primo pensiero va a proteggere i figli, nostri e di tutti, da ciò che può anche solo virtualmente ferirli. Ovviamente il discorso si applica a tutti gli utenti, non solo i bambini. La tossicità dell’ecosistema internet è diffusa e non c’è un target completamente intoccabile, e con Stadia vogliamo essere sicuri di avere controllo sulle esperienze dei giocatori, esaltando le positive e contrastando le negative.
Interessante? Si. Esaustivo? Non proprio. Non resta che aspettare nuove notizie.