Google Stadia: Il futuro del gaming è già tra noi?
Google sarà davvero in grado di cambiare completamente il futuro del gaming e la concezione di videogioco che abbiamo finora?
Dopo mesi di speculazioni riguardo un possibile ingresso di Google nel mondo del gaming, che lo vedrebbe unirsi alla lotta già in atto da decenni tra Sony, Microsoft e Nintendo, il colosso americano ha annunciato durante la sua conferenza alla GDC 2019 una nuova proposta volta a rivoluzionare il mondo dei videogiochi, ovvero Google Stadia.
Stadia si presenta come un servizio di cloud gaming estremamente potente, che promette di portare entro quest’anno – grazie alle infrastrutture in possesso di Google presenti in oltre 19 regioni, 58 zone e 200 territori e paesi – uno streaming stabile in 4K e a 60 FPS di un catalogo di giochi comprendente anche diversi titoli tripla A. I dispositivi supportati saranno PC desktop, laptop ma anche TV, smartphone e tablet, in quanto la piattaforma da cui si potrà accedere allo streaming non sarà altro che Google Chrome.
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Il nuovo sistema di Google mira a diventare la porta per una nuova esperienza di gioco e, soprattutto, di community sul web. Stadia, il cui nome deriva dal plurale latino di stadium, vuole comunicare l’idea di una piattaforma dove chiunque possa essere allo stesso tempo spettatore, creatore e performer. Il tutto nasce dalla volontà di voler unire chi è già presente nella grande community legata al gaming, ovvero i giocatori, gli streamer e gli sviluppatori, attraverso la possibilità di poter accedere a determinati titoli e contenuti durante la visione di gameplay o dirette di partite giocate dai content creator su Youtube.
Il progetto non può e non vuole essere considerato come una console. Sin da subito Phil Harrison, vice presidente di Google, è stato molto chiaro: con Stadia si vuole abbattere il concetto di console fisica che fino a questo momento ha limitato nella sua architettura tutti i programmatori. L’idea della nota compagnia è infatti quella di creare un servizio sempre in evoluzione, dove non esiste il concetto di generazione videoludica, in quanto basato su macchine con GPU di gran lunga più potenti rispetto a quelle delle console già in commercio, che verranno mano a mano aggiornate per rimanere in linea con le esigenze degli sviluppatori.
Poter giocare ovunque, con qualsiasi controller e in tempi immediati: Stadia vuole abbattere tutti i limiti legati al download dei software e degli aggiornamenti. Non sarà possibile scaricare nessun gioco per poterne usufruire anche offline, come invece già avviene per altri servizi in streaming, ma soltanto attraverso lo streaming diretto dal browser. I giochi saranno disponibili attraverso dei link, che potranno essere scambiati con gli amici come file salvataggio grazie a un modo tutto nuovo di concepire il multiplayer e la condivisione di dati e giochi.
Possiamo quindi dire addio alle console? Siamo davvero davanti a una rivoluzione del gaming? Bisognerà intanto capire se le grandi compagnie che si stanno spartendo il mercato da ormai decenni saranno in grado di adattarsi alle nuove correnti rigirando le sorti a proprio favore, oppure se alla fine la rivoluzione che sta cercando di portare Google finirà per dimostrarsi un niente di fatto.
Dalla sua parte Google ha sicuramente il fatto di aver avuto un’idea innovativa e costruita sulla base degli errori commessi dai suoi predecessori. I responsabili del progetto hanno infatti confermato che per tutte le software house programmare per Google Stadia sarà semplice tanto quanto farlo per PlayStation 4 e Xbox One. A supporto di ciò, infatti, già sappiamo che alcuni titoli tripla A come Assassin’s Creed Odyssey o Doom Eternal sono già in arrivo sulla nuova piattaforma cloud, oltre a molti altri progetti di diversi studi e partner.
Con gli strumenti che sono stati messi disposizione degli sviluppatori per poter fornire un pieno supporto, come le partnership con i principali motori grafici, ovvero Unity e Unreal Engine e strumenti di programmazione creati da Google stessa, il colosso americano entra sicuramente a gamba tesa nel mercato del gaming, riuscendo finalmente a smuovere una situazione che era rimasta stagnante da ormai parecchi anni. Se si ricorda poi anche che durante la conferenza è stato annunciato uno studio di sviluppo first party con a capo Jade Raymond, la sua competitività a livello di risorse diventa un dato di fatto.
Per quanto riguarda il servizio, sicuramente dopo l’avvento di servizi streaming come Netflix o Spotify, il nostro modo di vivere l’intrattenimento è cambiato. Ma siamo davvero pronti ad abbandonare definitivamente il mondo dei videogiochi su supporto fisico? Che Stadia rappresenti il futuro del gaming in tutto il mondo è ormai chiaro agli occhi di tutti, ma ciò che non è ancora possibile stabilire (e che solo col tempo scopriremo) e se questo progetto non è troppo prematuro per il momento.
Da un lato, la comodità di un servizio fruibile da qualsiasi device in grado di supportare Google Chrome è sicuramente molto più comodo rispetto alle soluzioni legate alle console attuali. Tuttavia, saremo tutti pronti a supportare un servizio completamente in streaming, e quindi senza possibilità di download per poterne usufruire anche offline, con risoluzione 4K e a 60 fps al secondo? Secondo i test effettuati da Google, sembrerebbe necessaria una connessione di almeno 25 Mb/s per lo streaming a 1080 p e 30 Mb/s per quello in 4K. Un qualcosa che in tutti i paesi potrà essere sfruttata sin da subito? Ovviamente no. E, infatti, probabilmente per questo motivo il servizio al lancio non sarà disponibile subito dovunque.
Dall’altro, possiamo davvero fidarci di Google? Nonostante le parole di rassicurazione di Phil Harris durante un’intervista di Kotaku – che ha voluto richiamare alla memoria della grande G alcuni suoi importanti flop e annunci che vennero presentati come rivoluzionari ma presto dimenticati, come i Google Glass o Google Plus – non è difficile per i fan e gli investitori domandarsi se anche per un progetto ambizioso come Stadia la stessa fine possa essere dietro l’angolo.
Sono ovviamente domande e questioni che non possiamo ancora considerare, dal momento che del progetto cloud di Google sappiamo ben poco, e non abbiamo nemmeno informazioni certe su quando sarà effettivamente disponibile qui in Italia. In attesa di avere nuovi aggiornamenti (in arrivo questa estate) come il prezzo, o anche soltanto la data di lancio effettiva del servizio, continueremo a interrogarci riguardo al futuro e a come l’affacciarsi di Google al mondo del gaming potrà cambiare il nostro modo di giocare.