Gamescom 2010: Provato Dragon Age 2
L’attesa per Dragon Age 2 è valsa la pena: durante il Gamescom abbiamo avuto modo di vedere quello che è da molti inserito nella lista dei giochi più attesi del momento; il WRPG di Electronic Arts ha mantenuto le aspettative mostrandosi in una veste quanto mai elegante per l’occasione e dimostrando di meritarsi in toto l’hype che si è venuto a creare intorno al titolo durante questi mesi.
Veniamo introdotti nelle hall di Bioware dove si svolge la presentazione, e sin dal principio è facile comprendere quanto il gioco sia cambiato: gli sviluppatori parlano di un titolo addirittura dieci volte più grande del suo predecessore.
Già questa affermazione accresce inverosimilmente l’hype nei confronti del titolo, specialmente se si ricorda la grande longevità di Dragon Age Origins, ma siamo solo all’inizio della lista di novità che stanno per passarci dinanzi agli occhi.
Ci vengono mostrate le classi disponibili: al momento non ci sono state rivelate grandi novità, quelle selezionabili nella versione che abbiamo visionato erano Guerriero, Mago e Ladro, disponibili in entrambi i sessi.
Dunque arriviamo ad una delle prime schermate di gioco, nella quale ci viene mostrata subito una delle prime "novità". Il sistema dei dialoghi è stato modificato con l’aggiunta di un’immagine che varia al tipo di risposta; quando ci troveremo davanti ad una risposta multipla, un’icona a fianco delle scelte selezionabili varierà indicando il tipo di frase che stiamo per pronunciare: una maschera che ride se sarcastica, una faccia arrabbiata se aggressiva e così via, fino ad arrivare a più di 20 immagini a rappresentare la natura delle risposte che potremo dare all’interno del gioco.
Sempre sotto questo aspetto è stata affiancata una personalizzazione del proprio personaggio che varierà in base al tipo di risposte che pronunceremo durante l’avventura: dal momento che questa volta avremo a che fare con un personaggio parlante, le sue frasi si baseranno sulla costanza con cui il giocatore ha dato un determinato tipo di risposte; si potrà avere, ad esempio, un protagonista aggressivo in ogni sua affermazione rispondendo sempre in tono aggressivo, oppure, un protagonista ironico se si è scelto sempre di usare quel genere di risposte.
Dopo questa breve spiegazione veniamo lanciati immediatamente nel bel mezzo di una battaglia: Garrett, il nuovo protagonista, e sua sorella Bethany si ritrovano accerchiati dalla Prole Oscura; ecco l’occasione per vedere il battle system nel dettaglio.
Sin dai primi colpi di spada è evidente che il gioco si sia avvicinato ancor più del predecessore verso l’action, risultando molto più veloce ed impegnativo; una delle prime novità che si possono scorgere è rappresentata dall’aggiunta delle Deathblows (esecuzioni finali) anche per le classi magiche, cosa che nel primo capitolo era esclusiva dei Ladri e dei Guerrieri. In questo caso abbiamo potuto osservare Bethany alzare in aria un gigantesco Ogre per poi farlo esplodere violentemente in mille pezzi.
Terminata la battaglia, la scena passa in una differente ambientazione nella quale vediamo un uomo (apparentemente un nano) e una donna che discutono animatamente, in quanto la donna si lamenta sostenendo che la storia appena raccontata (ovvero la parte di gioco appena conclusa) sia tutta una menzogna dell’uomo, costringendolo dunque a raccontarci la vera storia del protagonista: inizia così la vera storia di Dragon Age 2.
Ecco quindi mostrati i primi personaggi: il gruppo è formato dal protagonista e la sua famiglia, composta da madre, sorella e fratello, nonché un templare; le apparizioni di questi ultimi sono quantomai brevi in quanto perderanno la vita in un’altra battaglia che il team si appresta ad affrontare contro la Prole Oscura.
Ci viene illustrato il nuovo sistema di crescita dei personaggi che differisce sostanzialmente da quello del primo capitolo: il grow up dei personaggi è regolato dai punti di crescita come accadeva in precedenza, ma si basa su un albero di abilità con cui apprendere nuove abilità.
Ogni personaggio inoltre vanterà nel suo repertorio abilità esclusive, così come l’iter da percorrere per arrivare all’apprendimento di esse; per quanto riguarda i punti da distribuire a livello di stats, il sistema è rimasto pressoché invariato, garantendo la personalizzazione del proprio personaggio a piacimento, inserendo l’esperienza dove è più congeniale al giocatore.
Un’altra innovazione degna di nota è la telecamera: si avrà la possibilità, quando il gioco è in pausa, di muoverla liberamente, direzionando i personaggi a seconda della necessità; se da un lato il titolo sarà molto più action impronted dall’altro, con questa novità, saremo in grado di pianificare le battaglie sin dall’inizio ed elaborare la miglior strategia adottabile.
Ritornando davanti allo schermo, successivamente alla battaglia con la Prole Oscura fa la sua comparsa un drago che allontana quest’ultima: esso si rivela essere Flemeth, la madre di Morrigan in Dragon Age Origins.
La mutaforma, fuoriuscita dalle fiamme, propone al gruppo di eleggere una persona che renderà Custode Grigio tramite un rito, in cambio della salvezza durante l’avanzamento e della possibilità di sconfiggere la Prole Oscura.
Qui la visione si interrompe e non ci resta che aspettare per vedere come la trama proseguirà: a tal proposito è bene ricordare che chiunque non abbia giocato al primo capitolo non avrà particolari problemi nel seguire il plot.
Inoltre, chiunque possegga un salvataggio di Origins potrà avere alcuni bonus extra durante il corso dell’avventura, nonché il vantaggio di cogliere numerosi riferimenti durante i dialoghi.
In definitiva, sembra che questo sia stato uno dei giochi che attendevamo di più durante questo Gamescom e l’attesa è stata ampiamente ripagata: non ci resta che attendere l’11 Marzo 2011 per toccarlo nuovamente con mano.