Gamescom 2009: riassunto e commenti
"Celebrate the games"
E ci sono riusciti in pieno.
Il primo termine che ci viene in mente è "successo", non ne abbiamo trovati altri per definire questo nuovo Gamescom in versione tedesca.
Il successo è degli espositori, che hanno portato a Colonia uno spettacolo a livello internazionale. Il successo è della Koelnmesse, che è riuscita ad ospitare senza intoppi, se non quello logico della vivibilità, una manifestazione che si è rivelata più grande di quanto ci si aspettasse.
Il successo è arrivato, ultimo ma non per importanza, da quelle migliaia di persone, giunte letteralmente in massa da ogni angolo del globo, nella speranza di vedere con i propri occhi quella che si è scoperta essere, proprio grazie al loro contributo, la fiera videoludica più importante degli ultimi anni.
Al Gamescom anche tornei a premi dei giochi più disparati
A Colonia si sono riuniti 420 espositori di 30 diversi Paesi su una superficie espositiva di 120.000 metri quadrati. Nel corso della manifestazione, che si è tenuta dal 19 al 23 Agosto, sono stati presentati in anteprima mondiale ben 100 prodotti. In 4 giorni di apertura al pubblico circa 245.000 persone hanno affollato il boulevard, il gigantesco corridoio che attraversa la Koelnmesse ospitante il Gamescom. 4.000 giornalisti hanno scritto sull’evento centinaia di articoli. 4 padiglioni, dal 6 al 9, interamente dedicati agli stand degli espositori. Altri due, il 4 e il 5, suddivisi in due piani ciascuno, riservati agli incontri di business e chiusi al pubblico.
Tutti, al Gamescom, hanno avuto la possibilità di essere acconentati: chi desiderava provare in anteprima il gioco più atteso non aveva altro da fare che mettersi in coda e aspettare il proprio turno (per alcuni titoli questo significava sedersi, mettersi il cuore in pace e passare magari anche un’ora prima di poter giocare); gli appassionati di retrogame potevano rifarsi gli occhi al padiglione 8 nel quale è stata allestita l’esposizione "Retro Gaming 1972 – 2009"; chi invece si sentiva pronto ad entrare professionalmente in questo ambiente poteva mettersi in gioco, sempre nel padiglione 8, al centro "Jobs & Carrier".
Noi di GameSource eravamo al Gamescom in veste di giornalisti e siamo riusciti ad assistere a tutti i giorni, da prima dell’apertura al pubblico sino alla chiusura, alla prova inconfutabile che la Germania è ormai diventata il centro nevralgico della videocultura europea nonostante le nuove, per così dire, incomprensioni tra Governo e publisher, che da poco sono tornati a scontrarsi sulla censura dei prodotti adatti solo ad un pubblico maturo. Ancora per poco? Non ci è dato sapere. Certo non si può evitare di rimanere affascinati dai numeri sopracitati e soprattutto dagli introiti da capogiro che l’amministrazione di Colonia ha intascato la scorsa settimana. Proprio alla luce di questo ci si aspetta un dietrofront rispetto alla politica di controllo tedesca.
La speranza è che, nella prossima edizione, il Gamescom possa ottenere lo stesso successo in modo da attirare sempre di più l’attenzione globale sul Vecchio Continente, sfruttando lo slancio di una manifestazione allo stesso tempo fresca ma già collaudata dall’esperienza del primo anno, ben lontana dai proibitivi costi di ingresso per chi non possiede un pass dell’E3 di Los Angeles e dal mercato, sempre più chiuso in sè stesso, del Tokyo Game Show.
Il boulevard visto dall’alto
L’evento è stato seguito da tutte le testate specializzate del mondo e, in particolare in Germania e nello specifico a Colonia, la copertura mediatica è stata totale, quasi molesta. Enormi cartelloni pubblicitari illuminati ad ogni angolo, spot nelle televisioni e per radio, adesivi delle più famose software house attaccati sui pali della luce persino nella periferia della città, manifestazioni nelle piazze, half-pipe con famosi skaters e concerti di musica rock a tutte le ore hanno fatto sì che la piccola Colonia diventasse per qualche giorno una metropoli in miniatura.
Nonostante tutto questo ci rimane un po’ di amaro in bocca. Non perchè siamo qua a documentare il primo vero evento videoludico europeo degno di lodi internazionali, bensì perchè ci rendiamo tristemente conto che a pochi chilometri dal nostro Paese i videogiochi sono considerati un business sicuro e stabile.
Non per fare della facile retorica, anche se viene spontanea in certi casi, ma solo in Italia c’è ancora qualcuno che mette in discussione le formidabili possibilità, da poco palesemente esibite dal Gamescom, finanziarie (e non solo) che offre questo ambiente. C’è ancora qualcuno che decide di investire tutto l’investibile sulle poche testate giornalistiche cartacee o su web che hanno messo radici nel mercato, senza però dare possibilità di crescita alle nuove, ma ancora piccole, realtà di appassionati e professionisti che si stanno sviluppando, ma che non trovano alcuno sfogo e nessuna prospettiva di crescita.
Un esempio lampante deriva dalla poca copertura che i pochi italiani sono riusciti ad ottenere al Gamescom a favore invece di titoli più conosciuti. Se da un lato questo è un atteggiamento comprensibile, figlio primogenito del traffico e di conseguenza del marketing, dall’altro non può che essere duramente criticato, perchè sfavorisce quelle poche realtà che nel nostro Paese hanno vita dura e che quindi sono costrette a migrare fisicamente all’estero o almeno a cercare capitali, publisher, fuori dall’Italia.
Quello che ci ha fatto più riflettere è l’invito, da parte di una di queste realtà ad abbandonare il mercato italiano, mai nato e già morto, per cercare soddisfazioni lontano da qui.
Le domande sono tante: perchè l’Italia non riesce a trovare spazi di rilievo nel mondo dei videogiochi? Perchè le testate giornalistiche non fanno uno sforzo per far conoscere ai propri lettori ciò che la loro nazione può offrire?
E’ superfluo lamentarsi di mancate localizzazioni se in Italia vengono pubblicate tonnellate di informazioni sul grosso titolo del momento, indirizzando quindi l’acquisto su prodotti mirati di sicuro successo internazionale, senza porsi il problema di provare a spingere i prodotti nostrani che valgono, fiduciosi che nel prossimo futuro, dato l’interesse riscosso, altre piccole case possano trovare le porte aperte per sviluppare in tranquillità il proprio titolo, così da creare man mano un mercato tutto nostro, capace forse col tempo di guardare dritto negli occhi quello dei paesi vicini.
Due visitatori si rilassano con un gioco di guida in una cabina privata
Il prossimo Gamescom si terrà sempre a Colonia, dal 18 al 22 Agosto 2010. Manca un anno ma l’aspettativa è già alle stelle.
Anche in questa occasione saremo presenti per cercare di coprire sempre meglio un evento che ha tutte le carte in regola per diventare, se già non lo fosse, il punto di riferimento mondiale nel campo dei videogiochi. C’è un modo per poterlo migliorare ancora? Difficile trovarne uno. Forse c’è solo bisogno di aumentare ancora lo spazio, raddoppiando i già esorbitanti 120.000 metri quadrati di spazio per far posto a nuova gente e rendere possibile un nuovo record di visitatori, dato quasi ormai per scontato.