Final Fantasy X e Nintendo Switch: binomio epico
Final Fantasy X arriva ufficialmente anche su Nintendo Switch (e Xbox One): scopriamo insieme pregi e difetti della versione portatile del titolo.
Final Fantasy X è molto più di un semplice videogioco. La decima fantasia finale targata Square Enix ha saputo conquistare milioni di videogiocatori, risultando, ancora oggi, come uno dei capitoli più apprezzati dello storico brand.
Le ragioni che si celano dietro al clamoroso successo, che sono valse al titolo numerose rimasterizzazioni e riedizioni varie, sono veramente tante ed abbracciano diverse argomentazioni. Così come complessa è tutta la storia e l’iconografia che accompagna il titolo, è altrettanto arduo provare a trovare le parole giuste per esplicare al meglio cos’è stato il gioco per i tanti appassionati. Descrivere Final Fantasy X senza farsi trasportare da un gigantesco viale dei ricordi è pressoché impossibile ma, fortunatamente, l’arrivo della versione Nintendo Switch offre un valido motivo per tornare a rivivere la storia di Tidus e compagnia bella.
E poi, come direbbe lo stesso Tidus: “Ascoltate la mia storia, potrebbe essere l’ultima occasione”.
Un mondo ricco di fascino
Uno degli aspetti più affascinanti di Final Fantasy X è senza dubbio quello visivo, che ha saputo rappresentare un vero e proprio punto di snodo colossale rispetto agli standard conosciuti.
I temi futuristici – seppur conservati, in alcuni frangenti – lasciano quasi totalmente la scena ad un’ambientazione molto più “vecchia” e soprattutto solenne. Tutto il setting è nettamente votato ad una sorta di ispirazione “orientaleggante”, in cui gli usi, ma anche i costumi e la raffigurazione di elementi come templi e monumenti vari, sembra rimandare con forza in tale direzione. Anche l’aspetto teocratico che avvolge il mondo di gioco è un chiaro segnale di una concezione diversa della vita, che risiede, in maniera più o meno evidente, in tutti i protagonisti della storia. Già, i protagonisti. Senza esagerare, possiamo affermare, senza remore, che Final Fantasy X è il capitolo della saga più iconico da questo punto di vista, avendo dato i natali a veri e propri simboli, divenuti imprescindibili e indimenticabili per più di una generazione di fan.
Come non ricordare, ad esempio, il silente e portentoso Auron, il possente ma dal cuore tenero Kimahiri, la “tosta” e simpatica Riku, ma anche lo stesso protagonista, Tidus che, al netto di tutti i cliché ereditati dal suo status di “prima donna”, riesce comunque a dire la sua e a risultare, tutto sommato, convincente. Tutto questo, senza dimenticare la grande importanza e caratterizzazione dei vari antagonisti, anch’essi mossi da una sorta di “volontà divina” e legati fortemente ad una vena religiosa molto marcata.
Un immaginario affascinante e stratificato, perfettamente descritto e sorretto da una qualità scenica di grande impatto e curata più che mai.
Innovazione e rivoluzione tecnica
Al di là dall’aspetto tematico, Final Fantasy X ha rappresentato un vero e proprio pioniere a livello strettamente tecnico. Per la prima volta, infatti, la serie ha abbracciato una modellazione poligonale in 3D, in cui tutti gli elementi rappresentati a schermo offrono una componente di immersività senza precedenti.
Il risultato è stato, nell’ormai lontano 2001, clamoroso: il primo capitolo della saga approdato sull’allora neonata PlayStation 2 ha saputo dettare nuovi standard, sfruttando a piene mani quella che sarebbe diventata una delle piattaforme di gioco più famose e amate (e vendute) di ogni epoca. Le bellezze del titolo, però, non sono legate unicamente all’evoluzione di un comparto tecnico solido come pochi, ma anche ad una caratterizzazione imponente di tutti gli elementi che assemblano l’immaginario del mondo di Spira. Ognuno dei protagonisti tirati in gode di un trattamento certosino e minuzioso, la cui resa scenica non appare mai scontata e/o fuori luogo.
Lo stesso mondo di gioco è vivo e pulsante come mai prima d’ora, e tutti i posti visitati durante l’avventura rappresentano un punto altissimo di level design e scrittura (tranne alcuni dungeon fin troppo simili tra di loro). Anche a livello di gameplay, Final Fantasy X ha saputo rappresentare una piccola rivoluzione, col ritorno alle più iconiche e tattiche battaglie a turni, che hanno sostituito il più “dinamico” metodo di scontro basato sulla barra dell’ATB e grazie all’introduzione di un metodo tutto nuovo per potenziare i personaggi: la Sferografia. Complessa e sfaccettata, la “schacchiera” di potenziamento di Tidus e compagnia bella mostra i muscoli in termini di innovazione, garantendo così un’ulteriore motivazione per sviscerare il titolo sempre di più.
L’approdo su Nintendo Switch
Come dicevamo in apertura, l’arrivo del decimo capitolo della storica saga sull’ibrida Nintendo (ma anche su Xbox One, a onor di cronaca) ha suscitato grande interesse anche nei veterani del titolo, curiosi di scoprire l’adattamento “portatile” della produzione.
Facendone un discorso strettamente tecnico, si può tranquillamente affermare che il lavoro svolto dal team di sviluppo durante la conversione risulta di ottimo livello. Graficamente parlando, infatti, è impossibile non notare l’ottimo restyling grafico apportato al titolo – già di tutto rispetto nella precedente riedizione – capace di donare alla produzione una nuova linfa vitale. Chiaramente, il tutto assume una diversa connotazione quando la console viene tenuta attaccata al televisore: in tale versione, il titolo offre il meglio di sé, sfoggiando una risoluzione ed una qualità complessiva di effetti e aggiunte grafiche per nulla inferiore alle controparti PlayStation 4 e Xbox One. Il discorso – ma nulla di clamoroso, chiariamo – cambia quando, invece, si preferisce giocare in portabilità: scegliendo questa tipologia di gioco (la più affascinante, in ogni caso) la qualità complessiva cala, soprattutto per quanto riguarda parametri quali l’illuminazione e la pulizia generale dell’immagine.
Dunque, è meglio giocare in modalità docked? Assolutamente no!
Perché su Switch può funzionare…
La possibilità di giocare un titolo simile – insieme a tutti gli altri contenuti dell’edizione – con la comodità della portabilità di Nintendo Switch è assolutamente impagabile.
Al netto di alcune mancanze, dal nostro punto di vista anche gravi, come l’assenza di una feature per accelerare il tempo delle battaglie o di “skippare” le scene animate, è innegabile quanto tale tipologia di gioco si presti enormemente alle comodità delle console “tascabili”. Giocare in strada, magari con delle belle cuffie che vi permettano di ascoltare la splendida colonna sonora (disponibile sia in versione originale sia riarrangiata) è un’esperienza incredibile, consigliabile a tutti gli appassionati della saga e del genere, ma anche ai novizi. In tale modo, questi ultimi, potrebbero scoprire una nuova dimensione del videogioco, magari auto preclusa fino a questo momento per le più disparate motivazioni.
Del resto, che sia Final Fantasy X, il suo controverso sequel, Final Fantasy X-2 o il “roguelike” Last Mission (una sorta di “proseguo” di X-2), la giocabilità del titolo non cambia assolutamente, con i comandi di gioco che, in ambedue le modalità, si prestano egregiamente alla sua fruizione. Ci sarebbe piaciuta, però, magari l’aggiunta di una funzione come il salvataggio disponibile “ovunque” e non legato alle Salvosfere: alcune scene animate sono veramente lunghe, e il rischio che la batteria di Switch possa abbandonarvi anzitempo è sempre dietro l’angolo.
Per fortuna, però, in tal senso, abbiamo notato un ottimo impiego a livello di consumo energetico: dopo circa 30 minuti di gioco l’indice di carica è calato solo del 9%, segno inequivocabile di un lavoro eccellente per quanto riguarda l’ottimizzazione in tal senso.
Consigliare di recuperare Final Fantasy X, col vantaggio della portabilità, è praticamente doveroso. Questa raccomandazione, però, si rivolge principalmente a chi il titolo non lo ha mai provato o magari solo superficialmente, giacché la mancanza di ogni qualsivoglia tipo di aggiunta potrebbe lanciare nella noia molto velocemente i veterani del titolo. Per carità: la versione in questione mette in mostra un comparto tecnico di tutto rispetto, per nulla inferiore alla concorrenza, ma se siete tra quelli che il titolo l’hanno già abbondantemente sviscerato, probabilmente, potete passare oltre. Per tutti gli altri, invece, si tratta di un acquisto semi-obbligatorio: la storia di Tidus e di tutti gli altri eroi di Final Fantasy X va assolutamente vissuta, che sia in casa o in metropolitana, e probabilmente dovreste dare una chance anche a Final Fantasy X-2: al netto di tutte le mancanze, potreste scoprire un buon prodotto, forse troppo sottovalutato.