E3 2017 – Devolver Digital, la non conferenza
L’E3 è uno dei momenti più magici dell’anno per ogni giocatore: tanti annunci, molte sorprese, grandi speranze e inevitabili delusioni.
Delusioni per cause multiple: giochi attesi dalle masse ma di cui a fine fiera, non si è visto nulla. Remaster HD/4K a profusione per titoli usciti diverse generazioni or sono e che i publisher vorrebbero ricomprassimo per la terza o quarta volta, tipo l’ennesimo porting di Minecraft. Tecnologie e servizi non necessari ma su cui i publisher finiranno a farci spendere soldi. E infine titoli promossi come qualcosa in grado di cambiare la nostra idea del videogioco ma che, una volta usciti, si riveleranno cocenti delusioni (qualcuno ha detto No Man’s Sky?).
Questa situazione paradossalmente non è creata dall’E3 in sé, ma dalle pre-conferenze dei soliti grandi nomi come EA, Bethesda, Ubisoft, Sony e Microsoft. Per questo quando Devolver Digital è saltata fuori con l’annuncio che avrebbe tenuto una conferenza siamo rimasti decisamente sorpresi: un po’ perché è un publisher che lavora fuori dagli schemi e generalmente lontano dai riflettori, un po’ per il timore che potessero aver deciso di abbandonare la loro filosofia indie e un po’ perché Devolver ha sempre litigato con l’E3.
Devolver Digital will have an E3 press conference this year. Please stay tuned for a time and date. pic.twitter.com/WoHiOaio4G
— Devolver Digital (@devolverdigital) May 16, 2017
In particolare su questo ultimo punto ci sono alcuni aneddoti generalmente poco noti a chi non frequenta l’E3 ma che meritano di essere menzionati. Per esempio non tanti sanno che dalla loro prima apparizione alla fiera nel 2013, Devolver non ha mai avuto un proprio spazio dentro l’E3 ma si è sempre riservata una postazione al di fuori e precisamente dentro a un parcheggio, E ancora meno persone sanno che l’ESA, l’organizzazione dietro l’E3, ogni anno affitta l’intero parcheggio di fronte a loro per posteggiarci dei camion e coprire il più possibile lo spazio di Devolver. Oltretutto lo scorso anno Devolver ha noleggiato un pallone aerostatico per ovviare al problema, senza contare il servizio a base di barbecue, birra, DJ set e giochi da provare liberamente che offre a tutti gli addetti che visitano il loro booth.
Ma torniamo al 2017 e a quanto accaduto poche ore fa: la conferenza di Devolver Digital in realtà non esiste. Non c’è stato alcuno show in pompa magna con spettacoli non richiesti, presentatori con scalette studiate ad-hoc e finte sessioni di gioco, solo un video in livestream da una location inesistente e della durata di soli quindici minuti che, all’atto pratico, si è rivelato una parodia di tutto quello che le altre conferenze propongono ogni anno.
Quindici minuti di ironia sulle pratiche dei presentatori, con i canonici trailer mostrati a caso ma senza nessuna descrizione a riguardo, canonici sermoni conclusi con frasi come “for the gamers“, “the future is here“, “the definitive gaming experience” e tante altre cose poco simpatiche. Pungente, riflessivo e aggressivo anche se in concreto di giochi non si è parlato affatto. In ogni caso non potete assolutamente perdervelo:
Show fasullo, delusioni fittizie. Quello che c’è davvero da sapere su Devolver salterà fuori in questi giorni. In tutto questo vogliamo inoltre evidenziare le aperte critiche all’attuale stato dell’industria: dai prezzi proibitivi dei giochi, per i quali i publisher vorrebbero comunque che tirassimo letteralmente soldi allo schermo, a pratiche purtroppo fin troppo diffuse come l’accesso anticipato, che ha reso popolare la distribuzione di prodotti talmente incompleti da sembrare poco più che prototipi, fino ad arrivare alla critica verso la community incontentabile dei giocatori, spesso impegnata a guardare i singoli aspetti più risibili che il quadro generale.
Che dire? Non ci aspettiamo certo che quanto fatto da Devolver cambierà le cose, ma siamo sicuri che molti giocatori avranno sicuramente aperto gli occhi verso certe pratiche “poco etiche”, oltre a farsi qualche grassa risata.