È finita l’era delle console?
Gli esperti continuano a dichiarare che le console sono ormai destinate a scomparire. Ma perchè?
Il mercato tradizionale dei videogiochi si aggira intorno ai 25 miliardi di dollari all’anno, quindi la risposta più ovvia alla domanda sulla presunta morte delle console recita più o meno "ma cosa diavolo state dicendo?".
Non solo, le console sono davvero fantastiche. Sono pensate apposta per giocare; certo, si tratta di scatole orrende, ingombranti e rumorose, ma nonostante tutto, ci addolciscono la vita. Per questo motivo sentir parlare della loro "morte" é sicuramente snervante.
Tuttavia, dobbiamo parlarne.
È vero che le console continuano ad andare avanti mostrando di essere in piena salute, ma ci sono indizi di una malattia nascosta, un senso di degrado incombente. Sta per arrivare un periodo di sofferenza.
A volte si passa dalle stelle alle stalle in un periodo incredibilmente breve, specialmente nel mondo delle tecnologie e dell’intrattenimento.
Non che questo sia un bene. Quello che crediamo rimpiazzerà le console non sarà altrettanto buono a riprodurre videogames, non sarà disegnato appositamente per questo specifico e sacro motivo, non sarà altrettanto emozionante. La scomparsa delle console, se questo è il loro destino, sarebbe un disastro per il "videogaming" così come per noi videogiocatori. Non c’è nessuno "cerchio della vita" qui, è tutto solamente negativo.
Le nozioni e gli argomenti di seguito saranno le strategie di pensiero dominanti di Sony e Microsoft, in quanto i leader di questi colossi decidono come approcciarsi alla prossima generazione di console.
Un rischio incredibile
Per chi produce le console, questo gioco al lancio di nuove macchine rappresenta i rischi più grandi per i registri di entrambe le compagnie. Se qualcosa andasse male, sarebbe un disastro per loro. Non bisogna sorprendersi quindi se entrambe si stanno muovendo cautamente (non è in programma né per Sony né per Microsoft la presentazione di una nuova console all’E3 di quest’anno).
Guardando dal loro punto di vista, i dipartimenti Business di Sony e Microsoft hanno perso dal 2000 la sconcertante cifra di 10 miliardi di dollari. L’opportunità che si è presentata ad entrambe le compagnie all’alba del nuovo millennio era la conquista del salotto, un posto al centro dell’intrattenimento della vita del consumatore. È stato un investimento nobile.
Ma quell’opportunità non sembra affatto vicina né allettante adesso.
Nel 2000, anno del lancio della console più venduta di sempre (Playstation 2), Apple avrebbe dovuto attendere ancora 12 mesi per lanciare l’iPod, progenitore dell’iPhone, e da lì iniziare a cambiare la storia dell’intrattenimento. Adesso è la compagnia col più alto valore nel mondo e il giocatore più forte nel mercato del videogaming. Facebook non esisteva. Il Free-to-play non aveva alcun senso. Giocare al PC ancora meno. Le supposizioni e i progetti che Sony e Microsoft avevano iniziato a fare allora adesso non sussistono più.
Peter Moore sullo stage dell’E3
Quando Peter Moore (ex vice presidente di Microsoft Interactive Entertainment, divisione Business) saliva sullo stage di vari E3 a metà dello scorso decennio, sosteneva fortemente che le console sarebbero state i dispositivi attraverso i quali avremmo goduto dell’intrattenimento e comunicato tra di noi. A quel tempo, sembrava plausibile.
Se dicesse la stessa cosa oggi, sarebbe portato via da infermiere corpulente e invitato quasi gentilmente a trascorrere un po’ di tempo in tranquillità in una stanza poco arredata.
Non si tratta solo dei costi titanici, dei rischi enormi che questa impresa rappresenta. Il problema è che le opportunità di guadagno sono indubbiamente minori di quanto non siano mai state. Per la prima volta in diverse generazioni di console, nessuno sta affermando seriamente che la prossima generazione sarà migliore dell’ultima; nemmeno Jack Tretton (CEO di Sony Computer Entertainment America).
Dove sono le nuove console?
In sostanza la risposta alla domanda sulla scomparsa delle console può essere trovata nell’atteggiamento che i produttori di console stanno attuando. Ed è qui che sta il punto: non sembrano molto dinamici e competitivi. Se la storia può indicare qualcosa, siamo piuttosto in ritardo con le nuove macchine.
All’inizio di quest’anno, Nanea Reeves era stata derisa e presa in giro per aver sostenuto che una compagnia avrebbe potuto tirarsi fuori dall’attuale battaglia di console (ne abbiamo parlato nel nostro articolo sull’industria del videogioco). Certo, sembra improbabile, ma non così assurdo. Sony sembra seriamente a corto di disponibilità. Microsoft sta iniziando giusto adesso a recuperare parte dei propri investimenti fatti nel mercato dei videogiochi.
Ci sono un sacco di importanti motivi economici per i quali ciascuna di queste compagnie potrebbe trovare urgentemente qualcosa di nuovo e interessante alla quale dedicare la loro attenzione. Il mondo è cambiato.
Il capo di Sony Kaz Hirai ama i videogiochi, ma non abbastanza da ridurre una delle corporazioni giapponesi più grandi di sempre sulle proprie ginocchia. Qualsiasi forma prenderà la Playstation 4, é essenziale che venga fuori con qualcosa di genuinamente nuovo. Una scatola con grafica migliorata a €350 non sarà abbastanza.
Si sentono già storie su una futura Xbox senza nemmeno un lettore di dischi. Ma che razza di console sarebbe? Forse una che riflette una realtà in evoluzione – un futuro che sicuramente non prevede di andare al centro commerciale e comprare un gioco col quale sparare alla gente a €60. In Inghilterra, la nazione con il più ampio mercato retail di videogiochi. tutto questo sta già scomparendo. Se non si tratta di un brutto segno, cos’è allora?
E che dire di Nintendo, l’originario patriarca delle console? Una compagnia che adesso sembra nulla di più della Chichèn Itzà dell’intrattenimento globale. È una supplicante, alla mercé dei nuovi dei. Ci è stato detto che il 3DS è una console portatile di successo. Paragonata a cosa, la PS Vita? Senza dubbio. Paragonata all’iPhone? Inchinati Mario. Striscia nel fango Donkey Kong.
Persino la Wii U, l’unica e sola console di "nuova generazione" che abbiamo visto somiglia fin troppo ad un certo altro prodotto Apple. Uno schermo portatile, accidenti. Davvero troppo per la tecnologia che sta dirompendo.
iPad: può essere paragonato ad una console?
Dare la colpa all’economia
Tutti nel mondo videoludico si stanno preparando all’arrivo della prossima generazione di console. Siamo in grado di liquidare una depressione del 20% di anno in anno come un normale sintomo di noia da fine ciclo e minor numero di release importanti.
Ma ci sono altri sintomi che non sono così facili da spazzare via. Il valore azionario di compagnie come EA e Activision ha continuato a scendere costantemente negli ultimi anni. Volete dare la colpa alla crisi economica? Fate pure.
Ma il videogaming su PC ha continuato a crescere. Molte persone passano più tempo a giocare ai videogame di quanto sia mai successo prima. Nel frattempo, le migliori cinque compagnie di videogiochi per valore hanno visto questo valore dimezzarsi, e quelle che si sono viste spazzate fuori dalla classifica – sviluppatori di videogiochi tradizionali – sono state rimpiazzate da compagnie di giochi free-to-play e social.
State ancora dando la colpa all’economia?
Ben Cousins, di ngmoco, ha esposto tutto questo alla GDC la scorsa settimana. Ci ha anche mostrato un grafico nel quale paragonava la storia del mercato dei giochi arcade con quella del mercato delle console.
Ad un certo punto, nel 1999, le console superarono gli arcade, che da quel momento divennero per la maggior parte irrilevanti sia come business che come mezzo di intrattenimento interattivo. Lo stesso anno, le console divennero ufficialmente valide come gli arcade, in quanto a grafica, con il lancio del Dreamcast.
Quest’anno, abbiamo visto il lancio del nuovo iPad, un dispositivo che, per quanto sia già geniale, cela delle potenzialità future che possiamo solo immaginare. Offrite ad un Marziano la possibilità di raggiungerci e prendere un iPad o una Xbox 360. Quale sceglierà?
C’é ancora speranza
Nonostante ciò, le console sono davvero grandi dispositivi, importanti, essenziali. In un’intervista, questa settimana, il fondatore di Epic, Tim Sweeney, una delle menti più sveglie in questo business, le ha definite, nei termini più semplici, come perfettamente create per lo scopo di riprodurre videogiochi. Esse sono interamente progettate per visualizzare grafiche dinamiche di alto livello. Sono connesse a controller portatili che hanno come unico scopo quello di inviare i comandi al gioco. Il loro intero eco sistema è fatto di competizione, divertimento, eccitazione.
Sweeney ha aggiunto che quando arriverà la prossima generazione, qualunque forma abbia, comporterà un salto grafico che gli iPad di questo mondo impiegheranno otto anni o più per raggiungerlo. Otto anni! Saremo nel 2020.
Quindi, lasciando il PC gaming da parte, le console rimarranno ancora il modo migliore per godersi i videogame per un lasso di tempo comprendente altri tre edizioni dei giochi Olimpici e due dei mondiali di calcio e forse anche un altro titolo di Diablo.
La gente parla del fatto che 500 milioni di persone hanno giocato ad Angry Birds mentre solo 25 milioni a Call of Duty. Ma, a dirla tutta, questi numero sono come paragonare maiali che volano con elicotteri.
Inoltre Sony, Microsoft e Nintendo sono sveglie. Non é per nulla oltre ogni possibilità che una di loro, possibilmente tutte, creino qualcosa che possa sorprendere chiunque, persino Apple. Magari vedremo una piattaforma unica o un sistema cloud che funzioni veramente o chissà cos’altro.
Il fatto che le console si trovano sotto un consistente attacco da parte dei dispositivi alternativi e delle piattaforme come il mobile, il social e il free-to-play. È come una modalità Orda. Il nemico ha i numeri. Le console il potere di fuoco.
Chi riuscirebbe a predire il risultato finale con certezza?
Tuttavia c’è un’idea indiscutibile. Ogni persona che abbia buon senso deve capire da che parte stare.