Dungeons & Dragons: La Maledizione di Strahd – Recensione
Orrore gotico in salsa D&D
È tempo di barricarsi in casa, sprangare porte e finestre, stringersi tremebondi attorno alla fioca luce di un lume e attendere l’alba. Strahd Von Zarovich è a caccia e niente è un grado di fermare il capriccioso appetito della sua progenie vampirica. Uno sparuto gruppo di eroi si erge contro le mire del conte, imprigionato nel semi-piano sul quale svetta guardino e maligno il castello di Ravenloft.
Stringo finalmente tra le mie mani la riedizione de “La Maledizione di Strahd”, avventura originariamente pubblicata nel 1983 dal prolifico e visionario Tracy Hickman, che diede vita nel 1990 all’intera ambientazione di Ravenloft, confezionata insieme alla moglie Laura. La eco nel mondo del gioco di ruolo di Ravenloft ha viaggiato come un sussurro attraverso le decadi, senza mai cedere alla dimenticanza, ed eccoci qui nel 2022 a festeggiarne la riedizione corretta per la quinta edizione di Dungeons & Dragons.
Il manuale si propone incredibilmente ampliato, riveduto, corretto, reimmagginato senza perdere il tremebondo tocco di orrore gotico che l’ha sempre contraddistinto. Le prime pagine del manuale si dispiegano in una perfetta dissertazione di genere, spiegando e illustrando tutti i trucchi del mestiere al Dungeon Master in erba, andando oltre la semplice proposta d’avventura ma formulandosi in un breve ma esplicativo manuale di narrativa gotica.
La Maledizione di Strahd è un tomo esclusivamente destinato ai Master, la cui lettura è fortemente sconsigliata ai giocatori interessati a prendere le redini di un eroe ed esplorare in prima persona i bui anfratti e i perigliosi antri che l’avventura propone. La meraviglia di vivere ogni colpo di scena, le sorprese nel condurre le indagini e il piacere di districare le complesse matasse della trama si godono al meglio nell’ignoranza più totale, perché stiamo parlando di un modulo che vive di mood, sorpresa e intimo orrore.
Anche narrarvi le motivazioni e il background del terribile Strahd Von Zarovich, il perfido non morto che svetta come presenza incombente e minacciosa sulla Barovia, andrebbe ad inficiare il genuino piacere di svelarne il sordido passato. Il nostro consiglio è di rivolgervi al vostro DM di fiducia, convincerlo a masterare questo intramontabile classico e provare a spezzare la maledizione di Strahd.
L’avventura si propone come un modulo da vivere in una decina di sessioni per 3-5 avventurieri dal primo al decimo livello. Naturalmente tra le pagine del libro troverete tutti gli accorgimenti necessari al fine di modulare le scene sulle esigenze del party e imprimere quel tocco personale che non guasta mai. Per giocare la Maledizione di Strahd è inoltre fondamentale possedere il manuale del giocatore e il manuale dei mostri della quinta edizione di Dungeons & Dragons, sebbene le creature uniche e iconiche dell’avventura siano svelate nel dettaglio nel libro stesso.
La presenza dei tarocchi, splendidamente implementati nel sistema di progressione e creazione della storia, è in grado di donare un enorme tocco di personalizzazione all’avventura e imprime ancora più mistero e fascino nel sistema di gioco, confezionando un’esperienza unica. Niente è lasciato al caso e la miriade di PNG, dungeon e misteri da svelare è semplicemente strabiliante.
Il manuale de “La Maledizione di Strahd” è un must have imperdibile per tutti i giocatori di Dungeons & Dragons, la celebrazione di una delle avventure più iconiche del gioco di ruolo, rivista e ampliata in questa deliziosa edizione. Il carattere del mostro gotico e tutto il suo fascino trasudano dalle pagine di questo manuale, dimostrando come la quinta edizione possa dimostrarsi tanto versatile da accompagnare un’avventura atipica dal binomio “uccido mostro, depredo tesoro”.