Dragon’s Dogma 2 | Il peso di un’eredità ingombrante
Il primo Dragon’s Dogma è arrivato sul mercato, ormai nel lontano 2012, in mezzo a un po’ l’indifferenza generale e non tutti hanno saputo cogliere la sua grandezza. Capcom, del resto, in quel determinato periodo storico non navigava in acque sicurissime, ragion per cui tutti i suoi progetti, anche quelli potenzialmente più audaci, sono stati accolti con pregiudizi e con grande timore dalla gran parte dei giocatori.
E, inoltre, se a questo si aggiunge che il titolo è stato lanciato in un periodo in cui gli action adventure a tinte fantasty stavano vivendo una sorta di epoca d’oro, tra Dark Souls, Skyrim e via dicendo, l’arrivo di Dragon’s Dogma, passato già fortemente in sordina per i motivi sopracitati, il risultato finale sembra essere più che scontato.
Fortunatamente, tanto per Capcom quanto per noi videogiocatori, il computo finale è stato a dir poco sorprendente. Dragon’s Dogma si è rivelato un titolo straordinariamente ricco, tanto sotto il profilo narrativo tanto e soprattutto su quello ludico, soprattutto considerando la genialità di alcune trovate di gameplay, rimaste scolpite nella mente degli appassionati in maniera indelebile.
Grazie a un sistema di combattimento fresco (pur senza numerosi problemi di natura strutturale e di hitbox), all’ originalissimo e all’avanguardia introduzione della meccanica delle Pedine e soprattutto alla presenza di una quantità di nemici da affrontare, boss e tantissimi luoghi da visitare e da vivere a trecentosessanta gradi, la formula creata da Capcom si è rivelata a dir poco vincente, ragion per cui il titolo ha raggiunto un successo del tutto inaspettato, tanto da rendere l’eventuale sequel uno dei titoli più richiesti dalla gigantesca community videogiocante.
Capcom, anche se con qualche anno (quasi dodici) di ritardo, ha finalmente deciso di ascoltare la voce del “popolo”: Dragon’s Dogma 2 è realtà ed è ormai più vicino che mai, ragion per cui nella nostra testa si fa sempre più insistente quella voce che ci pone una grande domanda: come può Capcom sorprenderci, stavolta? La risposta è non è affatto semplice, né scontata ma vogliamo comunque provare a immaginare quali potrebbero essere i punti cardine di questo Dragon’s Dogma 2, in attesa di poterlo finalmente provare con mano il prossimo 22 marzo.
Dragon’s Dogma 2: harder, better, bigger, longer?
Prima di cominciare a spulciare nei meandri della nostra mente e dell’immaginazione, è doveroso sottolineare che Capcom sta facendo un lavoro di comunicazione solidissimo. La marcia di avvicinamento di Dragon’s Dogma 2 procede in maniera lenta e oculata, con tante informazioni che, regolarmente, aiutano il giocatore a comprendere cosa lo attenderà una volta indossati nuovamente i panni dell’Arisen.
I video promozionali e i vari vod di approfondimento sembrano voler suggerire che alla base del progetto del progetto ci sia la volontà di portare avanti il concetto “squadra che vince non si cambia”, con un Dragon’s Dogma 2 che sembra voler rappresentare la naturale evoluzione del suo predecessore e uno un progetto rivoluzionario e giustamente, potremmo aggiungere.
D’altronde, come vi abbiamo già detto in apertura, l’impianto ludico della perla di Capcom funzionava a dovere già dodici anni fa, ragion per cui non era nemmeno lecito e credibile immaginare profondi scossoni in seno all’ossatura del nuovo gioco. Dragon’s Dogma 2 sembra dunque molto in linea con il suo predecessore, ne ha ereditato gran parte delle dinamiche, e una delle cose più interessanti da scoprire è proprio il modo in cui i ragazzi di Capcom hanno deciso di sviluppare le ottime idee avute all’epoca, rendendole più attuale e al passo coi tempi.
La dinamica più audace è stata sicuramente quella relativa alle Pedine, che ha saputo anche sfruttare in modo originale una sorta di multiplayer asincrono basato sulla creazione di alleati mossi dall’intelligenza artificiale, ossia le Pedine. Capcom non ha ancora spiegato come verranno gestite quest’ultime nel secondo capitolo, ma è lecito immaginarsi un incremento delle loro funzioni, sia in termini di online sia in generale, magari anche sotto il profilo delle possibilità in battaglia e in tutta la resa nel gigantesco mondo di gioco.
Il primo Dragon’s Dogma, facendo mente locale, è stato un gioco enorme, ricco di cosa da fare e da vedere che, per quanto fossero un po’ slegate tra loro e vincolate spesso a “fasce” di livello, hanno offerto al giocatore una libertà d’approccio decisamente intrigante. Proprio per questo motivo, e considerando anche il fatto che gli sviluppatori sembrano aver deciso di espandere ancor di più il già gigantesco mondo di gioco, risulta ancor più intrigante immaginare in che modo Capcom ha disegnato il modo in cui l’Arisen si sposterà sul tutto il territorio di Cassaridis e non solo, giacché la promessa fatta dal team di sviluppo è quella di trovarsi in un mondo ancor più ricco e sconfinato.
E, allo stesso modo, siamo curiosi di scoprire se e come gli alleati possono avere un qualche tipo di ruolo nel “nuovo” sistema di esplorazione, poiché sembrerebbe proprio che, le pedine ma in generale tutti gli alleati, hanno ricevuto un boost non indifferente in termini di importanza nel ruolo sulla quality of life generale del giocatore. Proprio a tal proposito, ci siamo fatto un paio di quesiti sulla gestione delle missioni secondarie.
Nel primo Dragon’s Dogma, a essere sinceri, le missioni secondarie ci sono sembrate forse un po’ l’anello debole del pacchetto, ma non tanto per una questione di qualità, piuttosto per la poca voglia di osare, vista invece in altri elementi della produzione. Dragon’s Dogma 2 ha, nelle nostre fantasie, il compito morale, considerando quella che sembra già una buona base di partenza in termini di caratterizzazione del character design, di evolvere la struttura delle quest secondarie o, quantomeno, di provare a portare con qualche succosa novità come già fatto in passato ma con aspetti diversi.
Ad ogni modo, l’idea di fondo di rendere l’interazione con i personaggi “comprimari”, che sembrano decisamente più numerosi e meglio caratterizzati rispetto al primo capitolo, risulta evidente già dal materiale attualmente visibile a tutti i giocatori. Capcom sembra aver ancora una volta l’intenzione di puntare forte sul ruolo dell’Arisen e sul suo fascino, anche e soprattutto ora, con la promessa di dare al giocatore un mondo ancor più gargantuesco da esplorare e decisamente più complesso da gestire, tra intrighi politici, spietate creature da sconfiggere e tantissime (potenziali) alleanze da saldare.
Un gameplay sempre al centro della produzione
Il primo Dragon’s Dogma ha avuto il grande merito di saper portare sul mercato una buona dose di novità anche per quanto riguarda il gameplay e in particolare con il combat system. Di primo acchito, infatti, la formula è apparsa certamente molto standard e tradizionale, ma in realtà il pargolo di Capcom ha saputo colpire nel segno, grazie ad alcuni fattori caratteristici che hanno reso l’esperienza di gioco appagante e stimolante.
In primis, ovviamente, è doveroso tornare alle Pedine e in generale alla gestione delle Classi. Dragon’s Dogma è un titolo complesso, ben oltre quel che sembra, soprattutto per quanto riguarda il livello di sfida, che si è legato sin da subito alla bravura del giocatore nel fare le scelte giusto al momento giusto. La scelta di un ottimo party, per dirne una, è un primo passo fondamentale e, di conseguenza, tutto il discorso legato alle Pedine assume una valenza ancor più imponente, soprattutto se si considera la difficoltà nell’affrontare alcune battaglie, tra cui in particolare le boss fight, che hanno sempre saputo rivestire un ruolo importantissimo nell’economia del gioco.
Dragon’s Dogma 2 sembra, ancora una volta, voler ripartire proprio da qui, cercando di espandere senza rivoluzionare un ecosistema ludico funzionale e divertente, inserendo al suo interno una batteria di aggiunte che possono estendere il potenziale ludico del titolo su livelli ancor più importanti.
Il sequel dell’amatissimo action/gdr, in primis, sembra voler puntare ancora molto sulla qualità delle combinazioni tra le classi utilizzate, ragion per cui, Capcom, ha evidenziato e sottolineato più volte quanto abbia deciso di puntare forte in tal direzione, presentando diversi nuovi archetipi ludici capaci di rendere l’esperienza di gioco più complessa e per certi versi “propria”.
Nelle ultime settimane, ad esempio, il team di sviluppo ha mostrato le abilità e le caratteristiche del Trickster, un personaggio apparentemente formidabile, soprattutto per la qualità e la quantità di tecniche che può utilizzare per potenziare e aiutare i suoi alleati in battaglia, a testimonianza ulteriore della volontà del team di rendere il gioco sempre più “massivo” e meno individualista.
Il giocatore, dunque, sarà chiamato, ancora una volta, a dare prova della sua abilità nel creare il giusto avatar e le giuste alleanze per poter portare a termine gli incarichi, specialmente quando si tratta di dover tirar giù una delle gigantesche e spettacolari creature che pullulano il mondo di gioco. Capcom, e non è un mistero, ha deciso di battere forte su questo punto, e sembra che abbia saputo metter mano alla sua immensa sapienza in tal senso nella creazione di un monster design impressionante.
La marcia di avvicinamento di Dragon’s Dogma 2 ha dimostrato, se mai ce ne fosse ancora il bisogno, quanto l’azienda nipponica sia talentuosa quando si tratta di creare mostri, creature e in generale quegli spietati avversari da sconfiggere e conoscere, e ciò si evince, in particolare, andando ad analizzare alcune delle creature che sembrano siano state pensate per andare a rinforzare la batteria dei boss del gioco.
Sotto questo profilo, Dragon’s Dogma 2 sembra aver già dimostrato di avere un potenziale a dir poco enorme, tanto sotto il profilo della caratterizzazione estetica quanto sotto l’aspetto ludico più puro e noi, a essere sinceri, stiamo letteralmente morendo dalla voglia di provare con mano tutte quelle che sembrano essere le novità e le idee più interessanti messe su da Capcom, senza però dimenticarci mai che già il primo Dragon’s Dogma era una piccola perla, e già questo è un validissimo motivo per aspettare con grande fiducia il 22 marzo.
Insomma: Dragon’s Dogma 2 sembra avere tutte le carte in regola per risultare migliore del suo predecessore sotto praticamente ogni punto di vista, seppur magari senza quella magia e quella unicità avuta dal primo capitolo quando è arrivato sul mercato. Capcom sembra aver lavorato molto bene in tal senso, la marcia di avvicinamento della compagnia sembra molto convinta e sta dando delle ottime sicurezze ai giocatori e anche noi, da addetti ai lavori ma anche e soprattutto da appassionati desiderosi di tornare a vestire i panni dell’Arisen, non vediamo l’ora di poter confermare tutto nel corso delle prossime settimane.
In ogni caso, la missione del team non è facile: Dragon’s Dogma 2 riuscirà a superare il successo del primo capitolo? Lo vedremo molto presto!