Dragon’s Dogma 2: cosa vorremmo dal sequel
Manca ormai poco più di un mese all’arrivo di Dragon’s Dogma 2 e noi stiamo letteralmente contando i minuti che ci separano dal suo arrivo.
Dragon’s Dogma 2 è sicuramente uno dei titoli più attesi e promettenti di questo prima metà del 2024. Capcom ha dimostrato di avere le idee chiare, sta accompagnando i giocatori attraverso un lungo percorso conoscitivo, grazie al quale, onestamente, l’hype intorno alla produzione si è ampliato a dismisura.
Come abbiamo già avuto modo di vedere grazie ai primi provati della stampa specializzata e, più banalmente, basandoci su quanto mostrato dal colosso nipponico, Dragon’s Dogma 2 sembra avere tutte le carte in regola per poter bissare e, perché no, superare il successo del suo predecessore, magari non in termini di impatto mediatico e di effetto sorpresa, piazzandosi con prepotenza nella lista dei migliori action-rpg degli ultimi anni.
Non lo nascondiamo: Dragon’s Dogma, in tutta la sua bellezza, soffriva di alcune problematiche in molti casi anche abbastanza evidenti, passate in secondo piano proprio grazie alla qualità complessiva del prodotto, che quando è arrivato sul mercato ha saputo stravolgere alcuni concetti alla base del genere di appartenenza in modi inaspettati.
Per tale motivo ci aspettiamo, o comunque siamo convinti che sia in qualche modo così, che il successo di questo sequel sia anche legato all’evoluzione di alcune meccaniche di gioco meno riuscite del primo capitolo e che, speriamo, in questo sequel siano state riproposte in una veste più moderna e, perché no, maggiormente al passo coi tempi e con le esigenze dei giocatori.
Noi di Gamesource abbiamo provato a stilare una lista di cinque punti cardine, cinque elementi che vorremmo assolutamente vedere in questo Dragon’s Dogma 2, con la speranza di poter confermare tutto quanto di buono sembra poter offrire il titolo a partire dal prossimo 22 marzo, giorno in cui arriverà ufficialmente sul mercato.
Dragon’s Dogma 2: ci sarà un bilanciamento della difficoltà più lineare?
Non è un mistero: Dragon’s Dogma è stato un titolo parecchio complesso, specialmente in alcune sezioni specifiche dell’avventura. Sia per un discorso di difficoltà oggettiva sia per una questione più pratica, legata al sistema di movimento e combattimento, generato dalla legnosità di alcune movenze a alla “vecchiaia” di diverse dinamiche di gioco, il titolo di Capcom è risultato più difficile e complesso da approcciare di quanto si possa immaginare.
Non che questo sia per forza un demerito oggettivo, certo, ma è altrettanto chiare che alcune dinamiche e alcuni picchi di difficoltà ci sono sembrati e ci sembrano ancora oggi mal bilanciati e calibrati in maniera poco oculata, ragion per cui da questo Dragon’s Dogma 2 ci aspettiamo, in primis, un bilanciamento della difficoltà più oculato, in grado di dare ai giocatori i giusti stimoli, immersi in un mondo di gioco che sembra già avere tutte le carte in regola per tenerli incollati al teleschermo, tra boss memorabili, esplorazione, dungeon e tanti segreti da scoprire.
Gestione diversa dell’esplorazione e dei viaggi rapidi
E proprio tornando a parlare di esplorazione, dungeon e in generale della vena open world del gioco, è doveroso scomodare un altro dei punti più oscuri del primo capitolo: i viaggio rapidi e la qualità dell’esplorazione. Non giriamoci intorno: muoversi all’interno del mondo di gioco di Dragon’s Dogma non era facile, non lo è stato per nessuno e non lo è tutt’ora.
Ed è un gran peccato, perché questa dinamica di gioco, questa scelta di design, dettata magari da limiti tecnici e produttivi, indubbiamente ha in qualche modo arrestato la diffusione del gioco, specialmente in quei giocatori un po’ più pigri e che si sono lasciati scoraggiare dalla legnosità e della complessità di questa specifica sezione del gioco.
Di conseguenza, e da quel che abbiamo visto finora qualcosa potrebbe essersi già decisamene mosso, il nostro augurio è quello di poter assistere all’introduzione di un sistema di movimento più agevole e, passateci il termine, meno frustrante e, perché no, all’introduzione di viaggi rapidi e spostamenti più immediati e in grado di valorizzare meglio la quality of life della produzione.
Maggiore varietà e profondità della classi
Un altro aspetto che in Dragon’s Dogma 2 sembra aver ricevuto una grossa fetta delle attenzioni degli sviluppatori è sicuramente la gestione e la varietà delle classi. Per quanto interessanti e, soprattutto a livelli alti, molto personalizzabili, le classi del primo Dragon’s Dogma erano indubbiamente poche e non del tutto ben bilanciate, per usare un eufemismo.
Trattandosi di un action a tinte RPG diciamo che questa scelta poteva essere in qualche modo comprensibile, ma considerando le dimensioni sempre più gigantesche di questo sequel, che vuole definitivamente calarsi nel mondo dei giochi di ruolo è chiaro che, sotto questo aspetto, qualcosa andava cambiato. E così è stato. Dragon’s Dogma 2 sembra avere un parco classi a dir poco invitante e pensato per un po’ tutti i palati.
Al fianco delle classi “base” Capcom ha inserito diversi nuovi archetipi ludici, che hanno la possibilità di rendere l’esperienza di gioco per certi versi unica per ogni giocatore. Partendo da classi pensate principalmente per giocare da support fino a quelle che richiedono una certa esperienza in battaglia, senza contare le build più complesse e, magari, maggiormente adeguate per l’endgame o per un’eventuale seconda run.
Combat system più “aperto” e variegato
Ammettiamolo: per quanto intrigante e funzionale, il gameplay del primo Dragon’s Dogma, inteso come il combat system, viveva di tanti alti e bassi. Per quanto molto interessante e con delle splendide idee, compresa la dinamica della “rottura delle parti” dei nemici, il sistema di combattimento del titolo di Capcom soffriva di troppe lacune, specialmente sul piano tecnico, con animazioni poco a fuoco, scelte di game design rivedibili e, soprattutto, un bilanciamento delle armi non sempre coerente e comprensibile.
Per tal motivo, da questo sequel ci aspettiamo un netto cambio di rotta, ma se dobbiamo essere proprio sinceri, per quel che si è visto finora, le cose non sono esattamente così. Dragon’s Dogma 2 sembra un titolo molto in continuità con il suo predecessore, e per certi versi è anche giusto così, e anche e soprattutto a livello di movenze, animazioni e di combat system nello specifico il percorso seguito voler battere sulla via della “tradizione” per quanto comunque risulta anche evidente quanto tante cose sono state rifinite e pensate per risultare molto più attuali e meno “pesanti”.
Quello che è evidente è che le magie sembrano essere ancora più sgravate e spettacolari di prima e che alcune classi sono state bilanciate in modo da risultare più bilanciate e meno sgravate, ma è ancora presto per poterlo dire con certezza. Noi, comunque, siamo molto curiosi di scoprire l’evoluzione di questo gameplay, di provare con mano quanto abbiamo intravisto finora e di lasciarci trasportare dalla voglia di respirare l’aria fantasy dell’universo creato da Capcom.
Un endgame degno delle migliori produzioni
E, proprio tornando al discorso relativo alla voglia di rendere il gioco sempre di più un gioco di ruolo, diventa fondamentale riuscire a creare un endgame ricco, vivo e capace di tenere incollati davanti allo schermo i giocatori, anche dopo la fine della storia. Sia chiaro: Dragon’s Dogma 2 sembra essere un gioco con una forte componente narrativa e dunque non vogliamo attribuire al solo gameplay e all’offerta ludica le potenziali fortune del progetto, ma è anche altrettanto scontato che la qualità e la varietà degli scontri sarà certamente un punto focale di tutta la produzione.
Del resto, Capcom è maestra nel creare boss spettacolari e boss fight emozionanti, e proprio con questo Dragon’s Dogma 2 sembrerebbe aver spinto molto in questa direzione (anche nel primo Dragon’s Dogma abbiamo potuto partecipare a boss fight spettacolari) e lo si capisce analizzando le spettacolari creature finora mostrate, che il giocatore potrebbe incontrare durante il suo percorso.
Abbiamo usato il condizionale perché Capcom ha fatto sapere che ci saranno molti boss nascosti e quest “perdibili”, che dunque spingono in cielo la rigiocabilità, ma allo stesso tempo sembrano lasciare intendere che seguire la sola linea narrativa principale non basta per poter vivere l’esperienza di gioco in maniera totale, ragion per cui siamo molto curiosi di scoprire come è stato pensato e gestito l’endgame di un gioco che sembra voler essere veramente gigantesco.
Manca ormai poco più di un mese all’arrivo di Dragon’s Dogma 2 e noi stiamo letteralmente contando i minuti che ci separano dal suo arrivo. Qualche dubbio c’è, qualcosa non ci ha convinto e qualcos’altro ci ha lasciato a bocca aperta, e non vediamo veramente l’ora di provare tutto con mano, nel bene e nel male. In ogni caso, una certezza c’è già: Dragon’s Dogma 2 sembra essere destinato a diventare uno dei titoli più spettacolari di questo 2024, nonché uno dei sequel più richiesti e amati della storia videoludica recente.