Distant Worlds: a Roma le melodie di Final Fantasy
Il 4 febbraio 2023 abbiamo assistito alla tappa romana del celebre concerto.
C’è sempre stato qualcosa di unico nella saga di Final Fantasy, qualcosa di magico e intimo, ammaliante e incantevole, qualcosa che spesso i giocatori hanno provato a ricercare altrove, il più delle volte senza successo.
35 anni sono passati da quel 18 dicembre 1987 che diede i natali al primo capitolo della serie, 35 anni costellati da 15 capitoli numerati, alcuni sequel ed una quantità innumerevole di spin off. Ebbene, Final Fantasy ha attraversato la quasi totalità della storia dei videogiochi ergendosi, non di rado, a vette mai toccate prima grazie a un mix perfetto di gameplay, sceneggiatura, prodezze tecniche ed eccellenti caratterizzazioni ad ogni livello.
Difficile trovare un giocatore che non abbia mai provato neanche un capitolo, impossibile non averne mai sentito parlare; chi più chi meno, tutti abbiamo momenti delle nostre vite che sono stati segnati indelebilmente da un episodio o l’altro, siano essi i primi sei capitoli per NES e SNES, quelli dell’epoca d’oro PlayStation e PlayStation 2, od i più recenti ed occidentalizzati.
Nonostante la serie stia vivendo i suoi anni più bui (che speriamo il sedicesimo capitolo possa relegare al passato), la struttura antologica della saga ha fatto in modo che l’amore dei fan rimanesse inalterato, poiché indirizzato verso questo o quel capitolo, ognuno dei quali rappresenta, a tutti gli effetti, un cosmo a se stante.
C’è un elemento tuttavia che grazie al talento del maestro Nobuo Uematsu, e più recentemente di Yoko Shimomura, non ha mai smesso di eccellere: stiamo parlando della colonna sonora. È proprio qui che trova il suo successo il concerto itinerante Distant Worlds: Music from Final Fantasy, che da 15 anni a questa parte propone i brani più amati della serie in forma orchestrale, messi in scena sotto la direzione del maestro Arnie Roth presso le maggiori capitali del mondo.
35 anni di Final Fantasy e 15 anni di Distant Worlds dunque, festeggiati per l’occasione in un nuovo tour internazionale che ha toccato la città di Roma il 4 febbraio 2023 nella splendida cornice dell’Auditorium Parco della Musica.
Il premio Grammy Arnie Roth ha diretto due ore di concerto nel quale ha trovato spazio ogni capitolo numerato, per un totale di 21 brani puntualmente intervallati dagli scroscianti applausi dei presenti.
In che altro modo iniziare un concerto dedicato a Final Fantasy se non con Medley 2002? Il brano propone una sequenza di alcune delle tracce più rappresentative dei primi tre capitoli, la prima delle quali è l’iconica “Prelude”, anche conosciuta come “Tema del Cristallo”. Questa rappresenta un anello di congiunzione fra un capitolo della serie e l’altro: un’inconfondibile scala arpeggiata messa ad introduzione del concerto come a dire: benvenuti nell’universo di Final Fantasy.
Tutti i brani del primo atto sono stati dedicati ai primi sei capitoli, in una scelta di democratizzazione e di giusto riconoscimento anche verso gli episodi meno conosciuti, scelta che tuttavia, ad una visione più cinica, può apparire guidata dalla volontà di dare una spinta alle vendite della Final Fantasy Pixel Remaster.
Comunque sia, la selezione dei componimenti presentati ha talvolta premiato pezzi non troppo mainstream, rispetto ad altri più blasonati. Certo, è sempre bello vedere Sabin fare un suplex ad un treno durante l’esecuzione di “Phantom Train”, ma confesso di aver sentito la mancanza di composizioni iconiche quali “Terra’s Theme”, “Opera Maria & Draco” e “Dancing Mad”.
Per concludere in maniera imponente il primo atto, ecco che ci attendeva al varco un medley dei Battle Theme dei primi sei giochi.
È stato incredibile quanto questi brani, finalmente liberi dai vincoli dell’audio a 8 e 16 bit, siano stati elevati a maggiore dignità dall’elegante suono analogico di una grandiosa orchestra sinfonica, evidenziando quanta arte maestro Uematsu avesse intriso in queste opere ormai tanti decenni fa, per niente intimorito né demoralizzato dagli stringenti limiti tecnologici imposti dagli hardware dell’epoca.
Ad una così epica conclusione, non poteva che corrispondere un’apertura altrettanto grandiosa. Ecco infatti entrare il coro, completamente assente fino a quel momento, ed intonare: “Fithos Lusec Wecos Vinosec”. “Liberi Fatali” era iniziata accompagnata sul maxi schermo dalla cutscene iniziale di Final Fantasy VIII. Rivedere quelle scene e ricordare quanto su PlayStation One nel 1998 avessero del miracoloso è stato davvero un tuffo al cuore, in particolare in quella situazione nella quale era la componente audio, nello splendore dell’orchestra sinfonica, a farla da padrone.
Assieme al secondo atto è partita una carrellata di brani uno per ogni Final Fantasy dal VII al XV. La differente affezione del pubblico (talvolta estremamente opposta) a capitoli tanto diversi ha portato l’esecuzione a non seguire più un ordine strettamente numerico come nel primo atto, ma ad una sostanziale randomicità che ha mescolato sapientemente i capitoli più amati a quelli meno, senza ovviamente dimenticare quelli online.
“Aerith’s Theme”, “Not Alone”, “Flash Of Steel” e tanti altri capolavori si sono rincorsi sul palco fra archi, percussioni ed ottoni. È stato poi in occasione della bellissima “Apocalypsis Noctis” che Arnie Roth ha salutato la compositrice di Final Fantasy XV, Yoko Shimomura, la cui presenza in sala è stata accolta con grande calore da tutti i presenti.
Ma il momento più emozionante è stata l’esecuzione della meravigliosa “Suteki Da Ne”, uno dei componimenti più celebri di Final Fantasy X per l’occasione eseguita dalla cantante del brano originale: Rikki, al secolo Ritsuki Nakano, vestita di tutto punto con un elegantissimo kimono.
Ma non era ancora finita. Come da stessa ammissione del maestro Roth durante un precedente concerto tenuto a Milano, sono due i brani che non possono mancare ad ogni concerto di Distant Worlds: “To Zanarkand” e “One-Winged Angel”; e così è stato. Queste due maestose opere, eseguite in occasione dei bis, sono state salutate dal pubblico da grida di esaltazione e ben più di qualche lacrima. Insomma, due ore cariche di musica e arte capaci di farci provare ancora una volta, la stessa meraviglia che la serie di Final Fantasy è stata in grado di imprimere nelle nostre vite durante pomeriggi spensierati d’infanzia e adolescenza.
Devo ammettere tuttavia, di essere rimasto dispiaciuto dell’assenza di capolavori iconici quali “Bombing Mission”, “Those Who Fight”, “Don’t Be Afraid”, “Melodies Of Life” e “Roses Of May”. D’altra parte, i brani che compongono la colonna sonora di Final Fantasy ed il repertorio di Distant Worlds sono talmente tanti che nemmeno un’ora in più di concerto sarebbe bastata a contenerli tutti.
Non si sa quando Distant Worlds tornerà in Italia, ma considerati i continui successi ottenuti anche durante le date del 2017 e 2019, è molto probabile che non dovremo attendere a lungo.
Questo è Final Fantasy: una serie che è sempre riuscita a distinguersi dalle altre grazie alla fortissima emotività che i suoi personaggi, le sue trame e la sua musica, sono in grado di suscitare nei giocatori, andando a toccare corde sensibili e profonde. “Distant Worlds: Music from Final Fantasy” è un concentrato di tutto questo, un caleidoscopio di emozioni indelebilmente legate a chi ha avuto la fortuna di avventurarsi fra le molteplici storie della fantasia finale.
Per le foto si ringraziano Luigi Floris, Alberto Sicilia e Gabriella Pasqui.