Death Stranding: verso la recensione – B come…
Tutte le ispirazioni, reali e presunte, del titolo di Kojima Productions... con la B
La nostra analisi delle influenze di Death Stranding in attesa della recensione continua, fra ecologismo, poesie e… arcobaleni?
Dopo i volumi A e Z, procediamo con il volume B.
B come Blake
Quello a William Blake è uno dei riferimenti forse più concreti della nostra lista, tanto che il trailer di 3 anni fa ne conteneva una citazione diretta, la prima quartina di “The Auguries of Innocence”.
To see a World in a Grain of Sand
And a Heaven in a Wild Flower
Hold Infinity in the palm of your hand
And Eternity in an hour
Il poema rappresenta diversi paradossi atti a descrivere l’assurda naturalità del contrasto fra innocenza e corruzione, fra ingenuità e malignità, contrapposizione in pieno parallelismo con quella tra BB (il Bridge Baby che Sam porta in grembo) e il mondo che lo circonda, fatto di mostri, distanze e morte.
Un componimento che si intitola, parafrasato, “Presagio d’innocenza” sicuramente fa pensare a una quotidianità tutt’altro che positiva, uno status quo in cui forse il problema è proprio l’essere umano.
To see a World in a Grain of Sand
And a Heaven in a Wild Flower
sembra volerci far capire che la rivelazione che ci salverà e (forse) renderà innocenti è al di fuori di noi, di ciò che siamo: dobbiamo osservare con attenzione il mondo che ci circonda rendendoci conto di non esserne al centro ed empatizzando con ogni suo elemento, dal fiore al granello di sabbia.
Il bambino che Sam stringe a sé in quel primo trailer è proprio l’innocenza del mondo, forse addirittura la parte innocente di sé, infante inerme nel mezzo della devastazione che gli uomini in collettività hanno creato, quella moria di animali di cui la spiaggia è cimitero e palcoscenico; Sam, qui nostro avatar, ne riconosce la fragilità, lo stringe per proteggerlo ma questi scompare poco dopo, lasciandogli le mani sporche di una sostanza oliosa e nera, quel petrolio che in fondo non è altro che il sangue della terra.
Abbiamo le mani sporche del sangue di una Terra che stiamo dissanguando e sventrando, ma prima o poi il giudizio arriverà, ed ecco infatti le 5 figure che si elevano in cielo alla fine del trailer, ma di queste parleremo in un altro volume. Se la prima parte della quartina affonda le radici nel trailer d’annuncio del titolo, per trovare un senso “interno” alla seconda metà bisogna arrivare alla “Timefall”, quella pioggia che, proveniente “dall’altra parte”, sembra accelerare lo scorrere della vita di esseri umani, fauna e flora.
Allora forse quel “Hold Infinity in the palm of your hand / And Eternity in an hour” si riferisce proprio a questa pericolosa precipitazione e a come sia in grado di alterare il normale scorrere del tempo?
O ci sta invitando ad osservare in modo più razionale il contrasto fra l’ineluttabilità del tempo nei nostri confronti e il fatto che possiamo perfino stringere l’infinito nel palmo della mano ma che non sarà mai nostro?
Siamo forse portatori di un messaggio che non ci è dato comprendere?
B come Bravais
Nel trailer di Death Stranding rivelato ai Game Awards 2016 possiamo vedere Guillermo Del Toro che, con BB stretto al petto, si nasconde da Cliff (Mads Mikkelsen) e dai suoi scheletrici sottoposti. Poco prima di entrare nel condotto, tra i suoni di una guerra in corso e le immagini di aerei che sfrecciano nel cielo, si può osservare questo.
Sapete tutti cos’è un arco di Bravais, vero? No? Ok, piccola lezione di meteorologia.
Auguste Bravais era un fisico e meteorologo francese della prima metà dell’800 ed è spesso associato agli archi circumzenitali, comunemente noti come arcobaleni inversi, pur non rientrando nella stessa categoria. A differenza degli arcobaleni a cui siamo tutti abituati, frutto della rifrazione dei raggi solari su gocce di acqua in sospensione, questi archi compaiono quando la luce si trova a rifrangere su cristalli di ghiaccio presenti a livello dei cirri o dei cirrostrati, ed essa può essere luce solare ma anche, in minor casi, lunare.
Vagando nel web, ovvia sede delle più folli cospirazioni su Kojima e il suo Death Stranding, abbiamo trovato diverse prove che effettivamente sia questo il caso in oggetto e davvero non potete immaginare l’origine di questa teoria.
Ricordate il breve filmato di Kojima Productions, quello che raffigura Ludens sulla Luna? Se osservate dietro di lui, la luna è piena, condizione essenziale per un arco circumzenitale, e la luce rifrange sulla superficie terrestre ad un angolo molto vicino ai 20° necessari per la generazione dell’arco.
Sì, stiamo dicendo esattamente questo: è molto probabile che ciò che succede nel trailer di Death Stranding con Guillermo Del Toro stia avvenendo in contemporanea al filmato del logo di Kojima Productions, in totale opposizione a quanto ammesso in precedenza da Kojima, che aveva negato ogni associazione fra i due.
È davvero questo o quell’arcobaleno inverso ci dovrebbe far supporre che stia tutto succedendo in una realtà parallela, opposta a quella in cui abbiamo visto Sam negli altri trailer di Death Stranding?