Daemon x Machina – Provato
Daemon x Machina nasce in una posizione particolare; è un titolo che va a soddisfare una totale assenza nel genere del mecha action, coinvolgendo diverse pool di appassionati di vari titoli quali Gundam, Zone of The Enders e persino Xenoblade Chronicles X.
Contemporaneamente porta con se tanti punti di domanda: Marvelous non è esattamente uno studio rinomato o affermato, essendo fautrice principalmente di Senran Kagura, con qualche esperimento sparso di poco successo come Fate/Extella.
La curiosità di vedere questa esclusiva Nintendo Switch in azione era tanta, e grazie alla demo prototipo (grazie alla quale verranno raccolti feedback per concludere lo sviluppo) abbiamo potuto testare il lavoro di Marvelous.
Dopo circa 3 ore di gioco e 4 missioni giocate, siamo usciti soddisfatti dal nostro playthrough della demo prototipo; ma con la consapevolezza della presenza di evidenti difetti da correggere.
Il nostro breve viaggio inizia con la creazione di un avatar, un protagonista muto che sinceramente non apprezziamo troppo come scelta, specie considerando che i pochi dialoghi presenti tra gli NPC son di buona fattura, quindi sinceramente ci dispiace non avere un avatar che partecipi attivamente alle discussioni. In compenso il creatore personaggi è soddisfacente, con margine di miglioramento, ma in grado di creare personaggi abbastanza piacevoli.
Successivamente veniamo catapultati nella prima missione, che funge da tutorial. Qua veniamo introdotti alle principali meccaniche di gioco, i diversi tipi di movimento, le 3 armi (Dx, SX e spalla SX) e le principali meccaniche di gioco. Daemon x Machina a differenza di quanto si potesse credere, non si pone come un gioco principalmente strategico, ma anzi ha il focus su un azione shooter piuttosto basilare ma ben supportata dal level design.
Il vero potenziale del titolo lo si scopre nel secondo e terzo livello, ove dovremo combattere in una città per conquistare prima e difendere poi una biblioteca dal contenuto misterioso. La struttura del livello e il bilanciamento dei danni scoraggiano l’assalto a testa bassa dei nemici, favorendo invece un approccio da “dogfight“, utilizzando gli edifici a proprio vantaggio per entrare e uscire dal combattimento ottimizzando danni inflitti e subiti.
L’idea è piuttosto gradita e originale nel contesto mecha, crea infatti un’esperienza diversa da quella di Zone of the Enders o dei musou di Gundam, la quale paradossalmente potrà soddisfare maggiormente gli appassionati di quest’ultimo brand, dato che rispecchia maggiormente le scene di guerriglia della serie di Tomino.
Questo elemento brilla particolarmente nella terza missione, ove avremo a che fare con una bossfight contro due piloti di Arsenal come il protagonista. Usare la città a proprio vantaggio è essenziale per sopravvivere, sebbene la bassa difficoltà della missione di inizio gioco, non mostra permette di mostrare il pieno potenziale del level design.
Esteticamente il gioco è veramente memorabile, la palette cromatica insolita permette al titolo di avere una propria identità artistica ed è utilizzata abbastanza bene da permettere di avere delle ambientazioni veramente convincenti, sebbene ci sia un’eccezione nell’arena della quarta missione, piuttosto spoglia e banale. Peccato però che la risoluzione abbia dei problemi su portatile e che il framerate soffra parecchio in ambedue le configurazioni della console. Questi problemi sono le principali magagne da risolvere in vista del lancio, ma anche la colonna sonora non ha avuto un impatto positivo sulla nostra esperienza.
Le tracce non sono pessime, ma il modo in cui sono usate e mixate nell’audio generale è tremendo; la colonna sonora non accompagna il gioco, ne tanto meno lo valorizza, ma aggiunge solo inutile rumore alle situazioni già normalmente agitate che il titolo propone.
Giudizio rimandato invece riguardo a trama e bossfight “giganti”. La prima ha troppo poco peso nella demo per poter rispecchiare l’effettivo interesse che proviamo nei suoi confronti, la seconda abbiamo potuto analizzarla nella missione finale della prova…ma ha mostrato sia lati positivi che negativi. La battaglia non era male di per sé, ma l’obbligatorietà di danneggiare certe parti del corpo si è rivelata controproducente, dato che il move set del nemico non era progettato per permettere di raggiungere alcuni punti deboli; rendendo quindi la battaglia inutilmente prolungata. Inoltre contro la bossfight di larga taglia presente, il titolo si trasforma in un puro action, facendo una buona figura, ma facendo anche emergere dei limiti a livello di move set dei nemici e dinamicità della telecamera.
Durante la prova di Daemon X Machina non abbiamo inoltre capito l’utilità di utilizzare il personaggio al di fuori del proprio Arsenal, probabilmente a causa della totale mancanza si alcuni elementi.
Tirando le somme, Daemon x Machina ha potenziale e ha attirato il nostro assoluto interesse, ora sta a Marvelous risolvere le magagne tecniche che lo affliggono per provare al mondo il proprio valore e distaccarsi finalmente dalla serie Senran Kagura.