Control: cosa ci aspettiamo dal titolo di Remedy
A poche settimane dall'uscita, abbiamo provato ad analizzare i punti più importanti della nuova avventura di Remedy: Control. Ecco cosa ne pensiamo.
La riuscita di un progetto passa, al di là di ogni preconcetto, per uno dei più famelici e insaziabili giudici che il mondo contemporaneo conosca: il pubblico. Che sia un videogioco, un film, un libro, per quanto ci si possa sforzare a mettere “nero su bianco” le proprie idee e condividerle così col mondo, lo scoglio più importante da superare sarà necessariamente quello dell’apprezzamento della massa, assolutamente necessario e in grado di separare il memorabile dal dimenticabile.
Nel corso degli anni, gli sviluppatori ormai veterani di Remedy – team finlandese di grandissimo talento – hanno sempre saputo fare breccia nella mente dei videogiocatori coi propri prodotti, ma con qualche eccezione. Se, infatti, Alan Wake e Max Payne si sono dimostrati dei capolavori immortali e ancora oggi amati in modo viscerale, lo stesso non si può dire di Quantum Break, accolto in maniera decisamente più fredda dalla critica e dai giocatori. Per tal motivo il fascino riscosso da Control, nuova IP creata dal suddetto team di sviluppo, è stato accolto con fare molto cauto e quasi disinteressato da parte di buona parte di addetti ai lavori e appassionati, spaventati dalla possibilità di ritrovarsi nuovamente faccia a faccia con un prodotto tutto sommato mediocre e incapace di elevarsi a uno status ben più importante.
Con l’avvicinarsi della data d’uscita (prevista per il prossimo 27 agosto), per fortuna il team finlandese ha voluto mostrare più volte la bontà della propria creazione, fino a far sì che in buona parte l’opinione sul nuovo titolo cambiasse, e di parecchio. Quello che è trapelato dalle prove “con mano” della nuova IP ha modificato radicalmente l’appeal della produzione, fino a trasformarlo in uno dei videogiochi potenzialmente più interessanti di questo scoppiettante finale di stagione.
Ma che cosa rende Control così speciale? Noi ce ne siamo fatti più di una mezza idea e, tra speranze e convinzioni, abbiamo provato a spiegarvi perché siamo convinti che il nuovo titolo dei ragazzi di Remedy Entertainment possa dire la sua e, soprattutto, possa ridare lustro alla compagnia dopo il mezzo scivolone compiuto con Quantum Break che, a onor del vero, al sottoscritto è anche piaciuto abbastanza.
Fantasia e Creatività
Uno dei maggior punti d’interesse della produzione, in pieno stile Remedy, è certamente quello rinvenibile nel fattore creativo che riveste la nuova fatica del team finlandese. Il mondo di Control è un mondo pulsante e vivo più che mai, in cui la protagonista, Jesse Faden, è chiamata a fronteggiare una minaccia tanto complessa quanto inspiegabile. Seppur catapultata all’interno di un pericolo potenzialmente ben più grande di quello che si potrebbe credere, la sua è più che altro una missione più intima, che potrebbe sfociare rapidamente nella più classica vendetta personale. L’incedere della storia però ancora è tutto da scoprire, anche per noi.
Quel che sappiamo per certo è che il mondo di gioco, letteralmente, muta nel corso del tempo. Control infatti è interamente ambientato in un’unica struttura, che fa da location a tutta l’avventura di Jesse, la quale però, muta in continuazione, togliendo così buona parte dei punti di riferimento al giocatore. Questa è sicuramente un’idea brillante, e il suo corretto sviluppo è certamente fondamentale ai fini della valutazione complessiva del prodotto. Ciò si collega fortemente anche all’aspetto più ludico della produzione. A livello di gameplay, il nuovo titolo dei ragazzi di Remedy, pur manifestandosi come un classico action–adventure, nasconde in sé una forte componente Metroidvania, in cui appunto l’avanzare della storia e la conseguente mutazione dell’ambiente circostante, unite all’acquisizione di nuove abilità da parte della protagonista, rendono l’esplorazione e il completismo una sorta di piacevole obbligo.
Fuoco a volontà
Trattandosi di un action chiaramente, si presuppone un certo tipo di trattamento speciale dato alla parte più d’azione e vale a dire in questo caso, i vari scontri a fuoco con i numerosi nemici sparsi per la mappa di gioco. Ed è qui che, incredibilmente, Control riesce a sorprendere. Gli scontri a fuoco sembrano eccitanti e divertenti, grazie anche alla possibilità di alternare il piacere di una sana crivellata di colpi ai poteri paranormali che Jesse acquisirà durante il corso della storia.
Ciò che ci attende, dunque, è un titolo dal gameplay che si preannuncia divertente e appagante ma, purtroppo lo sappiamo, non sempre le buone premesse portano a risultati poi effettivamente positivi. Siamo convinti che il team abbia saputo imparare dagli errori commessi con Quantum Break, ma alcuni elementi risultano ancora poco chiari e potenzialmente forieri di perplessità e incognite più o meno rilevanti. Il nostro consiglio è quello di sperimentare, combinare e alternare, per poter colmare nel modo migliore la propria sete di curiosità che, in Control, può rappresentare un’arma in più.
Una storia importante
L’abbiamo ripetuto più volte: sul fronte del gameplay e dalla struttura in generale, Control sembra avere tutte le carte in regola per risultate un prodotto unico nel suo genere. Ma sul fronte narrativo? È inutile nasconderlo: sul piano strettamente tematico il nuovo pargolo di Remedy sembra non avere quella spinta in più, mostrandosi forse un tantino derivativo e poco ispirato. Sia la protagonista (interpretata dalla splendida Courtney Hope) sia il resto del cast sembrano sprovvisti di quel fascino tipico della novità e anche la storia di fondo non sembra esattamente un tripudio di inventiva. Per tal motivo, dunque, ci sentiamo di annoverare tra le cose che più vorremmo vedere qualche sorpresa dal punto di vista dell’impianto narrativo e delle tematiche. Del resto la stessa software house ha fatto sapere che potrebbe voler fare di Control un universo più espanso, con magari dei sequel e dunque sperare non costa nulla.
Varietà e distruttibilità
Tornando al discorso gameplay, è chiaro quanto anche l’evoluzione della protagonista, ludicamente parlando, sia di fondamentale importanza. Capire come si evolverà Jesse nel corso della storia, quali abilita riuscirà a padroneggiare e, soprattutto, come si sposeranno queste nell’economia generale del titolo è un altro snodo fondamentale. Ciò diventa anche più importante se si pensa che la bella rossa avrà a disposizione uno skill tree (in verità alquanto limitato) che potrebbe modificare in modo più o meno evidente l’incedere dell’avventura. Si prospetta un trionfo della semplicità? Parrebbe di sì, ma ci piacerebbe capire come e in che modo verrà sviluppato il tutto.
È veramente tutto “sotto Control”?
Molte persone, diciamoci la verità, non si fidano ancora di Control. La nuova fatica di Remedy è paragonabile a un giovane atleta di gran talento, destinato a fare grandi cose, ma accompagnato da molte incognite. Se questi punti, da noi elencati come principali per valutare l’effettivo valore del titolo, verranno sistemati a dovere e rispetteranno le aspettative della vigilia, allora sì che ci troveremo di fronte a un vero e proprio capolavoro. Sarà il miglior titolo di Remedy? Lo scopriremo molto presto. Noi ci crediamo. E voi?