Commodore 64 Day: intervista ai direttori artistici dell’evento

Sabato 7 aprile abbiamo partecipato al Commodore 64 Day organizzato da Emanuele Martorelli (Starmale.net e autore satirico) e Diego K. Pierini (scrittore e autore televisivo) in collaborazione con Santeria Social Club a Milano, a pochi giorni dall’arrivo sul mercato del THEC64 Mini. L’evento si prefiggeva l’obiettivo di raccontare l’importanza del Commodore 64 nel periodo in cui uscì dal punto di vista dell’influenza di questo prodotto sulla vita quotidiana e lavorativa delle persone. Il tutto grazie al susseguirsi sul palco di celebri esponenti di vari ambiti artistici e non come ad esempio: musicisti, conduttori televisivi, autori di libri, fumettisti e giornalisti, i quali hanno raccontato la loro esperienza con il Commodore 64.

Commodore 64 Day

Per l’occasione abbiamo potuto intervistare i due direttori artistici dell’evento, ecco quindi ciò che ne è scaturito.

Gamesource: Come è nato il Commodore 64 Day arrivando poi alla dicitura che lo accompagna: “Pre-visioni sull’oggi da un computer di ieri”?

Pierini: È nato tutto da una telefonata di Emanuele (Martorelli, N.d.R.) il quale mi ha proposto di fare questo evento sulla base di una sua osservazione, ovvero alcune tecnologie “del passato”, tra cui il Commodore 64, hanno tuttora una serie di potenzialità grazie alle quali possiamo entrare in contatto con elementi di oggi che non conosciamo nella loro totalità.

Gamesource: Se oggi dovessimo reinventare il Commodore 64 ex-novo, avrebbe la stessa influenza sulla società così come quando uscì nel 1982?

Pierini: Credo di no, tendenzialmente perché oggi siamo una società astratta propensa a tutto ciò che non è corporeo. Il Commodore 64 invece aveva una caratteristica che molti oggetti oggi non hanno, ovvero una forte fisicità. Lo stesso vale per i vari ambiti sociali: all’epoca erano molto meno interconnessi perciò si interfacciavano solo grazie a luoghi fisici, avvenimento che ora si sta in larga parte riducendo.

Martorelli: Secondo me per avere più influenza di allora, il Commodore 64 non dovrebbe avere 64 kB di RAM ma solo 32: così dimostrerebbe che non serve uno spazio apparentemente illimitato per dare vita a idee brillanti ed innovative.

Commodore 64 Day

Gamesource: E quindi quale ambito tra quelli proposti in questa serata sono stati i più influenzati dal Commodore 64?

Pierini: Penso tutti allo stesso modo, perché il Commodore 64 e anche più in generale l’home computing ha influenzato ogni ambito, da quello cinematografico a quello della musica – un esempio è il video di Invisible Man dei Queen – ma anche altri ambiti come ad esempio la pubblicità.

Gamesource: C’è la possibilità di vedere a breve nei videogiochi uno sdoganamento di certi temi per cui il medium videoludico è posto sotto i riflettori con accezione negativa?

Martorelli: La direzione è quella ormai da qualche tempo, perciò immagino che ci si possa arrivare. Il videogioco penso sia rimasto uno dei pochi ambiti di massima libertà, tanto che credo abbia scalzato anche la musica dal punto di vista dell’impatto sociale.

Gamesource: Di conseguenza com’è il tuo rapporto con i videogiochi, diverso rispetto al passato?

Martorelli: No perché non mi sono mai approcciato al videogioco con un’idea prettamente ludica, lo vivo come una palestra; vedere un videogioco mi fa lo stesso effetto dell’ascoltare White Album dei Beatles. Penso sia proprio un’ottima palestra creativa.

Gamesource: Grazie!

Commodore 64 Day


Concludendo, partecipare al Commodore 64 Day è stato un piacevole momento di riflessione sulla società attuale e sul valore che molti elementi del passato possono avere ancora in chiave attuale. Intervistare i direttori artistici della giornata inoltre, ci ha permesso di capire gli elementi retrostanti l’evento, provando a scoprire il videogioco da una prospettiva diversa da quella che utilizziamo quotidianamente.

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