Che spavento, Luigi!
Un ripasso dell'epopea del baffuto idraulico verde in attesa di Luigi's Mansion 3.
I titoli Nintendo mi hanno sempre ispirato un grande coraggio. La semplicità narrativa delle storie inscenate, forte di una purezza essenziale e un’estetica carica di un simbolismo folgorante, veicola e trasuda un universo emotivo in grado di abbattere barriere culturali d’ogni sorta. Dialoghi appena mugugnati e palette cromatiche visionarie sono solo alcuni degli elementi che formano il dizionario di Nintendo, traducibile in emozioni lucenti e purissime: un linguaggio onesto e scevro da fraintendimenti.
Quanto il grande Albero Deku si ammalò, Link non esitò un istante a muovere il primo passo verso una grande avventura: proprio lui, che a dispetto degli altri Kokiri non aveva ancora ricevuto una fatina ad accompagnarlo. Quando le ostili trame del vivere quotidiano s’infittiscono il ricordo del Link bambino, dopo tanti anni, è sempre li a indicare la via del coraggio, del mettersi in gioco, ispirando grandezza.
In quest’ottica è proprio il più grande fifone di casa Nintendo a venire costantemente messo alla prova, chiamato a sfidare l’ignoto e combattere le paure più antiche dell’uomo: il buio, l’ignoto, l’orrore. Il 31 Ottobre Luigi tornerà a combattere mefistofeliche orde di fantasmi e Boo su Nintendo Switch e noi di Gamesource non vediamo l’ora di mettere mano ai Joy-Con per accompagnare il baffone verde nel suo nuovo viaggio.
Per comprendere a fondo la fascinazione che può suscitare un titolo del genere su giocatori come noi, non più giovanotti, è necessario esplorare e comprendere l’iconico numero due di casa Nintendo. Meno spavaldo dell’intrepido fratello dal cappello rosso, lo spilungone verde è cauto, fifone e stralunato. La sua avventura è anni luce lontana dai tipici intrepidi viaggi d’eroi, ma è decisamente più umana. Perché nonostante Luigi sogni un fine settimana tranquillo, spaparanzato sul divano a guardare la televisione o sonnecchiare, quando viene trascinato nel cuore dell’azione, in cimiteri e magioni infestate, non esita a farsi strada in prima linea, da solo a combattere l’ignoto per salvare il fratello Mario.
Affronta il pericolo passo dopo passo, con prudenza, sobbalzando a ogni rumore, urlando di terrore, ma non smette mai di avanzare. Sebbene l’essenza di Luigi esprima a uno sguardo superficiale un’ilare inadeguatezza, c’è molto più coraggio e determinazione nell’incedere dell’idraulico verde armato di torcia e Splac 5000, che nella spavalda efficienza degli eroi. Perché il coraggio è tale quando si affronta una minaccia, si dimostra quando si ha paura. La grande N sa tutto questo e per combattere il buio ci ha donato Luigi.
L’idraulico verde nasce già adulto nel 1983, dove le necessità multigiocatore di Mario Bros condussero a un recolor del protagonista da affidare alle cure del Player Two. A più di trent’anni da quel fatidico giorno, titolo dopo titolo, l’idraulico verde si è decisamente evoluto nella mitologia Nintendiana: il figlioccio di Shigeru Miyamoto si è differenziato sempre più di titolo in titolo, acquistando carattere e carisma.
Dovremo attendere fino al 1991, l’anno di “Mario is Missing!” (titolo assolutamente indegno), per assistere a un primo tentativo di destinare a Luigi un ruolo da protagonista. Dovranno tuttavia passare altri 8 anni, una buona quantità di ruoli secondari e addirittura una pellicola cinematografica (Mario Bros: 1993) prima che le luci della ribalta rendessero giustizia alle complessità dell’idraulico verde.
Correva il lontano 2001 e i nostri saloni europei avrebbero di li a poco accolto il ruggente GameCube: l’indimenticabile cubo viola che nel suo arco vitale glorificò Super Smash Bros. Melee, ci fece veleggiare per i mari di The Legend of Zelda: The Wind Waker, sancì il ritorno in grande stile di Samus Aran in Metroid Prime e ci permise di esplorare il maniero dei Roivas in Eternal Darkness: Sanity’s Requiem (solo per citarne alcuni). In quell’epoca di capolavori e leggende, proprio durante la fase di lancio del GameCube (2001 Giappone e Usa, 2002 nel resto del mondo) venne proposto Luigi’s Mansion.
Luigi’s Mansion vanta la maggior parte degli elementi classici di un Survival Horror, con una spruzzata dell’atipico di Nintendo: un’atmosfera cupa e tesissima, pericoli mortali in agguato e un maniero da esplorare con un’infinità di porte da sbloccare che ammicca alla celeberrima villa Spencer di Resident Evil. Come ci è finito Luigi la dentro? Non sarà tanto allocco da avventurarsi per le polverose sale di un palazzo vinto a una lotteria alla quale non ha mai partecipato, vero?
Lo spilungone verde verrà salvato dalle grinfie di un fantasma in agguato grazie all’intervento del Professor Strambic. Lo strambissimo scienziato, esperto di paranormale, è ben attrezzato alla caccia al fantasma: ci addestrerà in un batter d’occhio all’uso della letale coppia di torcia e Poltergust 3000. Luigi avrebbe volentieri girato i tacchi e sarebbe tornato di gran carriera alla tranquillità della sua dimora nel pacifico regno dei funghi, se non fosse che il più temerario ma non più intelligente Mario è stato catturato da Re Boo e imprigionato in un dipinto.
Inizia così l’epopea del pavido Luigi, che tremando, ansimando e sussultando a ogni rumore, non si tirerà indietro dall’ingrato compito di salvare il baffuto fratello. L’avventura è brillante, magnetica e stimolante: non è un caso che il titolo venne acclamato dalla critica e accolto con entusiasmo dal grande pubblico. L’orrore firmato Nintendo ha un look tutto suo, fedele all’ambientazione, carismatico e spaventoso senza compromettere il senso d’appartenenza all’universo di Mario & Co.
Nonostante il successo del primo capitolo, dovremo attendere più di una decade per assistere al proseguimento delle disavventure a tinte fosche del baffone verde: per l’esattezza Marzo 2013, data di release di Luigi’s Mansion: Dark Moon, secondo capitolo della saga per Nintendo 3DS. Affidato alle cure dei ragazzi canadesi di Next Level Games, la seconda incarnazione delle avventure di Luigi si discosta un tantino dalla matrice originale, muovendosi sempre all’interno delle tinte originali ma frammentando l’avventura in 5 distinte location.
Ancora una volta verrà sancita l’alleanza tra il geniale Strambic e il pavido Luigi, ancora una volta Mario verrà salvato dalle grinfie di Re Boo in un’avventura dal tocco più arcade e a tratti meno esplorativa. Per riuscire nell’impresa dovremo collezionare i frammenti della luna di Cupavalle per placare la ferocia degli spettri, riuscendo addirittura a forgiare un’alleanza tra lo spilungone e un cagnolino fantasma, che verrà adottato al termine dell’avventura.
Il 31 Ottobre si avvicina e a 17 anni dal primo capitolo della saga, ci apprestiamo a varcare ancora una volta la soglia di un edificio brulicante di spettri, curiosi di conoscere quali diavolerie il Dottor Strambic ci metterà e disposizione e pronti al peggio. Il tetro dello scontro con le forze del male sarà un intero Hotel infestato, con la promessa di esplorare una grande location e lasciarci alle spalle il format “missioni” del Dark Moon. La nostra Nintendo Switch è pronta al peggio e Joy-Con alla mano, non vediamo l’ora di urlare in preda al terrore, braccati da nemici diaBoolici!