Castlevania: Lords of Shadow, intervista al producer Dave Cox
Castlevania compie 25 anni e invece di invecchiare ritorna più giovane che mai con Lords of Shadow, titolo sviluppato per console Playstation 3 e Xbox 360, in uscita il prossimo 10 Ottobre. Il producer del titolo, Dave Cox, risponde ad alcune domande all’alba del ritorno della serie. Ecco di seguito l’intervista concessa al Playstation Blog:
Solo pochi fortunati hanno potuto provare fino ad oggi la demo di Castlevania, quali aspetti volete mostrate con questa anteprima?
Innanzitutto volevamo mostrate ai videogiocatori quello che sarà presente nel gioco. Questa demo è stata creata con l’obiettivo di far risaltare il comparto grafico e di sottolineare la possibilità di migliorare le abilità e le capacità di combattimento di Gabriel. E’ tutt’altro che semplice riuscire a dare un’idea completa di quello che sarà il gioco da due soli livelli: il primo mostra alcune tecniche di combattimento mentre nel secondo diamo un assaggio di molti elementi che costituiranno il prodotto ultimato.
Come descriveresti la curva di apprendimento del sistema di combattimento?
Il giocatore in questo sistema può decidere cosa aggiungere e quando aggiungerlo, pertanto io lo definirei come un sistema in costante sviluppo. Volevamo dargli un’impronta classica della serie Castlevania, quella dell’esplorazione, dove un’immagine mostrava le aree che ancora erano rimaste inesplorate.
In Castlevania: Lords of Shadow non tutte le aree sono disponibili fin da subito ma potranno essere raggiunte solo dopo aver appreso il doppio salto. Anche per quanto riguarda il combattimento le nuove capacità saranno fondamentali per sconfiggere la grande varietà di nemici la cui IA andrà perfezionandosi sempre più. Niente in questo capitolo è superfluo e tutto contribuirà a migliorare le meccaniche di gioco non limitando così l’esperienza videoludica ad una semplice pressione di tasti.
Qual’è il vostro approccio alla narrazione?
La narrazione e il gioco devono procedere di pari passo. Kojima, entrato a far parte del team, ha potuto spiegarci in maniera brillante come donare nuova vita a Castlevania facendo sì che la storia alimentasse il gioco e viceversa. Gabriel era stato inizialmente pensato come un barbaro comune ma grazie ai suggerimenti di Kojima si è potuto donargli una maggiore caratterizzazione. Questo ha dato ad attori come Robert Carlyle molto materiale su cui lavorare.
Il cast di doppiatori è davvero notevole. Questi erano gli attori che avevate in mente sin dal principio?
Sì, era il cast che avevamo idealizzato e tutti sono stati eccezionali. Non è stato solo un semplice lavoro di doppiaggio: gli attori si sono innamorati della trama e ciò gli ha dato lo stimolo per lavorare al meglio. Si sono così create sfumature che non ci saremmo aspettati di vedere in un videogioco doppiato da attori del loro calibro, ritenuti emotivamente poco vicini al progetto.
Un elemento caratteristico della serie è da sempre una ripetitività, in senso buono, che spinge il giocatore a ritornare nelle aree già visitate alla ricerca di qualcosa di nuovo. Questa tradizione continuerà anche in Lords of Shadow?
A dire il vero no. Volevamo che CLOS fosse del tutto originale e che, anche contenendo alcuni riferimenti che i fan della serie coglieranno certamente, si distaccasse dagli stereotipi a cui la serie aveva abituato, tra cui anche la ripetitività. Niente più catene livello, boss livello, livello, boss livello insomma.
Si è alzata una nube di polemiche a proposito del nuovo Dante apparso in Devil May Cry, altra serie giapponese che sarà rivisitata da uno sviluppatore occidentale. Simili polemiche hanno colpito anche voi?
Certamente, all’annuncio di un nuovo Casltevania sono piovuti commenti negativi da parte dei fan affezionati che temevano una svendita della serie. Ho poi chiarito che la collaborazione con Konami era dovuta alla necessità di donare nuova vita a Castlevania e credo che quanto visto fino ad ora abbia convinto tutti i giocatori che le loro paure erano infondate. Anzi, sono sicuro che ora i fan siano impazienti di poter gustare questo titolo.
CLOS è stato paragonato a molti giochi, soprattutto God of War e Shadow of the Colossus. Quali di questi paragoni ritiene validi?
Castlevania è nato ben 25 anni fa, io credo sia molto più corretto dire che titoli quali quelli menzionati da lei si siano ispirati alla nostra serie e non viceversa. Abbiamo tutto nel nostro titolo: 3D, giganteschi boss, elementi platform e miriadi di combattimenti. Esistono molti giochi che al momento possono paragonati a Castlevania.
Dando uno sguardo d’insieme però si nota come CLOS mescoli ed integri tutti questi elementi alla perfezione. Trovo normale etichettare un titolo nuovo per poterlo meglio identificare e comprendere ma mi auguro che dopo l’uscita di Lords of Shadow tutti i giochi vengano considerati suoi cloni!
Negli ultimi tempi si discute sovente della "piattaforma principale" per lo sviluppo di un gioco. Esiste un motivo che vi ha spinto a scegliere la Playstation 3?
In questo caso credo che il dibattito sulla piattaforma principale sia nato a seguito di una mia dichiarazione. Vorrei precisare che le due versioni sono state sviluppate praticamente di pari passo, semplicemente, al momento in cui mi intervistarono la versione per Playstation 3 si trovava in uno stato leggermente più avanzato.
Per concludere, preferirebbe che CLOS venisse riconosciuto come un capitolo della serie Castlevania o etichettato come un progetto del tutto nuovo?
Perché non entrambe le cose? Dopotutto Lords of Shadow contiene elementi che soddisferanno sicuramente i fan della serie ma allo stesso tempo possiede una propria identità. Io credo sia un punto di partenza ideale per noi e per i nuovi giocatori!