Captain Tsubasa: Rise of New Champions – Il fascino del gameplay
Captain Tsubasa: Rise of New Champions è uno dei titoli più attesi di questa estate e di tutto il 2020. Volete sapere il perché? Ve lo spieghiamo noi!
L’arrivo di Captain Tsubasa: Rise of New Champions è ormai dietro l’angolo. Il tanto atteso calcistico squisitamente arcade e spettacolare dedicato all’universo del manga (e anime) creato da Yōichi Takahashi è pronto a debuttare su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC tra qualche settimana, per la gioia di tutti gli appassionati.
Nelle ultime settimane gli sviluppatori hanno accompagnato l’uscita del gioco con tante nuove informazioni su ciò che sarà la produzione e soprattutto su cosa sarà in grado di dare ai videogiocatori, concentrandosi, chiaramente, sugli aspetti più importanti del titolo. Inutile dirvi che, dopo aver svelato quelle che sono le varie squadre disponibili in game e illustrato per sommi capi quella che sarà una modalità storia molto ricca e dettagliata, l’attenzione degli sviluppatori si è concentrata sull’illustrare, fornendo alcuni dettagli succulenti, quello che è il vero cuore della produzione stessa: il Gameplay.
Con un nuovo video di presentazione, che tra le altre cose anticipa anche la presenza di un ricco tutorial per perfezionare le proprie skill, Bandai Namco ha svelato alcune caratteristiche uniche del gioco, che ci lasciano ben sperare su quel che sarà il gameplay di Captain Tsubasa: Rise of New Champions, focalizzandosi in particolare su alcuni dettagli a dir poco succulenti. Se siete curiosi di scoprirli insieme a noi e soprattutto se anche voi non vedete l’ora di metter mano sul titolo di Tamsoft, non vi resta che proseguire con la lettura.
V-Zone: potenziamoci insieme!
Una delle meccaniche più interessanti e intriganti di questo Captain Tsubasa: Rise of New Champions è senza dubbio quella legata alla cosiddetta V-Zone. La V-Zone è da considerarsi come una classica zona “calda” del campo, in cui i giocatori al suo interno ricevono svariati benefici in base alla situazione, al ruolo o, a quanto parrebbe, alle dinamiche più strette dell’azione.
Evitare la riduzione della Barra dello Spirito degli atleti, ricaricare più rapidamente la barra del Tiro o in generale rendere più performanti i giocatori coinvolti sono alcuni degli esempi dei benefici della V-Zone, che coinvolgono anche l’estremo difensore, iconicamente, nel mondo di Captain Tsubasa tra gli elementi del team meno appariscenti, costretti a subire le bordate degli attaccanti avversari. Sfruttando la V-Zone un portiere può dar vita ad un intervento disperato e salvare la propria porta, conservando così un eventuale vantaggio, o tenere accesa la speranza di rimonta in caso di risultati negativi.
Questo è lo Spirito giusto!
Elemento fondamentale e cuore pulsante di un po’ tutto il gameplay del gioco è la Barra dello Spirito, presente per tutti gli atleti e vitale per praticamente ogni tipo di movimento. A essa infatti sono legate dinamiche di focale importanza, come i “super tiri”, gli interventi difensivi e chiaramente la possibilità di saltare in dribbling la difesa o di portare a termine con successo uno spettacolare passaggio filtrante. L’importanza della Barra dello Spirito si avverte dunque anche in fase offensiva: un giocatore caratterizzato da una barra vuota o poco corposa andrà incontro ad un intervento difensivo sicuro che gli toglierà il pallone e via dicendo, rendendo in tal modo ogni azione un mix di azione e strategia da non sottovalutare.
Tale barra si ricarica col tempo, magari non forzando la mano con gli atleti già in difficoltà, per evitare clamorosi errori da una parte o l’altra del campo. Discorso diverso per il portiere: sempre risultando fondamentale per ogni tipo di intervento, la Barra dello Spirito però ha un cool down diverso per gli estremi difensori, che possono vedere ristabilita la propria “energia” soltanto dopo aver subito un gol o nell’intervallo tra un tempo e l’altro.
Pur risultando all’apparenza scontata o poco innovativa come idea, va invece valutata per la sua introduzione in un contesto delicato come quello calcistico, a cui Captain Tsubasa ha dimostrato di saper prestare la giusta attenzione. Lo schema di comando del gioco, nei suoi meccanismi basilari è infatti molto simile a quello di un FIFA o un PES vario e la combinazione tra il realismo (molto abbozzato, sia chiaro) e la spettacolarità può risultare un tratto incredibilmente valido nella valutazione complessiva del prodotto.
A chiudere il discorso sui comandi ci pensa la possibilità, con determinati giocatori, di dar vita a spettacolari e devastanti “combo”. Come accade nell’anime e nel manga, anche in game è possibile sfruttare il legame, ad esempio, tra Tsubasa e Misaki (Holly & Benji) i quali, nelle giuste condizioni, danno vita a spettacolari triangolazioni quasi impossibili da arrestare. Discorso simile, ad esempio, per i famosi gemelli Tachibana. Se dovessero trovarsi vicini alla stessa palla vagante potrebbero dar vita alla famosissima Catapulta Infernale, con tutto ciò che ne consegue sia in termini di spettacolarità, sia sentimentali ma anche ai fini della partita stessa.
Il miglior attacco è la difesa o la miglior difesa è l’attacco?
Un delle aggiunte più intriganti, capaci di dare Captain Tsubasa: Rise of New Champions un tocco di freschezza e soprattutto di unicità è quella legata al sistema di Dribbling e alla conseguente dinamica inversa, quella ossia relativa alla difesa da esso. In fase offensiva, tramite la pressione dei tasti R1 o R2, è possibile eseguire diverse tipologie di Dribbling, legate chiaramente sia all’atleta utilizzato ma anche alla quantità di Spirito di rimasto, elemento da tenere sempre sotto controllo ogni qualvolta ci si lancia in una spettacolare manovra di evasione. Il tempismo e la scelta del Dribbling più adatto al momento più adatto sembrano le variabili più importanti da tenere a mente per massimizzare la propria efficacia offensiva, chiaramente senza dimenticare che ogni giocatore ha i suoi parametri, anch’essi importanti ai fini delle corrette manovre offensive.
Discorso molto intrigante per quanto concerne la difesa: tramite la pressione al momento giusto degli stessi R1 e R2 è possibile contrastare l’attaccante avversario, sempre però ricordando di tenere sotto controllo l’ormai famosissima Barra dello Spirito, ma non soltanto. I due tasti dorsali corrispondono a diverse tipologie di interventi difensivi, che risultano più o meno efficaci rispetto ai corrispettivi della fase offensiva. Per intenderci, se dovessimo contrastare un dribbling effettuato con R1 premendo R2 non avremmo alcun effetto, mentre viceversa ricambiando il colpo nel modo “corretto” avremo ottime possibilità di contrastare l’attacco nemico. Tale meccanica si impreziosisce ulteriormente con le palle alte. Su una palla vagante, su cross o su un calcio d’angolo, una volta che la palla raggiunge il punto indicato si attiva una sorta di mini gioco interattivo, in cui a vincere è colui che riesce a risultare più reattivo nel premere una sequenza di tasti che appaiono su schermo. L’attenzione data alla fase difensiva sembra dunque un elemento predominante della produzione, e non potremmo che esserne felici, poiché il rischio dello sbilanciamento generale, con un prodotto del genere, è sempre dietro l’angolo.
Queste primissime informazioni di gameplay dedicate a Captain Tsubasa: Rise of New Champions ci lasciano ben sperare per il futuro. Se la nostra attenzione, da fan del brand, era già alle stelle, ora lo è ancora di più, grazie ad una serie di elementi dedicati al gameplay che sembrano promettere più che bene. Certo, bisogna contestualizzare il tutto e aspettare di poter provare ogni cosa con mano per potersi sbilanciare, ma se il buongiorno si vede dal mattino ci riserviamo il diritto di essere piuttosto ottimisti sulla riuscita del progetto.