Bambini e videogames al tempo del Coronavirus
Un piccolo vademecum su come usare il mezzo videoludico per occupare correttamente il tempo libero obbligatorio tra le mura domestiche.
Ho riflettuto molto se e come scrivere questo breve editoriale, soprattutto dato l’argomento delicato che riguarda i bambini e i videogames al tempo di una quarantena come questa impostaci dal COVID-19. Premesso che non ho una laurea in psicologia che mi permetterebbe di dissertare dell’impatto sociale e emotivo sui più piccoli, posso però portare la mia esperienza di giocatore e genitore. Quindi parlerò di esperienze personali e non solo di studi blasonati sperando che queste mie poche parole possano venire in aiuto di altri che come me si trovano ad affrontare un momento delicato della storia.
Nel connubio tra bambini e videogames prima di tutto va detto che, e questo è un dato di fatto, l’esperienza videoludica proposta da console, tablet e smartphone nei più giovani può essere non solo deleteria ma addirittura sconsigliata almeno in dosi massicce. I videogames pensati per la mobilità, quelli destinati a tablet e smartphone, sono sempre più orientati verso un approccio free, denso di pubblicità e che offre contenuti veloci e poco stimolanti. Per capirci mi sto riferendo a quel genere di videogames in cui brevi stage di facile e veloce soluzione sono intervallati da pop-up pubblicitari invasivi a tempo, in cui per proseguire è necessario sorbirsi la promo di turno (spesso ripetuta allo sfinimento), prima di poter skippare e passare al quadro successivo, anch’esso di facile soluzione e anch’esso seguito da altra pubblicità.
A riguardo della relazione tra bambini e videogames gli istituti riuniti in Psicoterapia Cognitiva hanno dimostrato che:
Studi epidemiologici indicano che il 3-7 % dei bambini in età scolare e il 4-5 % degli adolescenti e dei giovani adulti, rientra nei criteri del disturbo da deficit di attenzione con una proporzione che va da 2:1 a 9:1 tra maschi e femmine. I soggetti presentano delle difficoltà nei seguenti campi relativi all’attenzione e alle funzioni neuropsicologiche: risoluzione dei problemi, abilità di pianificazione, grado di allerta e di attenzione, flessibilità cognitiva, attenzione mantenuta, inibizione delle risposte automatiche, memoria di lavoro non verbale.
Anche la Iowa State University ha dimostrato già nel 2010 come alcuni tipi di intrattenimento possano provocare deficit di attenzione come quelli espressi poc’anzi nei bambini e purtroppo il mercato dei videogames mobile ha peggiorato la situazione offrendo contenuti “gratuiti” supportati da pubblicità costante.
Per chiarire il concetto prima di arrivare alla nostra situazione attuale bisogna cercare di immaginare la realtà pratica a cui i nostri piccoli vengono sottoposti: un momento di breve concentrazione è seguito da un momento di attesa ancor più breve in cui si deve per forza stare a fissare un determinato contenuto; poi il tutto si ripete e il ripetersi di questo processo arriva quasi a ipnotizzare i soggetti più piccoli che rimangono incollati allo schermo o per la curiosità derivata dal contenuto o semplicemente per attendere di poter proseguire nel videogioco.
In alcuni casi se da genitore proverete a chiamare vostro figlio potrete immediatamente notare l’assenza di stimolo, la mancata risposta del pargolo e in alcuni casi – specie se il gioco dura da un po’ – l’assenza totale di risposta. Lo stimolo sensoriale dato da musica, immagini, tocco e vibrazione offerta dagli attuali dispositivi assorbe a livello completo i bambini estraniandolo dal mondo che lo circonda e immergendoli a fondo nei videogames. L’appagamento dei sensi è innegabile ed è già stato soggetto di vari studi psicologici: pensate semplicemente a come mangiare snack davanti alla TV sia ormai un’abitudine radicata in tutti, dato l’appagamento di vista, udito, tatto, odorato e gusto al tempo stesso. Ora immaginate l’effetto sui più piccoli che come sappiamo sono spugne in grado di assorbire tutto in maniera ancor più veloce e recettiva di noi adulti.
Normalmente da genitori coscienziosi cercheremmo di limitare il tempo che i nostri figli dedicano ai media, ludici e non, ma in una situazione del tutto particolare come questa come possiamo fare? Migliaia di persone sono intrappolate nelle loro abitazioni, alle prese con la quotidianità domestica e lo smart working, e intrattenere i più giovani per avere il tempo di poter lavorare da casa diventa un imperativo, a volte diventa persino necessario impegnarli anche solo per avere un secondo di respiro. Non possiamo però pensare di lasciare i bambini in balia di tablet, tv e console senza uno scopo o una guida, dato che abbassare il loro livello di attenzione oggi potrebbe creare dei grossi problemi in futuro. Come sopravvivere allora?
Per fortuna il mezzo videoludico non è sempre un costrutto demoniaco e tentatore in grado di traviare ma può diventare, e spesso è così, un’ottima fonte di stimoli interessanti e complessi, in grado di elargire note positive e costruttive. Quindi mi sento di consigliarvi di lasciar perdere per il momento giochini veloci e poco elaborati costellati da pubblicità per lasciar maggior spazio a quei titoli complessi onirici e sognanti che arricchiscono le nostre vite anziché impoverirle.
In questo mio editoriale su ho quindi pensato di raccogliere per voi quelli che penso possano essere dei validi esempi adatti a stimolare la creatività nei vostri figli, al fine di impiegare il tempo a disposizione in maniera costruttiva. Nella pagina seguente potrete trovare una serie di suggerimenti.