Back in Time – Yakuza 2
Fra tre giorni debutterà in Europa Yakuza Kiwami 2, remake – sulla falsariga del remake del primo episodio – della seconda avventura di Kazuma. Non potevamo certo farci sfuggire l’occasione per tornare su Yakuza 2 (cui sono legato particolarmente, in quanto fu il primo titolo da me recensito, eoni fa, NdR).
Yakuza 2 si svolge un anno dopo la conclusione della prima avventura di Kazuma Kiryu, ex yakuza tornato in libertà dopo dieci anni di galera a causa di un omicidio di cui decise di sobbarcarsi la responsabilità. Senza soffermarsi sulla trama correndo il rischio di rivelare qualcosa, è consigliabile finire Yakuza prima di iniziare Yakuza 2 (che comunque all’inizio presenta un esaustivo riassunto della trama sotto forma di flashback), non solo per la storia, ma anche per apprezzare meglio i personaggi, dotati di un’ottima caratterizzazione. Ci sono tutte le vecchie conoscenze rimaste in vita, da Kazuma (nuovamente protagonista) a Majima, senza dimenticare Haruka e altri ancora.
Quanti, invece, abbiano già finito il gioco, potrebbero chiedersi come siano state riaperte le vicende, che si concludevano perfettamente col primo episodio e, soprattutto, se l’intreccio sia all’altezza di quello di Yakuza. Tranquilli, la seconda avventura di Kazuma appassiona ancora, anche se forse la trama è un gradino più in basso e la ripresa delle peripezie del nostro eroe potrebbe sembrare un po’ forzata. In realtà, tutto scorre fluidamente e appassiona il giocatore fino al fantastico finale, grazie anche all’introduzione di nuovi personaggi principali.
Per raggiungere lo status di capolavoro non basta avere un ottimo comparto narrativo, bensì serve anche un gameplay divertente, profondo e, preferibilmente, vario. Yakuza 2, riprendendo in tutto e per tutto la formula vincente del predecessore, centra nuovamente il bersaglio. Il gameplay può essere suddiviso in tre fasi, che analizzeremo di seguito: esplorazione, combattimenti e mini giochi o sub-quest.
Le complesse vicende di questo episodio portano Kazuma non solo sulle strade già conosciute di Kamurocho, quartiere fittizio (che ricorda molto da vicino quello di Kabukicho) in cui era ambientato il precedente episodio, ma anche nel Kansai a Osaka. Ciò conferisce maggior varietà nell’esplorazione e uno svolgimento meno lineare dell’azione, poiché i trasferimenti da un quartiere all’altro sono frequenti. Le fasi di esplorazione non sono semplici intermezzi fra un combattimento e l’altro, anzi, costituiscono una parte importantissima del gioco, che presenta una componente free roaming accentuata. Durante queste fasi si può entrare nei negozi per acquistare armi, cibo e utensili vari, cercare oggetti nascosti (sia a Tokyo sia a Osaka si possono trovare per terra delle chiavi che aprono numerosi armadietti) e dare inizio a svariate sub-quest e mini giochi.
Frequenti sono gli scontri con malviventi che fermano Kazuma non appena ci passa vicino. Questi combattimenti, che potremmo definire “casuali” in termini jrpgistici, sono stati criticati da alcuni per la loro frequenza, però servono a procurarsi soldi e punti esperienza, utili per apprendere nuove mosse e allungare la barra della salute, senza contare il fatto che sono disattivabili equipaggiando un oggetto che troverete presto se cercherete le chiavi degli armadietti.
Questi incontri/scontri fondono assieme la fase esplorativa e quella di combattimento, vero e proprio cuore del gioco. Il battle system di Yakuza 2 è una versione più fluida, e con qualche innovazione, di quello del primo: i tasti e molte mosse sono gli stessi (però ne sono state aggiunte di nuove) e anche l’utilizzo delle armi è rimasto invariato. Ancora una volta, oltre a katane, pugnali, pistole e fucili (il gioco, comunque, non incoraggia molto l’uso delle armi da fuoco, piuttosto deboli), Kazuma potrà utilizzare molti altri oggetti, dalle biciclette alle saliere!
Tornano anche le heat move, mosse speciali effettuabili premendo il tasto Triangolo dopo aver riempito un’apposita barra. Queste ultime sono contestuali: se premete Triangolo dopo aver effettuato una presa nelle vicinanze di un muro o di un’auto, Kazuma fracasserà la testa del malcapitato su questi elementi dell’arena; se premete Triangolo mentre il nemico sta per colpirvi, effettuerete una contromossa (prima è necessario acquisire l’abilità). Le heat move sono molto numerose (un centinaio) dal momento che le armi e le situazioni sono tantissime.
I combattimenti più classici sono le risse contro molti malviventi contemporaneamente, però non mancano varianti, come l’uno contro uno (per esempio nell’Arena), la lotta contro animali o la presenza di un aiutante guidato dall’IA.
Se a un certo punto sarete stanchi di distribuire mazzate, potrete interrompere lo svolgimento della trama e dedicarvi ai mini giochi e a tutte le altre attività presenti. Girovagando per le strade si possono trovare diverse cose da fare: moltissimi sono i mini giochi e le sotto-missioni, senza dimenticare la ricerca delle chiavi degli armadietti, che spesso contengono oggetti rari, se non unici.
La maggior parte delle sub-quest (nelle quali si possono guadagnare ingentissime somme di denaro) richiedono di cercare una persona o un oggetto, e molto spesso questa si conclude con una scazzotata. I mini giochi sono più vari: Kazuma può svagarsi con il golf o nelle sale giochi rigorosamente SEGA (proprio come in Shenmue), oppure, può mettere alla prova le sue doti di seduttore negli Host Club (in quest’episodio una missione secondaria vedrà addirittura il nostro eroe alle prese con il mestiere di host!) e molto altro ancora.
Passando al lato tecnico, bisogna ricordare che il gioco uscì nel 2006, ma risulta ancora gradevole, soprattutto per la cura maniacale riposta nella riproduzione dei quartieri e della vita notturna giapponese (dal momento che l’azione si svolge perlopiù di notte) e per le espressioni facciali. Fra i difetti segnaliamo i frequenti caricamenti (pur ridotti rispetto al primo Yakuza), la telecamera non sempre perfetta, qualche problemino nelle collisioni e il pop up dei passanti. Meglio, invece, il sonoro, con buone musiche e con le voci giapponesi, ben migliori rispetto a quelle del doppiaggio americano del precedente episodio, anche se vengono distorte suonando un po’ “metalliche” se si gioca a 50 Hz.
Yakuza 2 manifestava già la tendenza conservatrice della serie: non è avvenuta nessuna vera innovazione a livello di gameplay, ma tutto è stato ampliato e migliorato, come ci si aspetta da un sequel. Le vicissitudini di Kazuma divertono e appassionano per una durata complessiva sopra la media degli action, se si vuole seguire solo le vicende della trama, mentre se ci si dedica alle altre attività presenti (il miglior modo per godersi questa fantastica avventura) il cronometro potrebbe raggiungere le settanta ore.