Back in Time – Viewtiful Joe: Double Trouble!

Viewtiful Joe rimpicciolito!

Viewtiful Joe è un supereroe ormai dimenticato. Nato dal geniale Clover Studio, debuttò su GameCube, ma poi, come avvenne per altri due famosi Capcom Five (Killer7 e Resident Evil 4), cercò miglior fortuna su PlayStation 2. Dopo due episodi usciti su home console, Capcom pensò di affidare a Clover Studio lo sviluppo di un titolo in esclusiva per DS, che sfruttasse pienamente lo schermo tattile, gimmick all’epoca – parliamo del 2005 – freschissima. Viewtiful Joe: Double Trouble! è il terzo episodio della saga, nonché l’ultimo a conservarne le caratteristiche originali, dal momento che Red Hot Rumble percorse una strada diversa e decisamente perigliosa.

Visto che la settimana scorsa abbiamo spento con Joe la sua sedicesima candelina, ci è sembrato doveroso soffermarci anche su Double Trouble!

Il primo impatto con Double Trouble! è ottimo, grazie a un comparto tecnico massiccio, che cerca di non far rimpiangere troppo gli hardware casalinghi. E per certi versi ce la fa pure, grazie a una grafica poligonale di qualità, per giunta su entrambi gli schermi; certo, gli effetti speciali sono un po’ sottotono, però nel complesso la resa è eccellente, grazie anche all’ottima palette cromatica. Ovviamente non si tratta di magia nera, ma del frutto di un gran lavoro e di qualche compromesso, consistente in particolare nell’abbassamento del frame rate da 60 a 30 fps e del numero di nemici presenti contemporaneamente sullo schermo (non mi pare di averne mai contati più di due, N.d.R.); probabilmente proprio queste “magagne” (metto tra virgolette, perché sarebbe ingeneroso parlare di magagne: Nintendo DS era un macinino, Clover Studio ha fatto un lavoro eccellente, N.d.R.) hanno spinto gli sviluppatori a porre maggior enfasi sulla componente di puzzle solving a discapito dei combattimenti.

I limiti tecnici pesano maggiormente sul sonoro, lontano dalle vette di eccellenza toccate da Viewtiful Joe e dal suo sequel, nonostante l’inclusione di alcuni effetti sonori presi di peso dai due titoli. Al di là della qualità audio non eccelsa, la vera pecca è il doppiaggio, che si presenta “castrato”: il caro vecchio narratore – trashosamente enfatico – è sparito, mentre resta qualche frase minima, come l’immancabile “Henshin a go-go baby!”. Le musiche sono perfettamente in linea con lo stile della serie, ma non brillano per ispirazione nel complesso.

Sul piano ludico, Double Trouble! si mantiene fedele ai canoni dettati da Viewtiful Joe, ripresi pedissequamente pure dal seguito: ancora una volta, dunque, ci troviamo innanzi a un picchiaduro a scorrimento bidimensionale dotato di una rilevante componente di puzzle solving; anzi, come accennato in precedenza, probabilmente tale elemento è stato maggiormente valorizzato rispetto al passato per sopperire al depotenziamento delle scazzottate a causa dei limiti hardware. Il gioco si avvale di entrambi gli schermi della console: quello superiore mostra le stesse inquadrature di quello inferiore, ma con un ingrandimento maggiore, rendendosi utile negli scontri più impegnativi (nessuno, in modalità Normale) o per qualche salto di precisione.

Il sistema di controllo risulta subito familiare ai fan della serie, tranne ovviamente per quanto attiene ai poteri VFX, in parte rinnovati e in parte demandati al touch screen. Joe ha a disposizione quattro super poteri:

  1. Slow: il classico rallentatore presente sin dal primo Viewtiful Joe, si attiva con il tasto L;
  2. Scratch: si attiva premendo R e successivamente strofinando il pennino sui nemici, che verranno investiti da vari oggetti che cadono dal cielo (pentole, manubri e cose del genere);
  3. Split: con il pennino si taglia lo schermo in due sezioni e si muove quella superiore;
  4. Slide: facendo scorrere lentamente il pennino dall’alto verso il basso si possono scambiare i due schermi, e così interagire con vari elementi dello scenario messi in evidenza dall’inquadratura ingrandita, in modo abbastanza simile allo Zoom In di Viewtiful Joe e sequel.

L’unica abilità un po’ “fresca” è lo Split, massicciamente impiegato nelle sezioni platform e nei puzzle. Questi ultimi non risultano sempre di immediata comprensione, ma sono facilitati dai suggerimenti: il gioco, infatti, evidenzia gli elementi interattivi dello scenario ponendoci accanto il nome del potere da utilizzare. Scratch e Slide, richiedendo molteplici input di diversa natura (tasti e schermo tattile) non risultano sempre comodissimi, e in particolare Slide può dare alcuni problemi, dal momento che deve essere attivato con un movimento lento che il giocatore potrebbe svolgere troppo frettolosamente nelle situazioni concitate. La gimmick di Nintendo DS si rivela in fin dei conti zavorrante, ma ciò non produce una frustrazione eccessiva, dal momento che i nemici presenti sullo schermo sono pochi e che complessivamente il livello di difficoltà è più basso rispetto a quello degli episodi per home console.

In Double Trouble! Joe deve recuperare una pellicola sottratta da un misterioso esercito chiamato Madow; ad aiutarlo ci sarà la sorella Jasmine, new entry nel cast della serie. Qualche vecchia conoscenza e qualche sorpresa traghettano il giocatore fino alla fine, senza entusiasmare più di tanto.

La trama si snoda attraverso sei episodi, ciascuno della durata inferiore a un’ora, quindi giungere ai titoli di coda è una questione di quattro o cinque ore, giocando in modalità normale. Sarebbe esagerato dire che il gioco dura come un film (a meno che quel film non sia Nymphomaniac, N.d.R.), ma come un paio sì. Ma, soprattutto, come un film d’azione che intrattiene senza entusiasmare, non dà grandi stimoli per essere rivissuto: l’unico extra sbloccabile – terminando il gioco in modalità difficile – è la modalità V-Rated (manca peraltro la Ultra V-Rated dei precedenti capitoli); non ci sono segreti, non ci sono personaggi extra e non c’è nemmeno una modalità New Game+. Insomma, si gioca per qualche ora, senza grande entusiasmo, e si accantona per sempre.

Double Trouble!


Purtroppo, Viewtiful Joe: Double Trouble! non può dirsi pienamente riuscito, se lo confrontiamo con i due titoli che lo hanno preceduto; ciò che delude maggiormente è proprio l’implementazione dei controlli touch, che appare un po’ forzata e non ben integrata, come sarebbe stato lecito sperare. Rimane un ottimo action in relazione alla console su cui è uscito.

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