Back in Time – Castlevania: The Dracula X Chronicles
Fino al 2007 Castlevania: Rondo of Blood era rimasto appannaggio dei giocatori giapponesi; i fan europei dovettero accontentarsi di Akumajou Dracula XX (Dracula X in America, Vampire’s Kiss in Europa), una sorta di reimagining piuttosto che un enhanced port, non in grado di rendere giustizia al gioco originale. Sfruttando la propensione di PSP ad accogliere grandi classici del passato, più o meno tirati a lucido, Konami decise di realizzare un remake di Rondo of Blood, includendo nel pacchetto pure le versioni emulate di Rondo of Blood e del sequel Symphony of the Night.
Dopo aver sviscerato Rondo of Blood la settimana scorsa, ora ci concentreremo sul suo remake, che costituisce la portata principale di Castlevania: The Dracula X Chronicles.
La filosofia di questo rifacimento è così riassumibile: “cambiamo tutto, ma senza esagerare”. Le novità si sprecano, ma, allo stesso tempo, chiunque abbia giocato a Rondo of Blood capirà subito che The Dracula X Chronicles ne costituisce un remake. Innanzitutto per il comparto narrativo, uno degli aspetti meno toccati da Konami, che però ha messo mano a storia e dialoghi (anche per adeguarsi meglio al sequel) e creato delle cutscene ad hoc. I personaggi sono cambiati dalla prima volta che li abbiamo visti, siccome il character design è stato affidato ad Ayami Kojima, assiduamente al lavoro sulla serie proprio da Symphony of the Night in poi; scordatevi il look anime Anni Novanta, sostituito da uno stile più serioso ed elaborato, ma non nuovo ai fan di Castlevania. La colonna sonora è stata remixata, ma solo pochi pezzi sono stati rimpiazzati (tra questi “The Nest”).
Quale preferirete, quella vecchia o quella nuova? Scopritelo da voi, collezionando i Sound Item sparsi nei livelli, che vi consentono di ascoltare i singoli brani nella modalità Sound Test (Ver. Audio nella traduzione italiana), che contiene ben tre OST (Rondo of Blood, The Dracula X Chronicles, Symphony of the Night) e qualche brano bonus. Chiaramente, anche il discreto doppiaggio è nuovo di zecca, ma è disponibile pure il dub giapponese originale.
La novità più appariscente è il nuovo motore grafico poligonale, con cui sono state realizzate anche le cutscene. In relazione alle capacità di PSP, possiamo dire che su un piano meramente tecnico è stato svolto un lavoro buono ma non eccellente. Ciò che va davvero apprezzato è il modo minuzioso in cui Konami ha ricostruito un intero gioco nel passaggio da sprite a poligoni, mantenendosi in equilibrio tra fedeltà e reinterpretazione del materiale originale, anche alla luce dell’atmosfera più seriosa di questo remake. Gli elementi che hanno maggiormente beneficiato della trasposizione sono i fondali, che in Rondo of Blood erano caratterizzati da una qualità altalenante. The Dracula X Chronicles, insomma, non sfigura, anzi, risulta affascinante nella sua veste un po’ dimessa e decadente.
Il passaggio da sprite a poligoni ha impattato notevolmente sul gameplay. Anche se il gioco è ancora un action-adventure/platform a scorrimento orizzontale (2.5 D, come si suol dire), anche se il sistema di controllo è rimasto invariato, anche se l’arsenale non ha subito modifiche e livelli e nemici sono rimasti il più possibile fedeli alle loro controparti originali, The Dracula X Chronicles ha un sapore diverso da quello di Rondo of Blood; se mi è concesso esprimere un parere personale, mi piacerebbe che ci fossero più remake del genere, in grado di offrire una rilettura fedele del materiale originale senza scadere nella copia carbone.
La struttura dei livelli è rimasta invariata, ma le modifiche e le aggiunte sono numerose, e quasi tutte costituiscono miglioramenti: la più eclatante è data dallo Stage 5′ (cioè lo Stage 5 alternativo), completamente rifatto, che sostituisce uno schema non molto ispirato, ma poi ci sono diverse sezioni aggiuntive sparse per i livelli, oltre che modifiche minori. A tutto ciò si aggiungono i collectible e nuove barriere colorate, che possono essere rimosse solo dopo aver salvato le fanciulle rapite da Dracula.
Il gameplay si presenta sin da subito un po’ scorbutico: l’impressione, infatti, è che la veste poligonale abbia un po’ appesantito Richter Belmont, che già non era un fulmine; inoltre, la precisione non è paragonabile allo stato dell’arte, costituito dal cosiddetto “pixel perfect” dei giochi bidimensionali. Ciò detto, bisogna sfatare il mito che questo remake sia stato “rovinato” dai poligoni: i controlli funzionano – anche se la disposizione dei tasti della console non è la più congeniale – e livelli e nemici sono stati adattati al nuovo ritmo di gioco (secondo me l’esempio più lampante è dato dallo scontro finale, N.d.R.). The Dracula X Chronicles è difficile perché è difficile, non perché è mal fatto.
D’altronde, anche Rondo of Blood è tosto, anzi, secondo alcuni è più duro; si tratta di una valutazione complessa, nel senso che alcuni passaggi risultano più complicati nella versione originale, altri in quella “nuova” (ad esempio, l’inseguimento del Behemoth), che aggiunge pure alcuni boss. Per superare le sfide proposte dal gioco è necessario studiare i movimenti dei nemici e pianificare di conseguenza le proprie mosse, avendo ben presente che Richter non è una saetta (già Maria è più “maneggevole”, ma perde qualcosa in resistenza e potenza); insomma, bisogna conoscere lo schema (e quindi morire qualche volta) e riflettere un po’ sulle opzioni disponibili, armi secondarie incluse.
In tema di longevità, possiamo mutuare le considerazioni svolte nella recensione di Rondo of Blood: l’avventura dritto per dritto si può finire in un’ora, ma gli stage alternativi e il livello di difficoltà allungheranno il periodo di permanenza dell’UMD nella console. A ciò bisogna aggiungere la notevole mole di extra inserita in questo remake. La prima categoria di materiale opzionale è costituita dai già citati Sound Item, sparsi qua e là negli stage; a essi si aggiungono anche altri due collectible, i quali sbloccano le versioni emulate Rondo of Blood e di Symphony of the Night, quest’ultima basata sulla versione PlayStation. Questi due extra molto succulenti, però, van presi per quello che sono, cioè per meri extra, appunto: i due titoli non sono emulati alla perfezione, quindi esistono alternative preferibili per entrambi; inoltre, l’assenza del supporto wide screen obbliga a giocare su una porzione di schermo decisamente ridotta.
Un terzo gioco sbloccabile è Akumajou Dracula Peke, un mini-game incluso nell’originale Rondo of Blood. Oltre al Sound Test, è stata aggiunta una nuova modalità Boss Rush, affrontabile con Richter o con Maria, in singolo o in cooperativa (in locale, con due copie).
Al tempo del debutto, The Dracula X Chronicles costituiva quasi un acquisto obbligato, visto che era l’unico modo per i giocatori occidentali di mettere le mani su Rondo of Blood senza ricorrere al costosissimo mercato dell’import; inoltre, offriva anche una versione decente di Symphony of the Night, all’epoca quasi precluso all’utenza “sonara” (ma non a quella “boxara”), vista la rarità della versione PlayStation. Negli anni recenti la situazione è cambiata, visto che Rondo of Blood è approdato sulla Virtual Console di Wii e che Symphony of the Night è scaricabile dal PlayStation Store, ma soprattutto visto che ieri è uscito Castlevania Requiem. Ciononostante, The Dracula X Chronicles continua ad avere il suo perché, offrendo una rilettura affascinante dell’opera originale.