Back in Time – Super Time Force
Salviamo il mondo e rendiamolo più figo!
La storia dell’umanità sta ormai volgendo al termine, ma uno scienziato pazzo scopre come viaggiare nel tempo e, a capo di una apposita task force chiamata Super Time Force, salva il mondo! Questo, più o meno, è ciò che succede nei primi minuti del gioco di Capy (quelli che una volta si facevano chiamare Capybara Games). Una volta divenuti eroi della Terra, al Comandante Repeatski e alle sue truppe non resta altro da fare se non rendere il pianeta ancora più cool, tornando indietro nel tempo e cancellando alcuni eventi particolarmente perniciosi, come l’estinzione dei dinosauri o il cataclisma di Atlantide.
In occasione dell’ottavo anniversario della pubblicazione del gioco su Xbox 360 e Xbox One, ritorniamo sull’opera di Capy, ricordandovi che in seguito è uscita in versione Ultra su computer e macchine Sony.
Esposte brevemente le premesse (su cui magari torneremo), è ora di capire cosa diavolo sia Super Time Force: si tratta di un gioco fuori dal tempo, per usare una parola che i ragazzi di Capy amano sottolineare. Su una struttura classicissima da shooter arcade a scorrimento orizzontale, che possiamo ricondurre a Contra o a Metal Slug, viene innestata una meccanica inedita, in grado di sconvolgere il gameplay: il viaggio nel tempo!
All’inizio di ogni livello al giocatore vengono dati 60 secondi e 30 Time Out per portare a termine la sua missione. Il Time Out è il potere – attivabile a piacimento o obbligatoriamente in caso in cui i 60 secondi siano scaduti o il vostro personaggio sia morto – di riavvolgere il tempo e tornare in un qualunque momento precedente. È di intuitiva evidenza che un meccanismo del genere consente di correggere i propri errori, ma c’è molto, molto di più: per un motivo non del tutto chiaro a chi vi scrive, i personaggi si moltiplicheranno! Non è facilissimo da capire e da spiegare, quindi cerchiamo di fare un esempio. All’inizio di un livello c’è solo un soldato in azione. Immaginate di giocare per trenta secondi e poi di morire; a quel punto si attiva il Time Out e tornate all’inizio. Cosa è successo? Che oltre a voi, ci sarà anche il voi del passato, che eseguirà le stesse identiche azioni compiute nei vostri precedenti trenta secondi di gioco.
Il Time Out, dunque, consente di avere un esercito a propria disposizione, e di superare molto velocemente situazioni che con un solo soldato sarebbero insormontabili, come ad esempio le numerose boss battle. Inoltre, se riuscirete a salvare un vostro io-passato dalla sua morte, otterrete una vita in più, che fa gran comodo in un mondo frenetico in cui normalmente si muore al primo contatto con proiettili e nemici.
Infine, attivando il Time Out è anche possibile scegliere nuovamente il personaggio fra i molti disponibili. All’inizio la Super Time Force è composta di soli tre membri, oltre al Comandante, però nei vari livelli è possibile liberare diversi combattenti assolutamente fuori di testa, ciascuno dotato di uno sparo (primario e secondario) diverso.
Il viaggio nel tempo rende Super Time Force uno shooter fresco, senza ombra di dubbio, e lo contraddistingue da tutti gli altri esponenti del genere, però rende anche l’azione piuttosto caotica, più di quanto lo sia già. In alcuni frangenti lo schermo è pieno zeppo di personaggi uguali (anche se i vari io-passato sono dei ghost, non è che non disturbino la visuale), proiettili (fuoco amico e non), nemici e parti dello scenario in movimento, rendendo quasi illeggibile la situazione. Riavvolgendo l’azione un certo numero di volte, probabilmente ne verrete a capo, ma non prima di una discreta dose di frustrazione, aumentata da un sistema di controllo non sempre all’altezza della frenesia di gioco. In particolare, l’aver affidato a un solo stick mira e movimento può rendere problematico sparare in diagonale restando fermi.
Un altro neo è costituito dalle numerose e già citate boss battle: non è che non funzionino o che non siano divertenti, però sviliscono la genialità delle meccaniche di gioco e del level design, proponendo scontri in cui la strategia vincente consiste semplicemente nel riavvolgere il tempo svariate volte, in modo da abbattere in pochi istanti il cattivone di turno, che difficilmente vanta pattern elaborati o altre peculiarità.
Come tutti i titoli di stampo arcade, Super Time Force non fa della durata il suo maggior vanto. L’avventura si compone di sei mondi (che a loro volta contano tre o quattro livelli), affrontabili secondo l’ordine che si preferisce (al di là del primo), in stile Mega Man; conclusi questi, si sblocca la sfida finale, con l’ultima boss battle e quant’altro. Facendo dei calcoli approssimativi, diciamo che potete tranquillamente vedere i titoli di coda nel giro di un pomeriggio.
Una volta concluso il gioco cosa resta? D’altronde, il prezzo di lancio di € 14,99 vi impedisce di archiviare il vostro acquisto così presto. I livelli sono disseminati di segreti, che difficilmente scoverete (non tutti, almeno) alla prima run: si tratta di ulteriori personaggi giocabili e di collectible, alcuni dei quali vengono rivelati solo attivando il Time Out. Chiaramente se volete ottenere tutti gli Obiettivi (1000 punti in totale) non potrete esimervi da questa sfida. Per il resto, buona parte degli Achievement è abbastanza facile da guadagnare, richiedendo di completare i vari mondi o eseguire altre operazioni non troppo complesse. Poi, ancora, potete cercare di migliorare i vostri tempi, proprio come in un arcade di quelli giusti.
Non è prevista, invece, alcuna modalità multiplayer, ma si tratta di una mancanza necessitata dall’uso massiccio dei meccanismi di distorsione del tempo, quindi non è assolutamente qualcosa di cui lamentarsi. Super Time Force è una sfida per giocatori solitari, liberi di imprecare violentemente senza turbare i compagni d’avventura.
Un ultimo aspetto su cui vale la pena di soffermarsi è la personalità dell’opera di Capy. Il team canadese ha sempre conferito ai suoi giochi una direzione artistica di tutto rispetto, e anche questa volta non è stato da meno, anche se la virata è brusca rispetto a un Clash of Heroes o a un Superbrothers. Le atmosfere sono quelle di un coin-op incastrato fra gli Anni Ottanta e gli Anni Novanta, con tanto di pixel e musiche chiptune, ma allo stesso tempo c’è quel tocco minimalista di modernità che suggerisce al giocatore che Super Time Force non può avere trent’anni sul groppone. Semmai, è un omaggio a una certa cultura, ma un omaggio tutto da ridere, fra personaggi improbabili, dialoghi fuori di testa e citazionismi che scivolano nella parodia; peccato, a tal proposito, che la traduzione italiana a volte presenti errori o imprecisioni.
Super Time Force probabilmente non è il miglior parto di Capybara Games, ma, superato lo spiazzamento iniziale causato da alcune meccaniche inconsuete, si gioca come nessun altro shooter. Ammetto che in alcuni frangenti non avevo la più pallida idea di cosa stesse succedendo sullo schermo!