Back in Time – Streets of Rage 3
Nelle ultime settimane la nostra rubrica a tema retrogame si è focalizzata sulla produzione Sega a cavallo fra anni Ottanta e Novanta; d’altronde – ormai lo abbiamo ripetuto sino allo sfinimento – il 2018 è l’anno del trentesimo anniversario di Mega Drive. Proseguiamo lungo questo solco con Streets of Rage 3, e lo facciamo quasi esclusivamente per completezza, visto che il mese scorso vi abbiamo parlato sia del primo sia del secondo capitolo.
Anche questa volta il nemico è il Sindacato, e anche questa volta toccherà al nostro gruppo di quattro eroi sgominarlo; solo che il quarto elemento non è più Max Thunder, bensì la new entry Dr. Zan, un ex scienziato dell’organizzazione criminale, dotato di un corpo parzialmente robotico. Ed è proprio il Dr. Zan a dare inizio alle vicende, avvertendo la bella Blaze della nuova minaccia che incombe sulla città.
Il comparto narrativo, per quanto striminzito (ricordiamo che si tratta pur sempre di un picchiaduro a scorrimento), è stato comunque potenziato: Streets of Rage 3 contiene un discreto numero di linee di testo e qualche cutscene fra uno stage e l’altro, oltre che quattro diversi finali (di cui uno esclusivo della modalità Easy della versione occidentale del gioco). Il numero di stage è calato da otto a sette, ma sono più lunghi – l’ultimo esiste persino in due versioni alternative – e realizzati con più cura. Complessivamente la lunghezza di una run non è cambiata, anche se è difficile operare queste stime, visto che molto dipende dalla difficoltà scelta e dall’abilità del giocatore.
Il roster si compone di Axel, Blaze, Skate e Dr. Zan quali personaggi principali, più altri tre segreti (uno esclusivo della versione giapponese). Nei moveset non ci sono grosse novità, tranne ovviamente per quanto riguarda l’ultimo combattente, che ha anche una gestione particolare delle armi. Il gameplay, però, presenta qualche innovazione: innanzitutto, le mosse speciali sono gestite tramite una barra ad hoc (la vedete nell’immagine sopra, a destra delle barre dell’energia), che, quando è piena, consente di eseguire tali attacchi senza consumare salute; inoltre, le armi si consumano dopo alcuni utilizzi; infine, sono stato introdotti il dash e la schivata in profondità – ricordiamo che nel predecessore solo Skate poteva correre. Tornano, poi, dal primo capitolo le mosse in coppia, da eseguire in modalità cooperativa.
Il dash e la schivata, uniti ad un complessivo ribilanciamento (in particolare, per quanto riguarda i danni inflitti dai nemici, ora meno ingenti), rendono l’azione più concitata che in passato. Ciò si lega anche ad un grado di sfida mediamente più elevato, anche se questo aspetto può essere mitigato dal giocatore, selezionando sia il livello di difficoltà (Easy, Normal, Hard) sia il numero di vite a disposizione (fino a cinque, nove con un trucco).
Stando a quanto detto finora, Streets of Rage 3 avrebbe tutte le carte in regola per rappresentare il culmine della serie; aggiungiamoci pure un comparto tecnico sontuoso – anche in virtù del cartuccione da 24 Mbit, che ha consentito l’aggiunta di animazioni, musica e quant’altro – e il gioco sembrerebbe fatto. In realtà, molti altri fattori hanno remato contro la popolarità del gioco, primo fra tutti l’immensa qualità del predecessore, che era quasi impossibile eguagliare. Secondariamente, anche i tempi erano cambiati: i due titoli sono separati da un anno e mezzo, nel quale la generazione 16-bit aveva raggiunto il culmine e aveva già intrapreso il viale del tramonto (ricordiamo che PlayStation debuttò pochi mesi dopo). Infine, Streets of Rage 3 sembra soffrire generalmente di una certa mancanza di ispirazione, non solo nella trama (nonostante le attenzioni di cui sopra), ma anche nella direzione artistica e nella colonna sonora, che è stata realizzata sì da Yuzo Koshiro, ma non dal miglior Yuzo Koshiro. Ciò detto, controller alla mano è comunque uno dei migliori picchiaduro a scorrimento dell’epoca.
Prima delle ricapitolazioni finali, dedichiamo come di consueto un paragrafo legato alle versioni del gioco e alla loro reperibilità. Streets of Rage 3 non è celebre come i predecessori, quindi ha ricevuto un numero di riedizioni inferiore. Il titolo, uscito originariamente in eslusiva per Mega Drive, figura in diverse collection, fra cui – a seconda delle generazioni considerate – Sonic Gems Collection (PlayStation 2 e GameCube), SEGA Mega Drive Ultimate Collection (PlayStation 3 e Xbox 360) e la recentissima Sega Mega Drive Classics, che è quella su cui vi consigliamo di ripiegare. Trascurabili le versioni per iOS (quasi ingiocabile) e quella per Virtual Console, poco conveniente su un piano economico.
Streets of Rage 3 è indubbiamente un buon picchiaduro a scorrimento, ma purtroppo non arriva a toccare le vette altissime raggiunte dal suo predecessore. Il livello di complessità è maggiore, ma non si può dire altrettanto dell’ispirazione. Ciò detto, ci sono diverse cose buone, ma non tutte profumano di nuovo, specialmente espandendo il discorso oltre la serie di Sega.