Back in Time – Steins;Gate
Tutturù!
Quando uscì nel 2009, Steins;Gate sembrava destinato a rimanere relegato in Giappone, considerati lo scarso appeal del genere di appartenenza (visual novel) in Occidente e l’esclusività su Xbox 360, console con scarsissima fanbase orientale. E invece sette anni fa (31 marzo 2014) è stato localizzato per PC; da quel momento il gioco è arrivato in Europa anche su PlayStation 3 e PlayStation Vita; inoltre, il remake, Steins;Gate Elite, è stato pubblicato su PlayStation 4, Nintendo Switch e PC.
La storia di Steins;Gate è – come in tutte le visual novel che si rispettino – la base per quello che è stato il suo continuativo successo all’interno dei patri confini negli anni, per un prodotto diventato culto nel tempo. Il gioco racconta la storia di un giovane scienziato “pazzo” di nome Okabe Rintaro e del suo gruppo di amici/assistenti, adolescenti in cerca di svago nel sole dell’estate di Tokyo, più precisamente nel tecnologico quartiere di Akihabara. L’ingenua Mayuri e il geniale Daru infatti fanno parte del laboratorio “segreto” di “Okarin” e tentano di assecondare con fortune alterne le sue manie di grandezza.
L’invenzione – apparentemente innocua – di un forno a microonde controllabile via remoto da cellulare cambierà le loro vite molto repentinamente. Il PhoneWave (name subject to change) infatti si rivelerà essere niente meno che una macchina del tempo, con la quale inviare messaggi nel passato e cambiare così la linea temporale presente; se ciò non bastasse, la storia di Steins;Gate tirerà in ballo una leggenda metropolitana, un personaggio dell’era di internet molto legato alla pop culture, ossia John Titor, il presunto viaggiatore temporale apparso in rete una decina di anni fa.
Al di là di una trama solo inizialmente “leggera” e una narrazione sulla ventina di ore tra le più avvincenti mai viste in un videogame, Steins;Gate vince con il suo stile e il suo magnifico doppiaggio giapponese e, soprattutto, i suoi personaggi. Okabe, Mayuri, Daru, ma anche la bella e brillante Kurisu, la misteriosa Suzuha, il burbero Mr. Braun (proprietario dell’unico negozio di TV CRT ancora aperto a Tokyo) e il resto della compagnia rimarranno per sempre nel vostro cuore. Sinceramente, un livello di caratterizzazione di questo tipo lo avevo visto solo nella serie Persona, ed è un paragone non da poco.
La produzione di 5bp sarebbe anche un videogioco, alla fine. Certo, in Steins;Gate passerete il 90% del tempo a leggere righe e righe di dialogo in inglese – tradotte così così – senza nemmeno sezioni puzzle o indovinelli classici di altri esponenti del genere come Virtue’s Last Reward, per citarne uno.
Le uniche interazioni videoludiche, quelle che spingeranno il giocatore verso uno delle manciate di finali esistenti (sbloccherete subito quello True?) avverranno tramite il cellulare di Okarin. Rispondere alle mail (in Giappone usano un sistema di messaggistica basato su mail e non su SMS come qui), alle telefonate e mandare messaggi nel passato cambierà le reazioni dei personaggi e l’andamento della storia. Un sistema che ho trovato ingegnoso e ben inserito nella narrazione, ma oggettivamente fumoso e non molto chiaro, rendendo difficile indirizzare gli eventi nella direzione voluta in certi casi.
Steins;Gate è dotato di ottima direzione artistica, ottimo doppiaggio, fantastica storia, ottimi personaggi, tutti elementi chiave, quelli che fanno la differenza in una visual novel. Dovrei consigliarvelo senza remore, anche grazie al comunque lusinghiero voto che si porta a casa su queste pagine virtuali. Tuttavia, essendomi goduto qualche mese fa le 24 – magnifiche – puntate che compongono l’anime di Steins;Gate, mi sento forse di consigliare a tutti voi di godervi la storia di Okarin, Mayushi e Kurisu spaparanzati sul divano. Certo, vi perderete i finali alternativi, ma, essendo la parte strettamente videoludica del gioco 5bp (il sistema di scelte e interazioni legato al cellulare), senza dubbio la componente più debole del titolo, l’anime di Steins;Gate a mio parere resta la scelta più efficace. Nel caso non abbiate tempo di goderveli entrambi, eh!