Back in Time – State of Decay: Year-One Survival Edition
Zombie al sole.
Di giochi sugli zombie forse ne avrete abbastanza. E non vi potremmo manco dare torto, considerando la valanga di prodotti legati ai non-morti che hanno invaso non solo le nostre amate console ma anche le televisioni e i cinema di tutto il mondo. Proprio per questo abbiamo deciso di proporvi tre giochi a tema zombie per questo assolatissimo giugno.
State of Decay, nove anni fa (debuttò il 5 giugno 2013), uscendo su Xbox Live e – successivamente – su Steam, riuscì tuttavia a proporre qualcosa di diverso, unico e divertente, tanto da vendere più di due milioni di copie, infrangendo numerosi record su Xbox Live Arcade, pur essendo un gioco di nicchia e non molto pubblicizzato.
Perché State of Decay è una bestia strana, una bestia che mescola The Walking Dead e The Sims, con una spruzzata di permadeath e il mondo free roaming di un Red Dead Redemption qualunque, seppur con un’area esplorabile meno vasta (circa 16 km²). Il giocatore non dovrà pensare solo alla propria sopravvivenza, ma anche a salvare altri superstiti sparsi nella mappa e gestire gli avamposti e le risorse che garantiscono.
Due anni dopo, l’opera prima di Undead Labs fece capolino su Xbox One (e Steam, di nuovo) in questa versione rimasterizzata al prezzo di 29,99€, come antipasto di quello che sarebbe stato il futuro e rumoreggiatissimo progetto dello studio: il vero MMO della serie, nome in codice “Class4”, il quale peraltro fu abbandonato in favore di un più classico sequel, giunto nel 2018. Ricordiamo che il terzo capitolo della serie è in sviluppo presso Undead Labs, nel frattempo acquisita da Microsoft Studios.
Iniziando il discorso dai contenuti, State of Decay: Year-One Survival Edition offre il gioco originale, completo delle due espansioni Breakdown e Lifeline, tutte graziate dal restyling grafico. Le ore di gioco possibili sono quasi infinite: se la modalità principale è già parecchio longeva e possiede pure una sua storia, Breakdown porta in dote una nuova sfida a tempo e punti, mentre Lifeline aggiunge nuovi personaggi, aree esplorabili e una campagna vista non più dal punto di vista di semplici sopravvissuti, ma da parte di esponenti dell’esercito americano.
Alcune novità di gameplay prese dai DLC o introdotte ex novo sono poi state inserite in tutte le modalità del titolo. Qualche esempio? La possibilità di trasportare carichi pesanti nei bagagliai delle auto, la presenza di un buon numero di armi d’assalto – direttamente da Lifeline – e, soprattutto, l’aggiunta di un coltello come ultima risorsa nel caso si affrontino i “putridi” senza equipaggiare un’arma da corpo a corpo. Il fulcro del gioco rimane lo stesso rispetto al passato, tuttavia Undead Labs ha migliorato e semplificato non poco l’interfaccia, un elemento davvero importante in un titolo così complicato. Persino le animazioni hanno subito un leggero restyle, sebbene restino una delle sezioni meno “attraenti” del gioco.
Al di là di questi piccoli interventi, il gameplay era certo la sezione di State of Decay che necessitava meno di fix, essendo un quasi perfetto esempio di titolo low budget ma con tantissime idee, la maggior parte delle quali funzionanti. Undead Labs invece, nonostante l’utilizzo del CryEngine 3, fece un lavoro subottimale nei reparti tecnici, soprattutto per quanto riguarda qualità delle texture e ottimizzazione. Si sperava che, oltre al bump in risoluzione – davvero utile anche solo per quanto riguarda draw distance e possibilità di avvistare i nemici da lontano – e a qualche miglioria nel sistema di illuminazione, State of Decay: Year-One Survival Edition avrebbe risolto del tutto i bug e i problemi di fluidità dell’immagine dell’originale.
Sfortunatamente, nonostante la potenza aggiuntiva di Xbox One, il settore grafico resta il punto debole della produzione. Al di là di qualche paesaggio evocativo, i modelli dei personaggi restano bruttini anche a livelli settima generazione di console ed errori grafici affollano il titolo. Oltre a un frame rate ballerino in determinate situazioni (specialmente le fasi di guida), quello che ci ha più infastidito è il preponderante clipping e compenetrazioni nei modelli poligonali. Potrete a volte avvistare gli zombie ATTRAVERSO i muri delle case.
Giudicare State of Decay: Year-One Survival Edition non è facilissimo: è complesso infatti riuscire a mediare tra qualità intrinseca del titolo e qualità della conversione. State of Decay resta un gioco fantastico, unico e hardcore al punto giusto, arrivato da un piccolo team di sviluppo che tanto ancora potrà dire nel prossimo futuro, con gli Xboxdollari di Microsoft a finanziare il loro venturo progetto.
D’altro canto però, questa Year-One Survival Edition, pur diventando la miglior versione del titolo, non è riuscita a limare quei dettagli e imprecisioni tecniche che avevano impedito all’originale di raggiungere il successo critico globale. E se quei problemucci su Xbox 360 erano anche scusabili, su Xbox One lo sono molto meno.
State of Decay: Year-One Survival Edition resta un videogame valido, validissimo, consigliato, consigliatissimo, soprattutto per gli amanti di serie come The Walking Dead; sfortunatamente però manca di quella pulizia necessaria per ambire a vette ancor più alte.