Back in Time – Project X Zone 2
Eroi vari alla riscossa!
Prosegue il lunghissimo ciclo di Back in Time dedicato a 3DS, che avevamo inaugurato nell’ormai lontano marzo. Questa volta tocca a Project X Zone 2, un JRPG tattico crossover contenente personaggi di Bandai Namco, Sega, Capcom e Nintendo stessa.
La prima cosa che spicca rispetto al prequel è la localizzazione multi-5. In questo modo, dunque, Project X Zone 2 è fruibile nella combinazione doppiaggio giapponese (l’unico presente) + lingua italiana, in teoria l’accoppiata migliore; in realtà, la traduzione in italiano non è un granché, quindi chi abbia una buona conoscenza dell’inglese potrebbe puntare su quest’ultima lingua. Intendiamoci: non ci sono brutture in stile anni Novanta (Wild Arms su tutti), però non è nemmeno opera di Umberto Eco.
Ciò detto, bisogna anche minimizzare l’impatto di questo neo sul gioco: le numerose ed esaustive schermate dei tutorial sono state tradotte in modo chiaro e la trama, dal canto suo, non è certo fra gli aspetti centrali del gioco.
La vicenda muove da premesse simili a quelle del prequel, gettando nel calderone – senza prendersi troppo sul serio – eroi, antagonisti, organizzazioni e luoghi tratti da moltissime serie diverse; dopo poche ore, il giocatore medio si stancherà di cercare di capire tutti i collegamenti creati ad hoc e si limiterà a seguire distrattamente il filo conduttore, rappresentato dalla comparsa di misteriose catene dorate in numerose dimensioni dello spaziotempo.
Difficilmente crossover così imponenti sono caratterizzati da un comparto narrativo entusiasmante, e il titolo di Monolith Soft non fa eccezione, affidandosi soprattutto alle interazioni fra le numerose celebrità che andranno via via a comporre la squadra. Forse è proprio lo script l’aspetto maggiormente danneggiato dalla traduzione (quantomeno, ho notato che diversi portali anglofoni hanno elogiato uno script che a me è sembrato banale, giocando in italiano, NdR); ad ogni modo, a parere di chi scrive, i dialoghi sono un po’ troppo prolissi in relazione al loro contenuto futile, per quanto nel complesso Soichiro Morizumi (writer della serie) abbia svolto un lavoro migliore che in passato grazie ad un citazionismo ispirato che spesso sfocia nella parodia.
Le novità più consistenti si registrano nel roster, il quale non è stato ampliato, ma è stato in parte modificato. I personaggi di maggior richiamo commerciale sono stati mantenuti, ovviamente: abbiamo ancora Ryu e Ken (rigorosamente in coppia), Chris Redfield e Jill Valentine (idem), X e Zero (idem), Demitri e Morrigan (nel prequel non in coppia) e molti altri. Il grosso delle sostituzioni riguarda eroi “di secondo piano” (le virgolette sono d’obbligo: massimo rispetto per queste glorie, NdR), come Sir Arthur, Tron Bonne, Batsu Ichimonji (ve lo ricordate Rival Schools? Bravi) e i personaggi di Valkyria Chronicles, rimossi in blocco. Ovviamente non ci si può che rammaricare di queste esclusioni, ma vanno salutate con entusiasmo new entry del calibro di Ryo Hazuki, Phoenix Wright e Maya (che sono assieme ma non costituiscono una coppia, bensì un’unità singola), Vergil (in coppia con Dante) e il duo esplosivo formato da Kazuma Kiryu e Goro Majima di Yakuza. Menzione d’onore meritano infine gli eroi di Nintendo, presenti per la prima volta in questa serie: si tratta di Chrom e Lucina di Fire Emblem: Awakening e di Fiora di Xenoblade Chronicles.
Senza dilungarci ulteriormente, è chiaro che in quest’ambito molto dipenda dai gusti personali, ma comunque va osservato che diverse delle celebrità presenti in Project X Zone 2 non sono così celebri qui in Europa: non ci stupiremmo se quasi nessuno avesse sentito parlare del nostalgicissimo Segata Sanshiro, o, ancora, degli eroi di Sakura Taisen.
Le novità si assottigliano notevolmente sotto il profilo ludico, ma va riconosciuto che Bandai Namco e Monolith Soft non ne avevano sbandierate. Project X Zone 2 è, proprio come il prequel, un JRPG tattico dall’ossatura classica – rigorosamente a caselle e a turni – con fasi d’attacco ispirate ai picchiaduro.
Fra le novità, spicca la divisione fra turno del giocatore e turno della CPU, in modo da rendere più ordinate le partite. Inoltre, sono state aggiunte due nuove meccaniche: il Bonus carica e il Miraggio vanificante. Il primo consente di rendere più forti le proprie mosse “caricandole”, cioè non utilizzandole nei turni precedenti, mentre il secondo è una mossa avanzata dispendiosa in termini di PX, che consente di effettuare un attacco in più e rallenta il nemico. Chiaramente questi nuovi elementi non sconvolgono il gameplay, anzi, risultano superflui, dal momento che il livello di difficoltà piuttosto basso non spinge il giocatore alla massima razionalizzazione delle proprie risorse; è possibilissimo portare a termine il gioco senza nemmeno accorgersi di queste tecniche.
Il nostro verdetto finale su Project X Zone 2 è positivo: il gioco è proprio quello che si propone di essere, cioè un JRPG tattico ben poco rigoroso basato sul fanservice e sul divertimento “spicciolo”. L’offerta è ancora una volta piuttosto abbondante, anche in termini di longevità: per portare a termine i 41 capitoli della storia ci vorrà la classica quarantina di ore a cui i JRPG tattici ci hanno abituato. D’altro canto, l’assenza di novità di spessore penalizza questo mastodontico crossover, che avrebbe potuto raffinare un gameplay sicuramente perfettibile.