Back in Time – Project Rub
Riscopriamo uno dei titoli di lancio di Nintendo DS
Oramai tutti si sono abituati ad utilizzare un touchscreen, ma quattordici anni fa, quando Nintendo DS arrivava anche in Europa (11 marzo), si trattava di un elemento assolutamente innovativo, che destò la curiosità di moltissimi giocatori. Sonic Team, allora, se ne venne fuori con la grande idea di sfruttare appieno questa gimmick con Project Rub, una bella raccolta di mini giochi… peccato che avesse come rivale diretto nientepopodimeno che WarioWare Touched!, quarto episodio di una serie ormai affermata e di un (anti)eroe amato dall’utenza: entrambi i giochi erano disponibili sin dal lancio, sia in Giappone, sia in Europa. D’altronde, si sa, Sega ha un ottimo occhio per le questioni commerciali…
Project Rub, oltre ad essere uno dei prodotti più strani della sua decade, è pure uno di quelli con più nomi, tanto che in ogni mercato è stato distribuito con un titolo diverso: in America è conosciuto come Feel the Magic: XY/XX, mentre in Giappone come Kimi no Tame nara Shineru, che noi tradurremmo con “Morirei per te”.
E i giapponesi non ci avevano visto sbagliato a chiamare così Project Rub: lo scopo del protagonista, infatti, è quello di conquistare, in modi piuttosto rischiosi, la ragazza dalla quale è rimasto folgorato. Mentre la maggior parte del genere umano userebbe una scusa banale per avvicinarla, come ad esempio chiedere l’ora o l’accendino, il nostro soggetto prende la cosa sul serio ed entra nei Rub Rabbits, il gruppo delle super prestazioni (non sessuali, NdR), per far colpo su di lei con una qualche impresa. Che tipo di impresa? Volontariato? Naaaah, non siam mica matusa, le ragazze vogliono qualcosa di più. Qualcosa tipo Jackass, ad esempio: discese folli con i carrelli della spesa, paracadutismo, tori inferociti, e molto altro ancora. Questo è il pane quotidiano per i Rub Rabbits.
Quello descritto brevemente poc’anzi è il “pretesto” del gioco, siccome parlare di trama è forse eccessivo, anche se non manca una qualche forma di narrazione, rigorosamente non testuale, nella forma di vignette, vignette con uno stile tutto loro ovviamente: per quanto, infatti, non si possa applaudire il comparto tecnico e la veste poligonale spartana (ma si tratta pur sempre di un titolo della line-up iniziale), bisogna comunque ammettere che il folle parto di Sega ha un’identità ben marcata; spiccano le tonalità dei colori e, soprattutto, il fatto che i personaggi siano semplici sagome nere, prive di lineamenti. Non fa eccezione il nostro eroe, con il suo inseparabile casco e la sua t-shirt col pesce rosso, che non ha la faccia, così come la sua amata è una semplice silhouette.
Anche il sonoro si distingue per la sua personalità, grazie a motivetti ed effetti tanto sciocchi quanto adorabili, un po’ in linea con altre stramberie giapponesi come Katamari Damacy. Peccato che le tracce siano solamente dieci, anche se si tratta pur sempre di un gioco dalla durata abbastanza ridotta.
Al di là del modo in cui si presenta, Project Rub resta comunque una semplice raccolta di mini giochi pensati per sfruttare pienamente le funzionalità di Nintendo DS, cioè touchscreen e microfono. I mini game sono una trentina (contando qualche doppione), raggruppati all’interno dello Story Mode, la cui progressione di capitolo in capitolo è legata al completamento di un numero sufficiente di prove per portare a 100 i “punti-cuore” della fanciulla, i quali però scendono se si fallisce o se si esce dal gioco. I mini giochi comuni (escludiamo, ad esempio, le boss battle) sono costituiti da cinque sfide di difficoltà crescente da superare con tre vite. A fronte, dunque, di una struttura piuttosto lineare, il gameplay si diversifica in base al contenuto della sfida e ai controlli, spiegati di volta in volta nel “briefing”.
Divertente? A conti fatti sì, grazie a una buona varietà, a qualche trovata spassosa e a un certo livello di sfida, che aumenta spaventosamente sbloccando la modalità Difficile e quella infernale. Peccato che la longevità non si assesti su valori altissimi: la Storia dura due o tre ore e non c’è traccia di multiplayer. Gli unici extra consistono in due modalità, cioè quella Memoria e quella Maniaco. La prima consente di affrontare tutti i mini giochi sbloccati con il progredire della trama, con un pizzico di sfida in più: bisogna completare tutte le dieci sfide, cioè la cinque della Storia in Normale e le cinque della Storia in Difficile di seguito, con una sola vita. Inutile dire che alcune prove vi faranno uscire dai gangheri.
La seconda è la vera ciliegina sulla torta: avrete la tanto bramata ragazza a disposizione, da vestire come preferite utilizzando gli accessori sbloccati completando la modalità Memoria e trovando i coniglietti bastardi nella Storia. Tutto qua? Sì, più o meno, senonché potrete contemplare la fanciulla zoomando la visuale e stuzzicarla con il pennino! Sia chiaro, nulla di esplicito o volgare, ma meritava la menzione l’audace trovata del Sonic Team (se non altro perché è stata imitata da altri giochi, in modo decisamente più becero…, NdR), anche se ludicamente è inutile e allungherà la durata di Project Rub di cinque minuti. A meno che non vogliate giocare abbastanza per vedere la donzella senza veli..
Project Rub è un ottimo “mordi-e-fuggi”, in linea con la filosofia portatile e quella touch che hanno decretato l’enorme successo di Nintendo DS, ma anche molto più strampalato e demenziale di tutti i suoi colleghi!