Back in Time – Kinect Sports Rivals
Terzo (e ultimo) appuntamento con la serie Kinect Sports.
Una cosa tira l’altra, così ci siamo trovati a parlare del precedente lancio di console e siamo finiti a parlare di Kinect, la periferica che dieci anni fa (debuttò nel novembre 2010) era sulla bocca di molti appassionati di videogiochi. Le cose con Kinect 2.0 non andarono benissimo al lancio di Xbox One (come abbiamo accennato la settimana scorsa), ma nel 2014 uscirono alcuni giochi validi che ne facevano uso. Kinect Sports Rivals è uno di questi.
Proprio come i suoi predecessori per Xbox 360, Kinect Sports Rivals è una raccolta di mini giochi sportivi. Ce ne sono sei, come da tradizione: calcio, tennis, bowling, corse con le moto d’acqua, arrampicate e tiro al bersaglio. I primi tre sono stati ripescati dagli episodi precedenti; cominceremo la disamina proprio da questi.
Il calcio rispetto al primo Kinect Sports ha subito un’opera di semplificazione, che rende le azioni più dinamiche ma anche molto meno somiglianti al calcio vero. Le partite si svolgono a turni con un limite di tempo per andare al tiro, come avviene nel basket. In fase di attacco il giocatore deve tessere una fitta rete di passaggi senza che la palla sia intercettata dai difensori avversari – meri manichini che si muovono lungo un binario – e poi tirare, con i piedi o con la testa; in difesa, invece, deve solo fare le veci del portiere. Questo, a parere di chi scrive, è probabilmente il mini gioco più infelice, non solo per la sua limitatezza intrinseca e per una certa fatica di Kinect a intuire i movimenti in fase offensiva, ma anche per gli spazi enormi che richiede per essere giocato con tranquillità: per parare qualsiasi tiro senza spiaccicarvi sul muro o evirarvi con qualche altro “ostacolo” serviranno più di tre metri sgombri.
Molto meglio il tennis, nonostante non siano contemplati i doppi. Grazie a top spin, back spin, pallonetti e un notevole incremento del gioco sotto rete, l’esperienza è più ricca e accurata di quella offerta in Kinect Sports Stagione 2, in cui le partite erano riassumibili in un’alternanza di dritti e rovesci. Inoltre, è stato valorizzato maggiormente il tempismo, con l’inserimento di un indicatore che segnala il momento giusto per colpire la palla ed effettuare colpi potenti e difficili da prendere. Qual è il problema qui? Nessuno in particolare, se non che sono quasi otto anni che Nintendo, Sony e Microsoft ci fanno giocare a tennis (o a ping pong) con motion controller assortiti…
Anche il bowling soffre dello stesso problema, se pensiamo che entrambe le discipline erano contenute non solo nel più che discreto Sports Champions 2, ma anche nel vetusto Wii Sports. In questo caso le novità sono ancora più scarse, per non dire che si gioca proprio come nel vecchio Kinect Sports: si prende in mano la boccia, ci si sposta lungo la pista per scegliere il punto giusto fra cinque direzioni possibili e poi si allunga in avanti il braccio, eventualmente effettuando un lancio a effetto. Bello, efficace (anche più che in passato), ma decisamente già visto.
Fra le nuove introduzioni quella che sorprende meno è il tiro al bersaglio, che sarà sì inedito, ma sfrutta uno dei meccanismi più antichi e abusati del motion controlling e non offre un’esperienza diversa da quella ricreata da molti light gun shooter. Per rendere le cose più interessanti Rare ha accentuato la componente competitiva: due giocatori si fronteggiano separati da una barriera, ma possono ostacolarsi fra loro “rubandosi” alcuni bersagli posti al di sopra della paratia o attivando una torretta, i cui colpi possono essere schivati inclinando il corpo a destra o a sinistra. Ancora una volta, dunque, possiamo dire che la realizzazione è senz’altro convincente, ma il gioco in sé non è proprio freschissimo.
Con l’arrampicata le cose si fanno più interessanti. Il giocatore deve alzare un braccio e chiudere la mano a pugno quando viene individuato un appiglio (evidenziato in blu); dopo alza il secondo braccio per svolgere la stessa operazione, abbassando contestualmente il primo, con una dinamica che ricorda effettivamente una scalata, anche se per forza di cose “sul posto”. È possibile anche trascinare giù (ed essere trascinati giù) i propri avversari, afferrando una parte del loro corpo per un certo quantitativo di tempo. Dopo un primo facilissimo percorso la situazione si complica, obbligando il giocatore a un approccio più lento e ragionato e a comprendere meglio le dinamiche delle scalate, e, in particolare, il giusto tempismo per chiudere la mano e assicurarsi all’appiglio senza perdere tempo e facendo in modo che Kinect legga al meglio la situazione, visto che in presenza di numerosi punti di appoggio sarà necessaria una certa precisione. Attenzione a non chiudere le mani a caso, magari sovrappensiero, perché ciò sarà interpretato come tentativo di scalata.
I percorsi sono sei e sono sufficientemente differenziati; offrono asperità di vario tipo, dalle rocce friabili all’elettricità, dalle raffiche di vento agli appigli distanziati, che richiedono di spiccare un salto. In definitiva l’arrampicata convince, ma richiede un po’ di pratica e pazienza.
La disciplina preferita da chi scrive in Kinect Sports Rivals è la gara con le moto d’acqua. Si gioca con la parte superiore del corpo, in particolare con le braccia, che stanno protese in avanti, come se fossero poggiate a un manubrio (ma non lo sono, quindi alla lunga i meno allenati potrebbero avere gli arti un po’ indolenziti); chiudendo la mano destra si accelera, aprendola si frena, mentre portando indietro un braccio si sterza in quella direzione, eventualmente aiutandosi anche con il busto per affrontare le curve più strette. Le gare prevedono tre giri su uno dei cinque diversi circuiti, in competizione con altri sette partecipanti.
Tutto funziona come dovrebbe: l’azione è fluida, la risposta ai comandi è ottima, i percorsi presentano numerose strade alternative ed è possibile anche eseguire qualche trick per rendere le cose più interessanti.
Abbiamo già più volte segnalato come l’esperienza di gioco nel complesso non sia freschissima, ma bisogna tributare a Rare è il merito di aver fatto compiere un notevole balzo in avanti al brand. Lo si nota innanzitutto dal comparto tecnico, che non setta nuovi standard di eccellenza nel panorama videoludico, ma è finalmente godibile. Colorata, fluida e cartoonosa, la grafica di Kinect Sports Rivals ha una propria identità e non sembra certo un Wii Sports in alta definizione. Gli sviluppatori hanno voluto creare una location nuova di zecca e un po’ esotica, costituita da una sorta di isola dello sport. Tutt’al più possiamo lamentarci dei caricamenti, che non sono proprio fulminei nonostante abbiamo testato il gioco installato nell’hard disk.
Una “sciccheria” aggiunta è la possibilità di creare la copia di se stessi facendo digitalizzare il proprio volto a Kinect, in aggiunta ai soliti editor. L’idea è simpatica, ma non è sempre facile valutare la somiglianza, dal momento che il gioco non adotta uno stile realistico, ma cartoon e vagamente caricaturale.
Il sonoro, già ottimo in Season Two, in Kinect Sports Rivals si attesta su alti livelli, con una colonna sonora composta da brani ad hoc e da ventuno canzoni su licenza, perlopiù commerciali ma va bene così, vista l’impronta pop del prodotto. Il doppiaggio italiano è discreto (ovviamente è meglio quello inglese) e pure i comandi vocali funzionano abbastanza bene, a patto di trovarsi in un ambiente non troppo rumoroso e di scandire bene le parole. Risultano utili soprattutto nelle sezioni di gameplay, per attivare i power-up, su cui non ci siamo soffermati per non rendere troppo lungo il testo. Brevemente possiamo dire che sono tre per ciascuna disciplina e si legano a diversi equipaggiamenti che possono essere comprati al Negozio. Usando i comandi vocali, dovrete tener conto che passerà qualche istante fra il vostro afflato e l’attivazione del potenziamento.
La longevità di Kinect Sports Rivals è non elevatissima ma variabile, a seconda che si giochi esclusivamente in single player o no. La modalità Storia non dura che un pomeriggio, anche se poi è possibile impiegare molto più tempo per comprare divise ed equipaggiamenti, che influiscono sulle statistiche e sui potenziamenti. Il multiplayer in locale (split screen o a turni come nel bowling, unica disciplina che consente di giocare in quattro), funziona bene a patto di avere spazio e un televisore abbastanza grande, ma è stato “castrato”, quindi il gioco di Rare non può nemmeno essere considerato propriamente un party game. La componente online si appoggia(va) a Kinect Sports Rivals HUB, companion app per condividere contenuti e gestire classifiche e competizioni. Il multiplayer si affida sostanzialmente a dei ghost, secondo dinamiche già conosciute dagli appassionati dei giochi di guida.
Alla luce di quanto detto, non è facilissimo valutare Kinect Sports Rivals: da un lato abbiamo un bel passo avanti in termini tecnici e di efficienza (levando il calcio), e questo ci piace; dall’altro abbiamo una minore enfasi sul divertimento “caciarone” che alla fin fine è un elemento importante in questo tipo di produzioni. Poco importa, considerata la sorte di Kinect…