Back in Time – Killer Is Dead
Il Killer non è per nulla morto, anzi.
Nel cuore dell’estate è più difficile trovare giochi da rispolverare, dal momento che da maggio le uscite si fanno via via più rarefatte, ma ci siamo riusciti anche questa volta: nell’agosto del 2013 debuttava Killer Is Dead su PlayStation 3 e Xbox 360; circa un anno dopo il gioco sarebbe giunto anche su Steam con la Nightmare Edition.
Uno dei due punti di forza che distinguono Killer Is Dead da No More Heroes o Killer 7 (il titolo che ricorda di più, visto stile grafico e nome), consiste nel protagonista, il misterioso Mondo Zappa, dalle chiare origini italiane. Mondo è un affascinante uomo dai capelli neri, elegantemente vestito con un completo realizzato da uno stilista italiano; la sua caratteristica peculiare è un certo savoir-faire con le donne (approfondiremo in seguito, N.d.R.), senza dimenticare un vistoso braccio meccanico al posto del suo arto superiore sinistro, chiamato Musselbeck. Peccato che questo sia più o meno tutto quello che sapremo su Mondo all’inizio: lui stesso soffre di amnesia e non ricorda nulla sul suo passato, incluso l’episodio che ha portato alla sua menomazione.
L’unica cosa che ricorda è di essersi svegliato un giorno in un ufficio, con un braccio robot e un nuovo lavoro, decisamente anomalo: Mondo Zappa è infatti un Executioner, un assassino professionista, al servizio di un fantomatico Stato. Nel mondo di Killer Is Dead, infatti – una sorta di futuro alternativo dove paradossalmente l’uomo ha colonizzato la Luna mentre usa ancora proiettori a nastro e televisioni a tubo catodico –, succedono tante cose strane e inspiegabili, così come un gran numero di crimini e atti terroristici. Sta quindi agli Executioner, appartenenti all’ufficio dell’imponente Bryan, il civico compito di ripulire il pianeta e il suo satellite da brutti ceffi di ogni tipo, in cambio di una notevole somma di denaro.
La trama di Killer Is Dead, ricca di personaggi carismatici, situazioni assurde e cliché del genere, nonché di una certa dose di autoironia e parodia di altri giochi e film d’azione, si dipana per una decina di ore circa, articolata in 12 missioni dalle durate variabili. Durante l’intreccio principale verremo a sapere di più sul passato di Zappa e cercheremo di sventare l’ennesimo geniale piano del cattivone di turno per il dominio della Terra, mentre un’invasione di alieni provenienti dal Lato oscuro della Luna (fan dei Pink Floyd probabilmente, N.d.R.) mescola le carte in tavola.
Se dobbiamo essere sinceri, la storia dell’ultimo lavoro di Suda non brilla per originalità, ma vive alcuni momenti di notevole spessore e impatto, specialmente durante le spettacolari boss fight. Ad allungare un po’ il brodo, arrivano missioni secondarie e sfide, poco ispirate ma decisamente adatte per testare le nuove abilità acquisite o inanellare le combo che stanno alla base del sistema di combattimenti.
Il battle system è l’elemento più importante in un action game e il secondo cavallo di battaglia del gioco, secondo il suo ideatore. Puristi del genere potrebbero storcere il naso a un sistema basato quasi unicamente sulla pressione di un tasto per l’attacco e quasi del tutto mancante di mosse particolari. Questa semplificazione è però solo apparente: intanto Musselbeck, con i suoi poteri da attacco a distanza o cannoni fotonici, aggiunge un livello di complessità al tutto: a volte potremo infatti indebolire i nemici da lontano prima di attaccarli con la nostra katana, mentre in altri casi il potere congelante ci verrà in aiuto, rallentando gli avversari più fulminei.
Certo, la nostra spada resta il fulcro dei combattimenti. Più combo inanelleremo e più nemici feriremo, più si riempirà l’apposita barra del sangue, di cui la lama è molto assetata. Mano a mano che eviteremo gli attacchi nemici continuando a crivellare di colpi i Wire – il nome della razza extraterrestre – i nostri poteri accresceranno a dismisura, sbloccando anche mosse finali ed esecuzioni spettacolari. La parola d’ordine in Killer Is Dead sarà sicuramente: COMBO!
Soprattutto dopo che avremo sbloccato alcune delle nuove abilità e miglioramenti, il battle system del titolo vi darà notevoli soddisfazioni, mentre ritmicamente effettueremo la nostra danza letale intorno ai bruti di turno.
Il più grande difetto in questa sezione del gioco sta nella telecamera; l’azione è davvero frenetica e spesso l’inquadratura non riesce a seguire tutte le nostre evoluzioni, oltre a “nascondere” a volte un avversario magari in procinto di attaccarsi. Niente che rovini l’esperienza più di tanto, ma un difetto da segnalare, in ogni caso.
Dove invece di lacune Killer Is Dead ne ha ben poche è nel comparto grafico e artistico, nonché acustico. Lo stile cel-shading tanto amato da Goichi Suda ritorna in grande forma. Certo, i più maligni di voi diranno che non si tratti di gusti nella scelta, ma solo di un modo di nascondere i difetti grafici, ma sarebbe un’accusa esagerata. Alcune delle ambientazioni e dei livelli sono dei veri e propri capolavori visivi, sfruttando ombre, colori ed effetti per donare al tutto un’interessante patina onirica e un look originale. I riferimenti visivi a Killer 7 si trovano poi ovunque, anche e soprattutto negli stereotipati ma genialmente ricostruiti personaggi che affollano l’ufficio di Bryan, incluse le donne, ovviamente.
Le donne sono poi elemento ricorrente nel gioco, da partner in combattimento ad avvenenti capo-ufficio, per non dimenticare misteriose clienti. La sessualità di Killer Is Dead si manifesta nella tanto criticata Gigolò Mode, una sezione opzionale del gioco che – se superata con successo – regala armi ulteriori a Mondo. Spiegandovela in parole povere, in questa parte di Killer Is Dead impersoneremo Mondo all’interno di appuntamenti con formose e complicate donne di tutte le parti del mondo (sono solo tre, in verità, N.d.R.). Gestendo lo sguardo del nostro marpione, dovremo saggiamente decidere quando fissare negli occhi la ragazza, dandole sicurezza e fiducia e quando, sì siamo seri, spiarne le parti intime per guadagnare il coraggio necessario a “concludere” l’appuntamento con successo. Chiave saranno anche i regali che faremo alle nostre belle e dal loro livello di soddisfazione passeranno le ricompense ottenute al termine della missione. Stando al parere del sottoscritto, la Gigolò Mode, per quanto futile, non è assolutamente quell’inno alla misoginia che qualcuno la vuole far apparire, ma più che altro un passatempo senza dubbio adatto allo stile ironico del gioco.
Per quanto riguarda il sonoro, troviamo tracce dall’alterna qualità, molte delle quali stile jazz e un buon doppiaggio inglese (se poi voleste quello originale nipponico, vi basterà selezionarlo dalle opzioni).
Nonostante qualche difetto, una longevità solo discreta e qualche scelta stilistica e di gameplay molto divisiva, Killer Is Dead ci è piaciuto. Se avete apprezzato altre opere di Grasshopper e Suda come No More Heroes e Lollipop Chainsaw, anche le avventure di Mondo troveranno un posto nel vostro cuore.