Back in Time – Inazuma Eleven 3
Con la puntata di oggi Back in Time chiude un primo ciclo (ma non è detto che non ce ne sarà un secondo, in futuro) dedicato a Inazuma Eleven, che fra pochi giorni spegnerà la sua decima candelina, completando la prima trilogia con Inazuma Eleven 3.
L’ultimo capitolo della trilogia di Mark Evans vede il nostro impegnato nel Football Frontier International, la più importante competizione mondiale giovanile. Ciò consente di suddividere il gioco in tre fasi: la prima di selezione dell’organico dell’Inazuma Japan, la seconda di qualificazione e infine, la fase finale. Come al solito Level 5 non si è accontentata di inserire questioni calcistiche e “di spogliatoio”, ma ha aggiunto intrighi politici internazionali e cospirazioni l’avventura. La questione è sempre la stessa: il target di riferimento è giovane, quindi non vale la pena analizzare e demolire una trama pensata per entusiasmare i più piccini, che peraltro la conoscono già grazie all’anime trasmesso anche in Italia.
Tutti i personaggi chiave dei capitoli precedenti hanno il loro screen time, più o meno ridotto: oltre ai calciatori già incontrati, i migliori dei quali faranno parte delle nazionali, ci sono anche i vari Smith, Vanguard, l’allenatrice Schiller e l’immancabile Ray Dark. A essi si aggiungono moltissime new entry, alcune delle quali fondamentali nella trama. Le due versioni di Inazuma Eleven 3 propongono piccole variazioni: Lampo Folgorante si focalizza sulla storia di Paolo Bianchi, vice capitano dell’Italia, e di Lacey, una sua amica affetta da cecità, mentre Fuoco Esplosivo è dedicata a Héctor Helio, stella dei Piccoli Giganti, nazionale del Cotarl, Stato africano fittizio.
La fase finale del torneo si svolge nell’arcipelago di Liocott, che ci offre location inedite. Le isole ospitano i quartieri delle squadre e gli stadi in cui si disputano le partite, il tutto deliziosamente a tema: per esempio, lo stadio italiano si ispira al Colosseo, mentre il quartiere inglese ricorda l’Età Vittoriana. Oltre a Liocott è possibile anche esplorare il Giappone, ma si tratta quasi esclusivamente di materiale riciclato. Rimanendo in ambito di riciclo, grafica e sonoro si rivelano fedeli al passato. Il comparto tecnico ha visto piccoli miglioramenti, trattandosi di un enhanced porting della versione originale per DS, ma nel complesso non si notano grandi differenze; semplicemente, è tutto un po’ più smooth, direbbero gli Inglesi. Il sonoro, invece, vanta un doppiaggio analogo ai primi due capitoli e riutilizza la maggior parte delle musiche e degli effetti.
Quanti abbiano già completato Inazuma Eleven e/o il seguito si troveranno subito a proprio agio con il gameplay, cambiato giusto di qualche virgola. La struttura è la solita: troviamo in Inazuma Eleven 3 brevi fasi esplorative, frequenti incontri casuali e negozi sportivi e di tecniche speciali. Il battle system è rimasto pressoché invariato, con l’aggiunta di alcune opzioni minori. La prima è costituita dalle Tattiche Speciali, potenti mosse effettuate dalla squadra coralmente che, di conseguenza, spiegano i loro effetti su più avversari contemporaneamente. Il concetto è simile a quello delle Tecniche Speciali, con la differenza che le Tattiche Speciali sono eseguite dalla squadra e consumano Punti Tecnica della squadra e non di un giocatore specifico. Anche in questo caso, però, l’avversario può rispondere con una Tattica che potrebbe sbaragliare quella del giocatore e vice versa. Un altro cambiamento minore si ha nell’ambito della tecniche di tiro, che adesso possono essere concatenate (se contrassegnate da una “C”) per aumentare le possibilità di andare in rete; occhio, però, a non far intervenire un compagno in fuorigioco.
Per il resto ci troviamo sempre innanzi al solito sistema in tempo reale con soluzione di continuità nel momento in cui due giocatori si fronteggiano oppure quando si tira: in questi frangenti l’azione si ferma ed è possibile selezionare una Tecnica Speciale. Purtroppo anche questa volta niente animation skip: le animazioni delle Tecniche Speciali possono essere saltate (e non tutte) solo nelle Sfide, cioè negli incontri casuali quattro contro quattro, e non nelle partite vere e proprie.
La somiglianza con i predecessori rende Inazuma Eleven 3 un gioco facilissimo per chiunque abbia già messo mano alla serie. È chiaro che il target è costituito da giocatori meno smaliziati, tuttavia l’inserimento di un ulteriore livello di difficoltà non avrebbe guastato. Si possono forse riscontrare alcuni piccoli miglioramenti nell’Intelligenza Artificiale della squadra avversaria, che sfrutta abbastanza spesso le Tattiche Speciali e il Furore (condizione attivabile solo una volta nella partita, che attribuisce vantaggi negli scontri diretti e riduce il consumo di Punti Tecnica) e che non lesina sui cambi quando i giocatori sono a secco di punti.
La fase ruolistica/tattica è abbastanza semplice: ciascun calciatore acquisisce punti esperienza per il sol fatto di essere convocato, anche se non scende in campo, e con il level up accresce i suoi parametri e talvolta apprende Tecniche Speciali. Queste ultime si potenziano con l’uso e possono anche essere acquistate presso gli appositi negozi e rinvenute nei forzieri. Gli equipaggiamenti sono uguali per tutti: scarpini, fasce, ciondoli e guanti per i portieri. È un bene aver mantenuto semplice la formula, visto che i calciatori da gestire possono essere davvero tanti. Infine, come nel calcio vero, è necessario scegliere lo schema fra quelli preconfezionati, che possono essere rinvenuti anche negli scrigni.
Anche il sistema di reclutamento si serve degli stessi strumenti già utilizzati in passato, con l’aggiunta dei distributori di palline: quando se ne vede uno è possibile inserire monete di tre diversi colori, ottenendo oggetti o, nel migliore dei casi, alleati, per lo più reclutabili anche in seguito agli incontri casuali (a volte un membro della squadra perdente in una Sfida si propone di unirsi all’Inazuma Japan). Si tratta di un’aggiunta non particolarmente significativa, anche perché tendenzialmente si cerca di creare la squadra perfetta soffiando i migliori talenti alle altre nazionali, non affidandosi alla fortuna con le monetine dei distributori.
La durata di Inazuma Eleven 3 si assesta intorno alle quindici ore, senza soffermarsi sul materiale opzionale, come l’esplorazione del Giappone (che non è il setting principale questa volta), l’ingaggio dei giocatori migliori e il completamento dei tornei di amichevoli, nell’ambito dei quali tornano tutte le squadre affrontate nella trilogia. Un ulteriore incentivo a continuare a giocare è dato dalle sfide multiplayer, purtroppo solo in locale.
Inazuma Eleven 3 ha concluso degnamente il primo ciclo della serie, dedicato alle gesta del giovane Mark. In un certo senso questo gioco è una summa di tutto ciò che, nel bene o nel male, ci ha offerto la trilogia originale di Inazuma Eleven.