Back in Time – Gears of War 3

L'ultimo capitolo della trilogia più importante su Xbox 360.

Un periodo di blockbuster, per la nostra rubrica Back in Time: la settimana scorsa vi abbiamo parlato di Halo: Reach, mentre ora tocca a Gears of War 3, giunto su Xbox 360 otto anni fa. Dieci giorni fa è uscito pure Gears 5, per cui il tempismo ci pare perfetto.

Per chi non conoscesse la trama dei predecessori, basti sapere che la situazione sul pianeta Sera non è delle migliori: le Locuste, stanate dal sottosuolo dopo eccessive trivellazioni, si stanno rivelando un nemico troppo forte per l’umanità. Come se non bastasse, in Gears of War 2 si è fatta anche la conoscenza degli Splendenti, esseri mutati apparsi dal nulla, ostili ad entrambe le fazioni, dotati di grande forza e aggressività, i quali si riversano in battaglia uscendo dal terreno e portando distruzione e morte tra le due schiere. Sul pianeta però non tutti si sono arresi: i COG – esponenti di una frangia dell’esercito non tanto amata dai cittadini – sono ancora lì a combattere questi nemici. Una squadra si distingue per coraggio ed efficacia: il Team Delta. In Gears of War sono proprio le eroiche azioni di Marcus Fenix (il protagonista), Dom Santiago, Augustus Cole, Damon Baird, Anya Strout e Carmine (ai quali vanno aggiunte due new-entry: Jace e Sam) il fulcro della narrazione, incentrata non solo sulla guerra in atto, ma anche sui forti rapporti di cameratismo e fratellanza tra i Gears.

All’inizio del terzo capitolo la situazione è disperata, dopo che i due piani coraggiosamente portati a termine nelle vicende dei primi giochi si sono rivelati inefficaci nel liberare la popolazione dalle minacce delle Locuste e degli Splendenti. I Gears subiranno immediatamente un attacco – spettacolarissimo – di un Leviatano Splendente a bordo della nave dove erano riusciti a trovare finalmente un po’ di pace. Al contempo una rivelazione (accennata nel finale del secondo episodio), darà a Marcus e alla sua squadra una ragione di combattere: Adam Fenix, il geniale scienziato padre del nostro eroe è ancora vivo, ma prigioniero, e potrebbe conoscere un modo per concludere la guerra. “Basterà” andare a liberarlo dalla roccaforte delle Locuste invasa dagli Splendenti.

Gears of War 3

Proprio nella campagna in singolo Gears of War 3 si dimostra miglia avanti rispetto ai precedenti: mai la trama era stata così ricca di colpi di scena, pathos, armi e situazioni diverse. Certo, non aspettatevi sconvolgimenti à la Uncharted, ma per uno shooter dai contorni macho come questo, il lavoro è veramente ben fatto. Magari alcune situazioni avranno contorni fin troppo appositamente emozionali o scontati, del tipo *inserire tristezza qui* ma verranno subito smontate da un commento tagliente di Cole o da un battibecco tra Sam e Baird. È per questo che amiamo i nostri COG, la loro chimica, quell’essere “fratelli fino alla fine” come recita uno degli slogan pubblicitari del gioco: Epic è stata magistrale nel caratterizzare personaggi all’apparenza insipidi ma in verità profondi e più “umani” di quanto il guscio da novelli Rambo potrebbe far immaginare.

Oltre all’intreccio, è anche la varietà degli ambienti e delle situazioni a rappresentare un punto di forza della campagna: gli interminabili livelli nella pancia della terra che affollavano i predecessori sono quasi spariti, in favore di spiagge, deserti, città in rovina testimonianze di un mondo che fu, isole tropicali, barche, ponti sospesi e persino un livello sottomarino! Da segnalare anche le coinvolgenti fasi a bordo dei veicoli, guidati dall’I.A., dai quali dovremo aprire il fuoco contro qualsiasi mostro ci si presenti davanti, e anche una splendida sezione nella quale smetteremo i panni di Marcus per soffermarci invece su Cole e il suo passato, che sicuramente non ci aspettavamo così complesso e interessante.

Gears of War 3

Varietà che investe anche il gameplay: stante la base, le meccaniche, insomma l’eredità pesante dei primi due episodi, le nuove armi e una nuova fisica dei personaggi (leggermente più agili e leggeri) ci daranno l’opportunità di approcciare gli scontri in maniera differente. Anche se vi lasciamo il gusto di scoprire da soli i nuovi mezzi di distruzione, una nota va sicuramente spesa per il “Lancer Retrò”, una versione modificata del più classico fucile della serie, che rinuncia a precisione, capienza e motosega per aggiungere potenza e una fantastica baionetta. A migliorare ancor di più una campagna già abbastanza longeva (si parla di 10-12 ore), arriva la co-op, sia in locale (split-screen per due) sia online, dove invece si potrà giocare in quattro.

Non basta? Epic ha inserito anche una nuova variante denominata Arcade, dove ci si dovrà sfidare nel punteggio oltre che nel cercare di proseguire la storia, e nella quale si potrà anche mettere più pepe alle partite utilizzando alcuni modificatori della difficoltà, che, a livello “Normale” forse è stata troppo ridotta da una generosa dose di mira assistita, ma non abbiate paura: nei livelli più difficili viene offerta ancora una vera sfida anche ai COG d’annata.

Gears of War 3

Come non parlare, poi, della grafica? Il mondo di Sera ogni volta riesce a stupire, dalle ambientazioni urbane di Mercy ai cunicoli abitati dalle locuste, dai fondali marini alla fortezza di Azura… su Xbox 360 difficilmente il dettaglio, le animazioni, l’illuminazione e la qualità delle texture sono mai stati così. Certo, non siamo davanti al gioco dalla fisica perfetta e qualche sporadico rallentamento nelle fasi più concitate è da mettere in conto, ma il lavoro fatto da Epic Games è quasi perfetto; sembrava difficile migliorare così tanto dal secondo episodio ma ci sono riusciti. Gears of War 3 infine presenta anche il supporto al 3D stereoscopico, anche se un certo calo nella risoluzione potrebbe fungere da deterrente per qualcuno.

Non solo grafica, però: anche l’orecchio vuole la sua parte e sparare all’impazzata contro le schiere nemiche mentre le radici degli Splendenti distruggono tutto e le esplosioni sconvolgono il paesaggio è una goduria su un sistema home theatre. Le classiche musiche della serie ritornano e, pur non raggiungendo i livelli di epicità di OST come quella di Halo, si fanno ascoltare senza problemi. Come tutte le produzioni Microsoft, poi, Gears of War 3 è completamente doppiato in Italiano; benché il voice-over sia per la maggior parte ben fatto, dispiace notare come sia cambiato il doppiatore di Marcus: quel senso di estraneità per il personaggio che proverete all’inizio sarebbe stato meglio evitarlo.

Gears of War 3

Una caratteristica che ha sempre contraddistinto la serie è il multiplayer adrenalinico, divertente e mai banale che nel corso degli anni ha saputo migliorarsi e rinnovarsi. La scelta degli sviluppatori per l’impianto del multiplayer competitivo di Gears of War 3 è stata semplice ma intelligente: riproporre quanto già mostrato, giocato e collaudato, senza stravolgerne le strutture portanti, ma cercando di risolvere quei difetti che infastidivano i più. Impreziosendo il tutto con migliorie e chicche varie, con il chiaro intento di rendere più coinvolgente e profonda l’esperienza.

Ciò che colpisce fin da subito è la maggiore complessità dei menù nella schermata principale; una rapida esplorazione ci fa presto scoprire, con una certa gioia, il nuovissimo sistema di gradi, medaglie “Onyx” e onorificenze varie che sembra preso in prestito da titoli come Halo e Call of Duty. Alla crescita del personaggio è legato un complesso sistema di obiettivi da portare a termine durante le partite in rete e non, per ottenere una manciata di punti esperienza e progredire così nella scalata alle alte vette, sbloccando nuovi personaggi (umani e locuste) e skin per le armi. Pur lontano dalla completa customizzazione del personaggio di un Halo, il sistema risulta godibile, andando oltretutto ad aumentare con efficacia la longevità (per portare a termine alcuni obiettivi occorreranno davvero tante partite!).

Gears of War 3

Al di là del contorno, sul fronte del multiplayer competitivo vero e proprio, nessuna variazione sostanziale, ma rispetto alle versioni predecenti tutto risulta più pulito, più fluido. Complice anche un sistema di netcode che ha giovato del lavoro svolto durante il beta testing e che, sebbene ancora inferiore ad Halo e Call of Duty, rappresenta comunque un bel passo avanti per una serie che nella sua prima apparizione aveva proprio nel sistema di creazione e ricerca di partite online uno dei più grossi difetti.

Nessuna variazione sostanziale, eppure qualcosa è cambiato: Gears of War 3 affianca alle ormai storiche modalità “Zona di Guerra” ed “Esecuzione” e alle sempre apprezzabili “Re della Collina” e “Compagno”  gli inediti “Cattura il leader” (evoluzione di “Cattura la bandiera” e “Guardiano” di fatto accorpate in un’unica modalità nella quale l’obiettivo e immobilizzare il leader avversario per trenta secondi) e “Deathmatch a squadre”, un 5vs5 nel quale ad ogni team sono concessi quindici respawn, utilizzati i quali ogni uccisione sarà quella definitiva. Tante modalità per divertirsi nelle dieci mappe preparate dagli sviluppatori, tutte abbastanza ispirate. Sull’argomento, ci sarebbe da fare un appunto: la scelta dell’ultimo secondo di eliminare dalla versione retail del gioco un paio di mappe già pronte per includerle nel programma di DLC. Ma, al di là della quantità, sono i dettagli a fare la differenza. Come la possibilità di richiamare una pratica mappa dinamica ogni qual volta non si è sul campo di battaglia a combattere, con tanto di segnali delle armi e dei giocatori in movimento. O del nuovo HUB “a croce” che, tramite piccole miniature dei giocatori, permette di tenere sempre sotto controllo la situazione dei vivi/uccisi nella propria squadra e in quella avversaria.

Gears of War 3

Grande novità di Gears of War 2 fu la modalità “Orda”, nella quale i giocatori erano chiamati a vestire i panni dei COG per collaborare nel tentativo di sopravvivere alle ondate di Locuste (per un massimo di 50), via via sempre più forti e variegate. L’ “Orda 2.0”, come lascia intuire il nome, è una versione riveduta e aggiornata che altro non fa che portare la stessa struttura a più alte vette di divertimento e profondità. Oltre a un parco avversari molto più nutrito e diversificato (non fosse altro per la presenza degli “Splendenti”), ai cinque (massimo) che giocheranno contemporaneamente, infatti, non solo viene concessa la possibilità di acquistare armi e munizioni, ma anche torri di controllo, muri difensivi di filo spinato, esche e manichini con le fattezze dei COG e altri diabolici ritrovati tecnologici da posizionare nelle pause di mezzo minuto tra un’orda e l’altra, nel tentativo di rallentare e indebolire le Locuste in arrivo. Ma il semplice acquisto non basterà: per far fronte alle orde più avanzate sarà opportuno potenziare le difese già utilizzate, in un continuo processo di arricchimento e potenziamento dell’arsenale, che potrà portare anche all’utilizzo di torrette automatiche e devastanti mezzi corazzati. Si noti che quando parliamo di “acquisti”, facciamo riferimento a compravendite a base dei dollari accumulabili a partire dal primo round a suon di kill e buone prestazioni.

Se invece avete sempre sognato di combattere dalla parte dei cattivi, allora la modalità “Bestia”, nuova introduzione di Gears of War 3, è quello che fa per voi. 12 ondate da eliminare nei panni di una delle 15 specie di Locuste utilizzabili, sbloccabili via via a seconda dell’accumulo di denaro: si va dal semplice Ticker al temibile Boomer, passando per l’ostico Kantus e i normali Drone, fino ad arrivare a sua maestà il Berserker. Ognuno di essi ha uno stile di gioco e un arsenale peculiare, il che rende l’esperienza diversificata, a seconda della specie utilizzata. L’esempio più interessante: ricordate quando nel primissimo Gears scoprimmo che il Berserker era eliminabile solo col Martello dell’Alba, ma, essendo praticamente cieco, per muoversi doveva far affidamento sugli altri sensi? In “Bestia” troveremo il Berserker, niente di più, niente di meno: una colossale macchina da guerra, scalfibile solo tramite poche armi selezionate, ma con un raggio di visuale notevolmente più limitato rispetto ai suoi alleati. Proprio per le grandi differenze intercorrenti fra le specie di Locuste, però, il giocatore verrà portato ad utilizzarne un numero limitato, costituito da quelle che possono realmente riuscire nell’arduo compito di eliminare l’ondata umana nel tempo limite di un minuto (al quale si accumulano pochi secondi per ogni kill eseguita). Meno rifinita rispetto alla variante classica, nonché più breve, “Bestia” non mancherà comunque di dispensare momenti di divertimento diversi dall’usuale.

Gears of War 3


Gears of War 3 rappresenta forse ancor oggi il picco massimo raggiunto dalla serie. Tecnicamente meraviglioso, potenzialmente infinito, un’esclusiva imperdibile per tutti i possessori di una Xbox 360.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche