Back in Time – Galaxy Force II
Prosegue la nostra carrellata nel fantastico mondo di Sega Mega Drive: dopo un paio di Streets of Rage e i mirabolanti Super Hang-On e Out Run, Back in Time si sofferma su Galaxy Force II, che proprio quest’anno spegne la sua trentesima candelina. Nelle settimane a seguire, ve lo anticipiamo già vedremo diversi altri titoli Sega.
Galaxy Force ha dapprima esordito su arcade, per poi ricevere quasi subito un update, chiamato Galaxy Force II, che andava ad aggiungere due stage, a correggere alcuni bug e a modificare qualche elemento del gameplay. Proprio questa è stata la versione di riferimento per quasi tutti i numerosissimi port, fra cui quello per Mega Drive del 1991. Il gioco si inserisce in un filone piuttosto vitale a cavallo fra anni Ottanta e Novanta: quello degli sparatutto su rotaie, in cui Sega poteva già contare su un ottimo curriculum dato dagli Space Harrier e dagli After Burner, per non parlare del seminale Planet of Zoom, addirittura del 1982.
A bordo della TRY-Z, inquadrata da dietro, il giocatore deve sconfiggere le forze del Quarto Impero combattendo al fianco della Federazione Spaziale nell’elite chiamata Galaxy Force. L’ispirazione proviene da Star Wars, anche nel design: in particolare, ciascun livello prevede almeno una fortezza imperiale da distruggere in un modo che ricorda molto da vicino Il ritorno dello Jedi.
La sole risorse a disposizione sono uno scudo che si affievolisce ad ogni impatto, lo sparo di ordinanza e i missili (limitati e potenziabili). I comandi sono molto semplici: un tasto serve per decelerare, uno per i missili e, a seconda delle configurazioni, uno per lo sparo di ordinanza o l’acceleratore (uno dei due è automatico). Purtroppo la funzione dello sparo si rivela molto difficile da sfruttare, sicché ben presto il giocatore si affiderà totalmente ai missili, che hanno un rudimentale sistema di lock-on che poi sarebbe stato affinato in rail shooter più recenti come Rez e Child of Eden. In questo frangente il gioco soffre della mancanza di un secondo stick con cui gestire il mirino.
Lo scoring system si lega al mero scorrere del tempo: più minuti di gioco equivale a più punti, ma anche a una maggior perdita di energia, quindi è necessario prestare molta attenzione. Al termine di ogni schema verranno assegnati punti ed energia bonus a seconda delle uccisioni. Il recupero di energia talvolta avviene anche nel bel mezzo del livello, al raggiungimento di determinati checkpoint.
Sul piano tecnico non possiamo che segnalare l’ottimo comparto grafico in relazione all’anno dell’uscita: gli sprite sono enormi, la fluidità è garantita anche in momenti in cui molti nemici compaiono sullo schermo e la palette cromatica è molto varia. Prevedibilmente, nessuno dei port dell’epoca (parliamo di macchine a 8 o a 16 bit) fu all’altezza del cabinato, nemmeno quello per Mega Drive, che soffriva di un netto impoverimento grafico nelle sezioni di penetrazione nelle basi nemiche.
Il (breve) discorso sulla longevità non può che partire dalla premessa che Galaxy Force II è un titolo arcade, incentrato più sul livello di sfida che sulla quantità di contenuti: per completare tutti i sei livelli (cinque più uno segreto non selezionabile dalla schermata iniziale) che compongono il gioco non occorrono più di venti minuti, ma si susseguiranno diversi tentativi prima di raggiungere tale obiettivo, anche se molto dipende dall’abilità del giocatore, nonché dalle impostazioni della difficoltà prescelte, che includono il livello di sfida generale e la rapidità dell’Energy Timer (Easy, Normal, Hard), nonché la forza dello scudo (Weak, Strong).
Spendiamo ora due parole sui port prima delle considerazioni finali. Galaxy Force era un’esperienza incredibile in sala giochi, grazie al fantastico coin-op che potete vedere sotto: esso, grazie a un sistema idraulico, era in grado di riprodurre le sensazioni di una cabina di pilotaggio. Una delle prodigiose macchine di quella Sega, quella dei tempi d’oro.
Il gioco, perlopiù nella versione II, è stato trasposto su innumerevoli piattaforme ed è incluso in alcune compilation, fra cui la recentissima SEGA Mega Drive Classics. Proprio quest’ultima versione risulta ad oggi la più conveniente, considerati tutti i fattori (reperibilità, prezzo, praticità, ecc.), soprattutto se teniamo conto che l’enhanced port per Nintendo 3DS – venduto al prezzo di € 4,99, per giunta – pecca proprio nell’effetto tridimensionale che dovrebbe costituire il valore aggiunto del porting. L’opzione migliore – dopo il cabinato, si capisce – è il port per Saturn, praticamente arcade perfect.
Galaxy Force II non si presenta in buonissima forma al suo trentesimo compleanno, rivelandosi un rail shooter ormai obsoleto, che perde buona parte del suo fascino senza il coin-op.