Back in Time – Mario & Luigi: Fratelli nel tempo
Mario è particolarmente politropo: lo abbiamo visto cimentarsi in svariati generi, tra cui non poteva mancare quello dei GDR, esplorato per la prima volta con Super Mario RPG. Nel XXI secolo le politiche di Nintendo si sono fatte più rapaci, con una tendenza al milking dei soliti brand, primo fra tutti Super Mario; così, se fino al 2000 le uscite ruolistiche dell’idraulico sono state solo due, dal 2003 ad oggi se ne sono aggiunte altre dieci. Troppe, a parere di chi scrive. Mario & Luigi: Fratelli nel tempo, manco a dirlo, è una di queste. Costituisce il sequel di Superstar Saga (riproposto abbastanza recentemente su 3DS), e ha reso di fatto Mario & Luigi una (sotto)serie.
In occasione dell’uscita del remake di Viaggio al centro di Bowser, Back in Time vi propone una retrospettiva sul suo prequel.
La carriera ruolistica di Mario è caratterizzata dall’alternanza fra due sotto-serie: Paper Mario e Mario & Luigi. Una suddivisione sensata, soprattutto fin quando Paper Mario è uscito su home console e Mario & Luigi su handheld; poi entrambi si sono stabiliti su 3DS, quindi Nintendo ha pensato bene di riunire le due serie con Mario & Luigi: Paper Jam Bros. Tutti i Mario & Luigi sono opera di AlphaDream, team formato nel 2000 da ex membri di Square. Il primo capitolo, Superstar Saga, ricevette il plauso della critica soprattutto per essere riuscito a offrire una prospettiva diversa e autoironica dell’universo di Mario. Il gioco avrebbe potuto costituire un unicum, una sorta di “esperimento”, e in quest’ottica avrebbe avuto più senso, ma il successo commerciale ha spinto Nintendo e AlphaDream a proseguire nella partnership.
Dopo lo spostamento geografico di Superstar Saga, Fratelli nel tempo torna nel Regno dei Funghi, dove il Professor Gadd (introdotto in Luigi’s Mansion) ha inventato la macchina del tempo. Il viaggio inaugurale nel passato della Principessa Peach si rivela un disastro: la principessa non torna nel presente, ma all’interno della macchina c’è uno Shroob, un essere vivente appartenente alla razza aliena che ha invaso il Regno dei Funghi nel passato e, presumibilmente, rapito Peach. Approfittando di una breccia temporale, Mario e Luigi vanno nel passato, dove incontrano le loro versioni bebè.
Il canovaccio di Fratelli nel tempo si affida ad alcuni elementi sempiterni, come il rapimento della Principessa Peach – anche se questa volta non (solo) ad opera di Bowser – e la “sfigataggine” di Luigi, che costituisce uno dei temi autoironici ricorrenti. Senza aspettarci chissà quale trama, va evidenziato che il comparto narrativo avrebbe potuto ricevere una cura maggiore pur nel suo piccolo, e come la stessa autoironia che aveva decretato il successo di Superstar Saga non sia più così fresca. In questo campo, dunque, non si registrano progressi.
I passi avanti sono stati fatti sul piano tecnico, grazie al salto generazionale. A dire il vero, i miglioramenti grafici non sono eclatanti (si vedano ad esempio i fondali), e si sostanziano principalmente in animazioni più fluide e complesse. Le caratteristiche del DS sono poco sfruttate: niente microfono, niente touchscreen; in compenso, il gioco fa ampio uso di entrambi gli schermi, tanto nelle sezioni esplorative, quanto nei combattimenti. Il sonoro è buono, ma non eccellente. I personaggi si esprimono in un gibberish grazioso anche se un po’ ripetitivo, e la colonna sonora alterna classici remixati e nuovi pezzi. Il lavoro di Yoko Shimomura – che si è occupata di tutte le OST di Mario & Luigi – è buono, ma non di più. I picchi sono raggiunti probabilmente nelle boss battle.
Tutti i JRPG di Mario hanno dei tratti distintivi che li rendono più graditi ai fan dell’idraulico che a quelli dei GdR. Fratelli nel tempo non fa eccezione, per quanto possa essere classificato come un JRPG “classico” con mob visibili e combattimenti a turni. Il sistema di crescita risulta primitivo: esiste solo il level up, cui non si accompagna nemmeno l’apprendimento di nuove abilità, affidate all’equipaggiamento delle tessere (una per personaggio), che conferiscono poteri come il recupero di HP all’inizio del turno o l’immunità da alterazioni. A parte le tessere, esiste un unico pezzo di equipaggiamento, che influisce solo sulle statistiche. Le mosse sono gestite tramite gli oggetti denominati Strumenti Fratelli, che, appunto, non vanno equipaggiati, ma utilizzati in battaglia; serve una certa dose di abilità manuale, visto che le azioni (attaccare, schivare, contrattaccare e usare gli Strumenti Fratelli) richiedono la pressione tempestiva di alcuni tasti.
Mario & Luigi si caratterizza da sempre per il peso pressoché paritario che viene attribuito – sia nella trama, sia nel gameplay – ai due fratelli. In Fratelli nel tempo questo dualismo raddoppia, visto che i viaggi nel tempo portano Mario e Luigi a incontrare le loro versioni baby, che ben presto entrano nel party. Ciò ha ripercussioni sul gameplay – anzi, costituisce la principale novità rispetto a Superstar Saga – tanto sul versante dell’esplorazione e del puzzle solving quanto su quello dei combattimenti.
Gli infanti passano buona parte del tempo sulle spalle degli adulti, ma in numerosi frangenti scendono a terra per darsi da fare. Il sistema pensato da AlphaDream si basa rigidamente sulla doppia coppia: non è possibile muovere un singolo personaggio, né muoverli tutti contemporaneamente (se non quando i bambini stanno in groppa); l’unica azione da svolgere singolarmente è il salto, deputato ai quattro pulsanti frontali: A per Mario, B per Luigi, X per Baby Mario e Y per Baby Luigi. Premendo R si cambiano le funzioni dei succitati pulsanti, deputati ad abilità particolari che si acquisiscono gradualmente; la coppia baby ha due poteri, così come quella adulta.
La componente di puzzle solving si gioca tutta sull’uso disgiunto delle due coppie (l’esempio più banale è schiacciare alcuni blocchi per aprire delle porte) e sulla combinazione dei loro poteri. Il meccanismo funziona bene e può dirsi la parte più riuscita del gameplay, anche se alcuni hanno evidenziato delle difficoltà di coordinamento, comunque mitigate dalla difficoltà non elevata e dal fatto che le coppie si muovono a turni. Ad ogni modo, chi scrive avrebbe preferito cambiare la mappatura dei comandi (cosa purtroppo non consentita), specialmente in battaglia, trovando poco intuitive le combinazioni A-X per Mario-Baby Mario e B-Y per Luigi-Baby Luigi.
Anche negli scontri i bambini stanno soprattutto sulle spalle dei grandi, tranne nei combattimenti che ingaggiano da soli (quando nelle sezioni esplorative camminano con le loro gambe) e quando gli adulti vengono sconfitti. Il ruolo delle versioni baby, dotate di parametri relativamente bassi, è di supporto: sono coinvolti da molti Strumenti Fratelli, possono potenziare gli attacchi degli adulti e riportarli in vita quando vengono sconfitti.
Ciò detto, bisogna riconoscere che i combattimenti costituiscono la parte meno riuscita del gioco. Innanzitutto, in un’ottica JRPGistica si rivela poco felice la scelta di prevedere un party di soli due (più due) membri; probabilmente sarebbe stato meglio schierare tutti e quattro i personaggi, perché in due le soluzioni tattiche sono ridottissime. A ciò si aggiunge l’arma a doppio taglio dell’interattività delle mosse, marchio di fabbrica della serie. L’idea di coinvolgere direttamente il giocatore nell’esecuzione di attacchi e schivate è buona, ma può stancare, posta la ripetitività degli input richiesti; inoltre, ha l’effetto di allungare parecchio la durata dei combattimenti.
Le boss battle rappresentano il climax dell’ammorbamento del battle system, complice un bilanciamento discutibile. I cattivoni di fine dungeon ben presto cominciano ad avere moltissimi HP, richiedendo un gran numero di turni per essere abbattuti, turni in cui il giocatore si vede costretto a utilizzare sempre gli stessi Strumenti Fratelli (i più efficaci a seconda della situazione) e a schivare gli stessi attacchi, che il più delle volte sono multipli. Tanti turni, tanti attacchi: la durata dello scontro aumenta in modo inversamente proporzionale alla pazienza del giocatore.
Mario & Luigi: Fratelli nel tempo è un buon JRPG mariesco, ma non è all’altezza del predecessore. Fortunatamente per noi, anche Viaggio al centro di Bowser (fra poco disponibile anche su 3DS nel remake di cui si è detto in apertura) gli è superiore. Non a caso, fra i primi tre Mario & Luigi, è l’unico a non essere ancora stato riproposto.