Back in Time – Elite Beat Agents

Salviamo il mondo a passi di danza!

A meno che non siate importer, difficilmente avrete messo le mani su Osu! Tatakae! Ouendan, ottimo rhythm game di iNis uscito in Giappone nel 2005. Le importazioni furono talmente buone da incoraggiare un’esportazione ufficiale, che peraltro non prese la forma di una conversione, bensì di un titolo inedito con lo stesso concept. Purtroppo, il successo di Elite Beat Agents non fu strepitoso; forse l’errore è stato proprio quello di occidentalizzare il prodotto: in fin dei conti, gli importer avevano apprezzato il gioco anche per la sua spiccata nipponicità; certo, il target sarebbe stato una nicchia, ma i costi di sviluppo sarebbero stati ridotti. Nintendo sperava in un altro successone della Touch! Generation, mentre Elite Beat Agents si rivelò il tipico gioco apprezzato dalla critica, ma accolto tiepidamente dal pubblico. Peccato.

Precisamente dodici anni fa Elite Beat Agents debuttò in Europa su DS, quindi gli dedichiamo la puntata odierna di Back in Time.

Cos’è cambiato rispetto a Osu! Tatakae! Ouendan? Come anticipato sopra, quasi tutto: nel titolo originale i protagonisti fanno parte di una squadra di cheerleader – nel nostro immaginario sono femmine, ma in Giappone ci sono pure maschi dediti a tale disciplina – che incoraggia a suon di musica e danze le persone in difficoltà; nel gioco occidentale, invece, si impersonano gli Elite Beat Agents, agenti speciali un po’ CIA, un po’ Charlie’s Angels, sempre e comunque supercool.

Inutile dire che ha molto più senso che a fare il tifo sia una squadra di cheerleader piuttosto che una di agenti segreti, però questo è importante fino a un certo punto, siccome la storia e le situazioni che si presentano sono tutte da ridere, o quasi: i “casi disperati” sono inediti rispetto a Osu! Tatakae! Ouendan, ma i toni sono rimasti umoristici e leggeri. Essi sono raccontati da vignette realizzate deliziosamente: dei piccoli fumetti che fanno da cornice a un gameplay solidissimo.

Prima di dedicarci alla giocabilità, occupiamoci di una questione di quasi pari delicatezza, dal momento che stiamo parlando di un rhythm game: il sonoro. La tracklist occidentale non conserva nessun brano originale, ma mantiene la sgradita caratteristica di essere composta da cover, quindi i nomi degli artisti che vedete qui sotto sono stati riportati solo per scrupolo; l’esecutore del brano è tra parentesi:

  1. Steriogram – “Walkie Talkie Man” (by Jason Paige)
  2. Sum 41 – “Makes No Difference” (by Vinn Lombardo)
  3. Avril Lavigne – “Sk8er Boi” (by Angela Michael)
  4. Freddie Mercury – “I Was Born To Love You” (by Paul Vician)
  5. Stray Cats – “Rock This Town” (by Mark Latham)
  6. Deep Purple – “Highway Star” (by Kaleb James)
  7. Village People – “Y.M.C.A.” (by TC Moses)
  8. Earth, Wind and Fire – “September” (by TC Moses)
  9. Jamiroquai – “Canned Heat” (by Jason Paige)
  10. Madonna – “Material Girl” (by Melissa Garber)
  11. Ashlee Simpson – “La La” (by Laura Jane)
  12. Chicago – “You’re the Inspiration” (by Julian Miranda)
  13. David Bowie – “Let’s Dance” (by Delaney Wolff)
  14. Good Charlotte – “The Anthem” (by Kevin Ridel)
  15. Hoobastank – “Without a Fight” (by Kevin Ridel)
  16. The Rolling Stones – “Jumpin’ Jack Flash” (by Billy Fogarty)

Ci sono poi tre tracce segrete, legate alle promozioni di grado:

  1. Cher – “Believe” (by Lynn Rose)
  2. The Jackson Five – “ABC” (by TC Moses and Brittany Kertesz)
  3. Destiny’s Child- “Survivor” (by April Harmony)

Nonostante ci sia stato un incremento rispetto alle sole 15 canzoni presenti in Osu! Tatakae! Ouendan, ci sembra un po’ poco, tenendo conto del fatto che rivali diretti come Guitar Hero: On Tour, usciti a partire dall’anno successivo, sfiorano i trenta brani, quasi sempre nelle versioni originali. Inoltre, a diversi anni dall’uscita, qualche scelta può risultare un po’ “infelice”… Tutto sommato, bisogna riconoscere che ci si trova a giocare piacevolmente anche su pezzi che non sono proprio capolavori e che le varie situazioni costruite attorno a essi sono sempre adeguate.

Elite Beat Agents risale all’epoca in cui non erano disponibili le cartucce ad alta capienza, e ciò può fornire una giustificazione sia alla scaletta relativamente striminzita, sia alla qualità audio non eccelsa: anche giocando con un bel paio di cuffie bisogna sapersi accontentare, tenendo comunque conto del fatto che quest’aspetto non incide sul gameplay e sulla godibilità complessiva dell’opera.

Ogni canzone è suddivisa in varie sezioni inframezzate da una schermata di vignette, utili a raccontare l’evolversi della vicenda e a tirar fiato; l’esito di ciascuna sezione influenzerà lo svolgersi degli eventi. Bisogna usare lo stilo ed eseguire a tempo determinate azioni, perlopiù premere bottoncini colorati e numerati: a seconda del vostro tempismo, otterrete 50, 100 o 300 punti. Gli altri due elementi del gameplay sono l’indicatore di sequenza e la ruota: mentre quest’ultima non ha bisogno di spiegazioni (ma se proprio la volete, basta descrivere circonferenze con il pennino. Contenti?, N.d.R.), il primo richiede di seguire l’indicatore mentre si sposta da un punto all’altro. Tutto qua, non c’è molto altro da fare, davvero; probabilmente anche questa è la chiave di successo dei grandi giochi, che riescono a proporre meccaniche efficaci e intriganti senza eccedere nella complessità.

A basi semplici, tuttavia, non corrisponde un livello di difficoltà permissivo: il neofita potrebbe incontrare qualche problemino già alla prima delle quattro difficoltà, mentre l’ultima è appannaggio dei giocatori più caparbi e abili. Questo soprattutto perché l’Elitometro (la barra della sopravvivenza, collocata nella parte superiore dello schermo tattile) cala piuttosto rapidamente e in maniera continua, nel senso che non si svuota solo quando viene commesso un errore (come in Guitar Hero), ma anche nei brevi “tempi morti” che intercorrono fra una nota e quella successiva. Dispiace, dunque, constatare l’assenza di una modalità di allenamento che permetta di esercitarsi sulle sezioni più difficili di ciascun brano. Il sistema di valutazione, poi, è piuttosto intransigente: capita di non prendere “A” (che non è nemmeno il voto massimo: c’è pure la “S”) anche quando la canzone è stata eseguita in full combo, cioè senza sbagliare una nota, dal momento che ai fini del mero punteggio è molto influente il tempismo (ricordate? Si possono ottenere 50, 100 o 300 punti, a seconda della propria precisione). Insomma, quasi conviene comprare un metronomo assieme al gioco, ma niente panico: il livello della sfida è alto, ma, a meno che non si voglia eccellere alle difficoltà più elevate, il titolo è accessibile a tutti, con un po’ di pazienza. Pazienza che Elite Beat Agents si merita senza dubbio e che gli accorderete senza sacrificio, spinti dalla voglia di migliorare i punteggi.

Lo Story Mode si completa in un paio d’ore, ma la longevità è garantita dall’alto tasso di sfida. Gli ultimi due livelli di difficoltà vanno sbloccati, così come le canzoni bonus, che si rendono disponibili in concomitanza al raggiungimento di determinati gradi, operazione che richiede l’accumulazione di milioni e milioni di punti. Ovviamente il trucco di rifare un numero indefinito di volte una canzone non funziona, dal momento che il contatore considererà solo il punteggio più alto ottenuto in quel brano. Facciamo un esempio: se la prima volta che faccio una canzone totalizzo 100000 punti, questi vengono sommati al contatore; quando la riprovo e ottengo 120000 punti, il mio punteggio complessivo non aumenterà di 120000, bensì solo di 20000. Per sbloccare l’ultima canzone ci vogliono 25 milioni di punti, ma completando il gioco ai primi due livelli di difficoltà mediamente se ne accumulano a malapena 10 milioni, quindi vi renderete conto che la strada è lunga e impervia. Ma dannatamente divertente.

Completa il quadro il multiplayer, piuttosto ricco per un titolo DS: sono previsti lo scambio di ghost, una modalità competitiva fino a quattro giocatori, anche se uno non ha la cartuccia (però saranno disponibili solo cinque canzoni), e una modalità cooperativa per due giocatori, ciascuno in possesso della sua copia.

Elite Beat Agents


Divertente, appassionante, difficile, Elite Beat Agents ha tutte le qualità che rendono grande un gioco. Peccato per il sonoro, che non eccelle per scaletta e qualità audio.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche