Back in Time – Donkey Konga

Nel 2001 fece il suo debutto Taiko no Tatsujin, celebre rhythm game di Namco basato sulle percussioni che diede vita a una prolifica serie che conta ormai decine di incarnazioni. Il colosso di Kyoto decise saggiamente di avere un Taiko no Tatsujin “nintendoso” che colmasse la lacuna dei giochi musicali nella line up del GameCube, affidando una delle sue più antiche mascotte alle cure di Namco: ecco a voi Donkey Konga, titolo risultante da un gioco di parole che unisce il nome del celebre gorilla a quello di uno strumento a percussione cubano (la conga), anche se, in realtà, nel gioco si utilizza il bongo.

In occasione del quindicesimo anniversario della (sotto)serie, riscopriamone insieme il capostipite.

Donkey Konga

I DK Bongos sono una periferica molto bella: più che di una coppia di tamburi, hanno le sembianze di due classici barili presenti in ogni capitolo della serie. Questi ultimi sono uguali, mentre nei bonghi veri sono di dimensioni diverse. Il corpo centrale è dotato di microfono, che rileva il battito delle mani, elemento essenziale del gameplay. Peccato che i giochi che li implementino siano pochissimi: oltre ai tre Donkey Konga, infatti, solo l’ottimo Donkey Kong Jungle Beat (ma non il wiimake) li adopera. Anche il fiacco Donkey Kong Jet Race, originalmente previsto per GameCube, avrebbe dovuto rientrare in questa lista, ma poi tale sistema di controllo fu abbandonato in occasione dello spostamento su Wii.

Prima di parlare delle cose importanti, vale la pena spendere due parole sul comparto tecnico, per dovere di completezza più che per altri motivi: come è risaputo, infatti, in giochi di questo tipo la grafica è secondaria, e l’engine – derivato da quello di Taiko no Tatsujin – pare esserne ben consapevole. Nulla che si innalzi al di sopra della sufficienza, anzi, la bassa qualità dei fondali fa storcere il naso ed è solo in parte compensata dalla palette cromatica. Certo, quando le note sfrecceranno a velocità supersonica lungo la loro striscia, vi importerà molto poco del resto.

Anche a livello di gameplay le analogie con la serie Namco sono marcate, ma è anche vero che la maggior parte dei musicali funziona allo stesso modo, o quasi. Sullo schermo scorre una striscia contenente le note, di quattro tipi diversi, a cui corrispondono i quattro movimenti previsti dal gioco: tamburo destro (nota rossa), sinistro (gialla), entrambi i tamburi contemporaneamente (rosa) e battimani. A questo punto le possibilità sono nuovamente quattro:

1. mancate la nota: no!
2. prendete la nota con pessimo tempismo: male
3. prendete la nota: ok (1 moneta)
4. prendete la nota con perfetto tempismo: grande (2 monete)

Azzeccando più note di seguito si realizza una combo, la quale fa aumentare il punteggio, ma attenzione, perché basta un “male” a interromperla.

Suonando in Modalità Esibizione (quella con cui conviene iniziare) bisogna prestare attenzione alla barra in alto a destra, che dovrà raggiungere un livello minimo perché la canzone sia eseguita con successo, in modo da portarsi a casa le monete. L’unico metodo per riempirla è prendere quante più note possibili, cercando di evitare di sbagliarne troppe, siccome gli errori causano la perdita di tacche. Il denaro va speso per comprare i minigiochi, gli effetti per i bonghi (possono suonare come un NES!) e i brani per la Modalità Gorilla, mentre ai livelli di difficoltà inferiori sono già tutti sbloccati.

Anche se può non dare l’idea di un gioco complicato, Donkey Konga sa esserlo: mentre i primi due livelli di difficoltà sono alla portata del giocatore medio (che può arrivare a prendere la medaglia d’oro in tutte le canzoni), la succitata Modalità Gorilla presenta dei brani veramente infernali. Ogni canzone ha un tasso di difficoltà, riconoscibile dal numero di barili presenti sopra il titolo: una traccia da sette barili in Modalità Gorilla richiede grande dedizione.

Le modalità di gioco sono cinque:

  1. Esibizione: il classico single-player. Si possono suonare tutte le canzoni ai vari livelli di difficoltà, inclusi quelli speciali (abbastanza inutili, sinceramente) in cui bisogna imparare a memoria le note. Completando i brani con successo si guadagnano monete.
  2. Sfida: giocabile anche in due, è la trasposizione della modalità Survival presente in praticamente tutti i beat ‘em up esistenti.
  3. Battaglia: due giocatori si fronteggiano. Non è richiesto solo di suonare la propria parte, ma anche di confrontarsi direttamente con l’avversario usando power-up, roulette o sconfiggendolo nella rullata.
  4. Sala prove: una delle modalità più belle: fino a quattro giocatori possono suonare liberamente con l’unico scopo di divertirsi.
  5. Minigiochi: acquistabili con le monete, sono tre semplici palliativi (due dei quali affrontabili anche in due) non particolarmente interessanti.

Come buona parte dei musicali, Donkey Konga dà il meglio di sé in multiplayer, rivelandosi quindi anche un ottimo party game. Il maggior difetto in questo senso è causato dalla scarsa diffusione dei bonghi: quanti dei vostri amici ne hanno un paio a casa? Pochi, probabilmente, o addirittura nessuno; riunirne quattro nella stessa casa è pressoché impossibile. Certo, si può anche giocare con il pad (con tre diverse configurazioni), ma non è la stessa cosa. Problema non trascurabile, insomma.

Per un gioco del genere la tracklist è fondamentale, ovviamente. Purtroppo, Donkey Konga non eccelle sotto questo punto di vista: le tracce sono 33 per la versione americana, 32 per quella giapponese e 31 per la PAL. Ecco la scaletta scelta per il mercato europeo:

POP
99 Red Balloons – Nena
Alright – Supergrass
Back For Good – Take That
Busy Child – The Crystal Method
Canned Heat – Jamiroquai
Cosmic Girl – Jamiroquai
I Want You Back – Jackson 5
Lady Marmalade – Christina Aguilera, Lil’ Kim, Mýa & Pink
The Loco-Motion – Kylie Minogue
Tumbthumping – Chumbawamba
You Can’t Hurry Love – The Supremes

FUNK
September – Earth, Wind & Fire

LATINOAMERICANA
Oye Como Va – Santana
Para Los Rumberos – Tito Puente

CLASSICA
Danza ungherese n°5 in SOL minore – J. Brahms
Marcia turca – W.A. Mozart

TRADIZIONALE
Dancing In The Street – Martha and the Vandellas
Louie Louie – The Kingsmen
Sing, Sing, Sing (With A Swing) – Benny Goodman

ROCK
All The Small Things – Blink 182
Don’t Stop Me Now – Queen
Richard III – Supergrass
The Impression That I Get – The Mighty, Mighty Bosstones
Wild Thing – The Troggs

COLONNA SONORA DI VIDEOGIOCHI
Rap DK
Tema di Donkey Kong Country
Tema di Donkey Konga
Rainbow Ride
Tema di Super Mario Bros.
Intro di Super Smash Bros. Melee
Tema di The Legend of Zelda

Gli artisti sono stati inseriti solo per completezza, dal momento che si tratta sempre di cover dalla qualità altalenante, come spesso succede in questi casi. Gli amanti del Giappone preferiranno sicuramente la folkloristica tracklist originale, mentre i filo-occidentali, a parere di chi scrive, farebbero meglio a buttarsi sulla versione americana.

Donkey Konga

Donkey Konga è un buon rhythm game, che attrae soprattutto grazie alla sua periferica: il gioco in sé, infatti, non è particolarmente abbondante, né nella tracklist, né sotto il profilo tecnico. Le meccaniche, rodate negli anni con svariati episodi di Taiko no Tatsujin, funzionano, e il multiplayer diverte a patto di trovare un altro paio di bonghi. Non imprescindibile, ma volete o no qualche gioco per usare i DK Bongos, oltre a quella perla di Donkey Kong Jungle Beat? Se la risposta è sì, i tre Donkey Konga fanno per voi.

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