Back in Time – Dungeons & Dragons: Chronicles of Mystara
Dopo avervi proposto la recensione di Capcom Beat ‘Em Up Bundle, abbiamo ritenuto doveroso tornare sui leggendari beat ‘em up di Capcom con Dungeons & Dragons: Chronicles of Mystara, collection uscita nella seconda metà del 2013 su PlayStation 3, Xbox 360, Wii U e PC (Steam).
Chronicles of Mystara contiene Dungeons & Dragons: Tower of Doom e Dungeons & Dragons: Shadow over Mystara, due titoli di cui ci siamo già occupati in queste pagine (rispettivamente qui e qui). Come abbiamo già avuto modo di dire, si trattava dell’evoluzione naturale di giochi come The King of Dragons e Knights of the Round, contenuti nel Capcom Beat ‘Em Up Bundle che abbiamo recensito qualche giorno fa.
Ad oggi, inoltre, Chronicles of Mystara costituisce l’unico modo legale per portarsi a casa i due giochi di Capcom senza ricorrere al mercato dell’import (e senza dotarsi di un cabinato da sala giochi).
I due port sono opera di Iron Galaxy Studios, developer molto conosciuto dai giocatori nostalgici: dal 2011 al 2013, infatti, i ragazzi di Chicago hanno restaurato molti classici Capcom come Street Fighter III 3rd Strike: Fight for the Future, Marvel Super Heroes, Marvel vs. Capcom: Clash of Super Heroes, riuniti nella collection Marvel vs. Capcom Origins (rimossa dagli store digitali alla fine del 2014) e, infine, Night Warriors: Darkstalkers’ Revenge e Darkstalkers 3, facenti parte di Darkstalkers Resurrection.
Il lavoro, com’era lecito aspettarsi, è privo di sbavature, e offre anche le opzioni grafiche presenti nei titoli di cui sopra: abbiamo a disposizione due filtri grafici, la possibilità di attivare le linee di scansione (in buona sostanza, si tratta di un effetto grafico che simula la resa del gioco su uno schermo a tubo catodico di vent’anni fa) e sei diverse modalità di visualizzazione, che consentono di conservare l’originale ratio 4:3 o di passare ai moderni 16:9, oltre che di utilizzare alcune prospettive simulanti il cabinato (che probabilmente non userete mai, NdR).
I nuovi contenuti messi a disposizione da Capcom e Iron Galaxy Studios sono grosso modo quelli che caratterizzano tutte le altre collaborazioni fra il colosso giapponese e lo studio americano. Una delle aggiunte più interessanti dovrebbe essere la componente online, che consta delle solite classifiche online e di una modalità multiplayer “drop in, drop out” che si avvale dell’efficiente (e regolabile) netcode GGPO, impiegato in diversi picchiaduro a partire dal 2010 (un esempio? Skullgirls), nonché in tutti i port realizzati da Iron Galaxy per Capcom. Tuttavia, chi scrive purtroppo non è mai riuscito ad affrontare nemmeno una sessione online a causa della mancanza di popolazione nei server.
Oltre alle opzioni grafiche di cui abbiamo già parlato, Chronicles of Mystara presenta un centinaio di extra sbloccabili: una settantina di bozzetti, una ventina di “archivi segreti”, consistenti in manifesti pubblicitari e concept, e, infine, sette houserule, termine mutuato da Dungeons & Dragons con cui gli sviluppatori hanno voluto indicare regole aggiuntive ed opzionali per la campagna online. Facciamo giusto un paio di esempi: “Vampirismo” consente di recuperare salute proporzionalmente ai danni inflitti, mentre “Infrangibile” elimina la variabile della rottura degli equipaggiamenti. Questi extra possono essere acquistati tramite crediti, che costituiscono il premio per il superamento delle Sfide, altra novità di questa riedizione.
Chiunque abbia dimestichezza con le altre operazioni nostalgiche di Capcom saprà già di cosa stiamo parlando: tali sfide, in modo simile ai Trofei/Obiettivi (a cui in parte sono sovrapponibili, infatti), richiedono di svolgere alcune azioni, spesso reiteratamente (ad esempio, uccidere 1000 nemici). Non si tratta di un’aggiunta imprescindibile, ma può comunque aumentare il replay value e spingere il giocatore ad acquistare dimestichezza con tutte le classi, visto che esistono mosse peculiari, come abbiamo già detto (ad esempio, senza usare il Mago è impossibile superare le sfide legate al teletrasporto).
Quanti di voi si sentano di ricorrere al mercato dell’import, hanno due alternative alla collection che abbiamo analizzato. La prima, uscita in esclusiva per Sega Saturn nel 1999, risponde al nome di Dungeons & Dragons Collection, ma è difficile consigliarla per fini diversi dal collezionismo, visto che non si tratta di un port arcade-perfect: i suoi maggiori difetti sono i tempi di caricamento e la limitazione della modalità cooperativa a due soli giocatori.
La seconda si chiama Dungeons & Dragons: Mystara Eiyuu Senki. In modo molto confusionario, Capcom ha deciso di pubblicare due versioni differenti della collection nel 2013: la prima è stata sviluppata da Iron Galaxy Studios ed è quella che possiamo scaricare dai vari store digitali; la seconda, invece, è stata sviluppata internamente ed è disponibile solo in patria e solo su PlayStation 3. Mystara Eiyuu Senki offre extra diversi da quelli presenti in Chronicles of Mystara: segnaliamo, in particolare, il Trofeo di Platino, il color editor e la possibilità di utilizzare uno stesso personaggio in quattro versioni differenti (in modo che tutti i giocatori possano selezionare liberamente il proprio avventuriero senza essere influenzati dalle scelte altrui). Un altro aspetto importante per i collezionisti è l’esistenza di una versione retail e addirittura di una sfarzosa Limited Edition dal prezzo di lancio di 12000 yen (il triplo della versione “liscia”). Perché Capcom ha deciso di procedere in questo modo? Misteri della Fede…
Dungeons & Dragons: Chronicles of Mystara è una collection imprescindibile per gli amanti dei picchiaduro a scorrimento, se non altro per la presenza di Shadow over Mystara, uno dei migliori esponenti del genere negli anni Novanta. E giocare in quattro è ancora uno spasso, come (più di) vent’anni fa!