Back in Time – Dance Central Spotlight
Uno dei migliori giochi per Kinect 2.0.
La nostra riscoperta di Kinect oggi passa per Dance Central Spotlight, quarto e ultimo capitolo della serie danzereccia di Harmonix, uscito nel 2014. Ad oggi purtroppo il gioco non è acquistabile, penso per motivi di licenza.
Mentre i primi tre episodi erano giochi retail completi, Dance Central Spotlight costava solo € 9,99 ed era disponibile unicamente su Xbox Games Store, ma conteneva solo dieci tracce, consentendo di acquistarne altre come DLC al prezzo di € 1,99 per brano, € 0,86 in meno rispetto alla precedente generazione (ed esistevano anche dei pack votati al risparmio). I DLC dei titoli precedenti possono essere importati. Come è facile immaginare, prevalgono le hit di quest’ultima decade, però c’è anche qualche classicone, come Take On Me e Creep (quella dei TLC, non quella dei Radiohead, ovviamente, N.d.R.).
Premesso che la qualità audio è ottima ma che qualche effetto sonoro in più (il rumore del pubblico, per esempio) non avrebbe guastato, soffermiamoci ora sulla tracklist iniziale, che riportiamo di seguito per completezza:
- #thatPOWER di will.i.am ft. Justin Bieber;
- Counting Stars di One Republic;
- Diamonds di Rihanna;
- Happy di Pharrell Williams;
- I Wish di Cher Lloyd;
- Royals di Lorde;
- Show Me di Kid Inc ft. Chris Brown;
- Talk Dirty di Jason Derulo ft. 2 Chainz;
- Titanium di David Guetta ft. Sia;
- Wake Me Up di Avicii ft. Aloe Blacc.
Elencando i brani ci togliamo dall’impiccio di valutare la tracklist, lasciando che ciascuno esprima il proprio giudizio. Possiamo comunque permetterci un paio di osservazioni, di cui l’ultima è abbastanza personale: la prima è che sono tutti brani recenti, in relazione alla data di uscita di Dance Central Spotlight (il più vecchio è Titanium, rilasciato sul finire del 2011); la seconda è che non tutti sembrano avere la “botta” giusta. Magari sarebbe stato più opportuno costruire una scaletta più solida, anche a costo di tornare un po’ indietro nel tempo.
Il gameplay è rimasto invariato nel suo cuore e beneficia della maggior precisione di Kinect 2.0, anche se già i capitoli precedenti potevano contare su un ottimo riconoscimento dei movimenti. Si sceglie una canzone, un personaggio (nell’ambito di un roster ridotto rispetto a quello del predecessore) e una routine e si scende in pista, mimando (o almeno provandoci) le numerose mosse indicate nella parte destra dello schermo ed eseguite dal ballerino. Quest’ultimo, oltre a mostrare il movimento corretto, indica anche eventuali errori del giocatore: se, infatti, c’è qualche arto “fuori posto”, questo sarà evidenziato in rosso sul corpo del modello poligonale. In modo molto pratico, utilizzando i comandi vocali oppure il controller, è possibile mettere in pausa la canzone e provare le singole mosse, anche a rallentatore.
Ciò che dispiace, ma che è in linea con la nuova filosofia del prodotto, è il taglio di modalità e orpelli vari, come potevano essere i vestiti o gli stage. Al di là di una simpatica modalità fitness, in cui si inseriscono le caratteristiche fisiche del giocatore (peso e altezza) e si esegue un programma con un determinato focus della durata variabile da dieci a novanta minuti, non si può dire che esistano altre opzioni, se non quella di scendere in pista puramente e semplicemente. Fortunatamente ogni brano può contare su otto routine, ma all’inizio solo una è disponibile, costringendo anche i veterani a sorbirsi i primi giri di giostra ai livelli di difficoltà più bassi. Una scelta opinabile, che appare quasi come un modo artificioso di incrementare la longevità tramite “grinding”, per prendere in prestito il linguaggio specifico degli RPG.
Il multiplayer per due giocatori in locale funziona in modo semplice, consentendo allo sfidante di entrare “al volo” in partita, ma non offre altro, come invece faceva Dance Central 3; magari non si trattava di feature indispensabili, però un titolo che funziona anche come party game dovrebbe offrire qualcosa in più.
Ci siamo soffermati sul sonoro quasi subito, come è giusto che sia in un rhythm game, ma non dobbiamo trascurare la grafica, anche in relazione al fatto che Spotlight costituì il debutto di Dance Central su Xbox One. Nonostante il salto generazionale, non si registrano miglioramenti clamorosi, dal momento che si tratta di un gioco da € 9,99. Le location sono più ricche e dinamiche rispetto agli episodi precedenti, ma anche più “generiche” nel complesso, e i modelli poligonali sono più dettagliati, ma la fluidità è inferiore a causa del frame rate, crollato a 30 FPS; d’altro canto, siamo passati da un Kinect che processa un’immagine a 480p a un Kinect 2.0 che processa un’immagine a 1080p. L’impatto complessivo è comunque molto buono e il dimezzamento dei fotogrammi per secondo non va ad incidere negativamente sul gameplay.
Paragonare Dance Central Spotlight ai suoi predecessori in tutti gli aspetti non prettamente ludici ha senso fino a un certo punto, dal momento che Microsoft volle mettere in commercio una piattaforma piuttosto che un vero e proprio gioco completo. Le sorti del progetto furono indissolubilmente legate al fallimento di Kinect 2.0.