Back in Time – Big Sky Infinity
Quando Big Sky approdò su console Sony.
Il genere dei twin stick shooter è fra quelli che hanno maggiormente caratterizzato la prima scena indie legata al digital delivery (seconda metà degli Anni Duemila), con fortunatissimi esponenti come Geometry Wars (di cui abbiamo recentemente parlato) e Nano Assault. La loro fortuna risiede principalmente nel sistema di controllo, legato unicamente alle due levette analogiche (una gestisce lo sparo, l’altra il movimento della navetta) e facile da imparare in un attimo, ma molto più complesso da padroneggiare alla perfezione per scalare le classifiche online.
Su console Sony questo ruolo è stato occupato per diversi anni quasi esclusivamente da Housemarque, con l’ottima serie Super Stardust e varie altre leccornie. Nove anni fa Boss Baddie e VooFoo Studios hanno sviluppato un rivale, Big Sky Infinity, disponibile al prezzo di 9,99€ in cross buy tra PS Vita e Playstation 3. Si tratta di un successore della serie Big Sky, che aveva debuttato qualche anno prima su altre piattaforme.
La prima – immediata – differenza tra Super Stardust e Big Sky Infinity è nello scorrimento laterale di quest’ultimo, diverso dalle arene chiuse del suo rivale. Alla mente infatti tornano più giochi come Gradius e Space Impact (sì, quello del 3310! – N.d.R-) rispetto a un Geometry Wars a caso, con i quali questo indie game condivide solamente il sistema di controllo a doppio analogico.
La principale peculiarità – nonché punto di forza – di Big Sky Infinity sta nel suo sistema di generazione casuale di livelli e nemici: ogni partita è infatti differente dalle altre, in qualsiasi modalità giocherete; se ne trovano circa una dozzina e, in ognuna di esse, la formula di gioco verrà leggermente modificata. In Pacifismo, per esempio, non si può sparare, in Maratona conta più la distanza che i nemici uccisi e relativo punteggio, oppure in Incubo la difficoltà sale oltre i livelli di guardia. I mondi sono parecchi, ciascuno con i propri boss, ma non esiste strutturazione a livelli: la sfida è unicamente quella di andare più lontano possibile o realizzare il più alto score, da confrontare poi nelle esaustive leaderboard online.
Le opzioni, compreso un sistema di upgrade della navetta, non sono poche, ma proprio la completa casualità delle partite rende difficile predire l’esito delle nostre avventure. A volte avremo grandi punteggi, altre volte il gioco potrebbe risultare troppo difficile o intricato per realizzarne di alti in sequenza.
Per allungare il brodo, è stato introdotto anche il multiplayer, asincrono sui punteggi su Vita e per quattro giocatori su Playstation 3, in grado di divertire qualche vostro amico oltre a voi.
Dove Boss Baddie e Voofoo Studios hanno svolto un lavoro egregio è nel comparto grafico. Specialmente sul piccolo schermo di Playstation Vita, lo spazio è colorato e definito, a differenza dei modelli delle variopinte imbarcazioni nemiche, decisamente meno ispirate.
Un trionfo di colori, accompagnato da effetti sonori competenti ma, sfortunatamente, anche da una presenza insopportabile, impersonata dal narratore anglosassone del gioco. Ascolterete ogni partita qualcuna delle sue ritrite battute, ripetute all’infinito per il vostro detrimento.
Big Sky Infinity è parecchio divertente per qualche ora, ma si capisce presto che non può essere un passatempo duraturo, non raggiungendo la profondità di Super Stardust. Godibilissimo su PS Vita.