Back in Time – Battleship
Un videogioco ispirato ad un film ispirato a un gioco da tavola.
Probabilmente tutti hanno giocato almeno una volta a Battaglia navale, magari da piccoli, oppure tra i banchi di scuola durante le lezioni più noiose: semplicissimo, bastano due fogli, due matite e un po’ di correttezza (sicuramente l’ingrediente più raro, NdR). Dieci anni fa qualche genio ebbe a pensare che questo classico senza potesse funzionare alla grande anche al cinema: ecco allora che uscì Battleship, un classico Blockbuster hollywoodiano pieno di effetti speciali e poco altro (e in questo poco altro mettiamoci dentro pure Rihanna).
Chi scrive non aveva alcuna intenzione di impiegare una decina di Euro e un paio d’ore della propria vita per vedere la pellicola, quindi non è assolutamente in grado di spiegarvi in che modo il regista sia riuscito a richiamare le meccaniche della Battaglia navale; in questa sede limitiamoci a constatare che Activision ha colto la palla al balzo per lanciare sul mercato un gioco su licenza.
Se noi pensassimo ora a una trasposizione videoludica di Battaglia navale, probabilmente la concepiremmo come uno strategico a turni: una griglia, tante caselle, qualche nave e via così. E in effetti la versione di Battleship per console Nintendo (DS, 3DS e Wii), sviluppata da Magic Pockets, è proprio così; probabilmente ai piani alti hanno pensato che nessuno avrebbe comprato un gioco del genere su PlayStation 3 e Xbox 360, e che quindi realizzare un FPS fosse la scelta migliore. A conti fatti, Battleship è proprio uno sparatutto in prima persona, classico e lineare come la miglior (?) tradizione di Call of Duty ci ha insegnato nel corso degli ultimi anni, a suon di milionate di copie vendute sparse un po’ in tutto il mondo.
Quelli di Double Helix Games, però, hanno avuto una bella pensata per rendere il loro gioco un po’ diverso dagli altri esponenti del genere, e, allo stesso tempo, ricollegarsi a Battaglia navale: hanno aggiunto un elemento strategico, che in sostanza costituisce la seconda anima della loro ultima creazione.
Tramite la pressione del tasto LB (L1 sul Dualshock 3) è possibile accedere a una griglia, sulla quale si trovano le nostre navi. Il giocatore può deciderne gli spostamenti, gli attacchi e può potenziarle tramite delle speciali carte che vengono rilasciate dai nemici uccisi nelle sezioni sparacchine (non mi risulta ben chiaro perché i soldati droppino delle carte da applicare alle navi alleate, ma sorvoliamo – N.d.R.).
Tutto sommato, seppur un po’ “abbozzata”, si tratta di una buona idea, che spezza la monotonia e aggiunge un pizzico di materia grigia al tutto; peccato, però, che nella transizione fra azione e griglia il gioco si perda inspiegabilmente in fastidiosi caricamenti, che non sono lunghissimi, ma sicuramente molesti, anche perché il giocatore puntiglioso potrebbe trovarsi a ritoccare sovente la sua flotta.
Per il resto, c’è ben poco da dire: la componente FPS di Battleship è assolutamente classica e non brilla certo nella sua realizzazione, che pare anzi frettolosa. I difetti sono quelli tipici dello sparatutto in prima persona che non riesce ad emergere dalla massa: pochi nemici (solo tre tipi), eccessiva linearità, scarsa IA (ho finito il gioco alla difficoltà media, ma qualche breve sezione a livelli più alti ha confermato la mia impressione – N.d.R.), arsenale piatto e così via. Non è che si tratti di un titolo ingiocabile, assolutamente; semplicemente, in un panorama così affollato come quello dei FPS è necessaria una marcia in più, non certo una in meno.
Il comparto tecnico, per il resto, non è pessimo: il motore grafico è sufficiente, anche se gli effetti speciali sono milioni di anni luce indietro rispetto al lungometraggio e ai titoli AAA. L’ambientazione hawaiana è gradevole, fortunatamente, visto che è anche l’unica. Il sonoro, in linea con le altre componenti del gioco, è incolore, ma fa il suo dovere, complice anche un doppiaggio italiano di discreta fattura. Ecco, forse alla fine del gioco non ricorderete nemmeno una traccia, ma è un aspetto che affligge moltissimi giochi.
Quella di Battleship è indubbiamente una guerra lampo: la Campagna è costituita da appena sette missioni, che si possono terminare in un pomeriggio (andiamo dalle quattro alle sei ore). Nessuna modalità multiplayer ad allungare il brodo: se da un lato è stato saggio non sprecare risorse per un comparto online che nessuno avrebbe usato “perché tanto c’era COD”, dall’altro è stato un peccato, perché ci sarebbe stato modo di sfruttare le componenti strategiche elaborate per il gioco in singolo.
L’unico stimolo che può portarvi a continuare a giocare è la ricerca di tutti gli Obiettivi/Trofei, che comunque non vi impegnerà moltissimo, se macinate FPS su FPS: in realtà, è possibile fare tutto in una sola giocata, se si inizia al livello più difficile. Le varie consegne, poi, non brillano certo per l’inventiva: uccidi quaranta nemici con la pistola, uccidi quaranta nemici con il fucile a pompa, uccidi quaranta nemici con la carabina, affonda venti nemici con una nave, affonda venti nemici con un’altra nave…
Battleship non sviluppa a dovere la premessa interessante, costituita dallo sposalizio fra FPS ed elementi strategici. Non un gioco inguardabile, ma di sicuro non si tratta di una prima scelta per nessuno, specialmente