Back in Time – Bastion
Compie otto anni il gioco che ha portato al successo Supergiant Games.
Giusto otto anni fa debuttò su Xbox 360 Bastion, prima opera di Supergiant Games, che proiettò lo studio di sviluppo nell’Olimpo della scena indie. Grazie all’ottimo riscontro di pubblico e di critica, il gioco fu convertito per una moltitudine di piattaforme (la versione più recente è quella per Nintendo Switch, uscita nemmeno un anno fa). Riscopriamone assieme i motivi del successo.
L’ultimo baluardo della civiltà
Bastion non è solo il nome del gioco, ma anche e soprattutto quello dell’hub: il livello centrale nel quale rifocillarsi, allenarsi o equipaggiarsi e dal quale partire per le varie località di battaglia alla ricerca di Nuclei o Particelle utili a ripristinarne la potenza. Il Bastion infatti consiste nell’ultimo avamposto rimasto del mondo di Caelondia dopo che un tragico e misterioso evento, chiamato La Calamità, ne ha distrutto la maggior parte, spazzando via popolazione e città, ridotte ormai rispettivamente a cumuli di cenere e luoghi selvaggi infestati da mostri.
Il nostro silente protagonista (un parente di Link di The Legend of Zelda, magari?) si risveglia su un mucchio di macerie, senza ricordare nulla dell’avvenuto e solo una voce estranea lo accompagna in ogni sua mossa verso l’ignoto, mentre il mondo perduto si ricrea miracolosamente davanti ai suoi piedi. Dopo aver ritrovato alcune delle sue fidate armi, “The Kid” combatte le creature che gli si parano davanti, riuscendo infine a raggiungere il Bastion, il luogo che sin da piccolo gli è stato insegnato di cercare nei momenti di pericolo. Arrivato in loco fa la conoscenza con la voce che lo ha accompagnato, la quale si materializza nelle sembianze di un misterioso uomo chiamato “Lo Straniero”, che stranamente sembra conoscere bene la Calamità e come affrontarla, ri-donando forza al Bastion. The Kid così si imbarca in un’avventura epica, attraverso lande inesplorate, alla ricerca di fonti di energia apparentemente in grado di far tornare le cose come erano prima.
La storia di Bastion possiede i contorni classici della quest per salvare il mondo, ma allo stesso tempo è condita da particolari di tutti i giorni che la rendono più “personale” e attraversa luoghi fantastici dalla grande varietà disegnati con uno stile grafico in due dimensioni che è uno spettacolo per gli occhi.
Tutto il Bastion minuto per minuto
Se graficamente il lavoro di Supergiant Games non lascia nulla al caso, per quanto riguarda il sonoro siamo a livelli ancora più alti. Se le musiche sono belle e adatte a qualsiasi occasione o variopinto mondo che The Kid si trova ad affrontare, l’eccellenza viene raggiunta da quella che è senza dubbio la caratteristica più originale – e meglio realizzata, per giunta – di Bastion: il narratore. Difficile dire se conti di più nella valutazione del sonoro o addirittura in quella del gameplay, ma la voce dello Straniero che accompagna ogni nostro passo è un’aggiunta di squisita fattura e ricercatezza: praticamente ogni nostra azione sul campo di battaglia isometrico del gioco sarà commentata dalla voce di Logan Cunningham, sia essa l’eliminazione di un nemico agguerrito o il ritrovamento di una nuova arma da fuoco. Detta così sembra una feature di poco conto, ma sarà solo giocando fino in fondo imparerete ad innamorarvene quale unico appiglio di civiltà in luoghi selvaggi, unico amico in un universo di Gasfolli o Squirti o qualsiasi altro “bestio” dall’animo non troppo gentile che vi si porrà davanti.
Originale nella sua banalità
Detto di come Bastion si presenta ai nostri occhi e alle nostre orecchie, abbiamo solo sfiorato il vero “videogioco” che si trova sotto la superficie… e che videogioco! Bastion è un vero e proprio gioco di ruolo d’azione, con tanto di avanzamento tra i livelli, upgrade delle armi e personalizzazione delle abilità. La grande caratteristica dell’opera di Supergiant Games è quella di diventare sempre più profondo e appagante con il passare delle ore: nei primi momenti infatti ci si trova di fronte a un titolo senza particolare mordente, dove soltanto la nostra capacità di distruggere a destra e a manca brandendo il Martello di Cael o l’Arco dei Millenari ci salverà dai livelli; avanzando con la storia, le possibilità aumenteranno a dismisura: il numero di armi, sia da fuoco sia bianche, crescerà notevolmente e sarà nostro compito trovare la coppia che più ci aggrada o che magari più si addice a un determinato avversario o situazione. La scelta è veramente tutto nel mondo di Bastion: dovremo scegliere i potenziamenti per le stesse armi, dovremo scegliere quali “Spiriti” (liquori dai poteri magici) mettere in Distilleria per migliorare le nostre caratteristiche, quali stage affrontare per primi, quali costruzioni erigere o quali abilità segrete da usare in battaglia.
La visuale, i comandi e il sistema di combattimento in generale non sono particolarmente originali, ma, alla resa dei conti, ci rivelano un gioco dalle possibilità infinite, o quasi.
Un’avventura indimenticabile
Una dozzina di ore per completare al 100% la storia, inclusa una buona parte dei potenziamenti, tutti gli Achievement interni contenuti nel Memoriale e tutte le missioni di addestramento bonus nell’uso delle varie armi: questo quanto vi servirà più o meno per completare Bastion, un numero più che decente di ore se si parla di un Live Arcade dal costo di circa 15€. E non finita: Nuova Partita+ vi permette anche di ricominciare il tutto con armi e abilità acquisite in passato, con qualche modifica nelle missioni stesse e la possibilità di vedere il “secondo finale”, dato che, verso la fine della trama, vi verrà chiesto di prendere un paio di decisioni importanti e spartiacque. Niente multiplayer di nessun tipo, ma almeno, se fosse il livello di difficoltà a non “soddisfarvi”, vi potreste pure recare al Tempio: pregate gli dei e sarete accontentati con ogni sorta di “malus” simili ai teschi di Halo, in grado di rendere i nemici più agguerriti di quanto fossero precedentemente, aumentando così il fattore rigiocabilità.
Un po’ The Legend of Zelda: A Link To The Past, un po’ Boktai, un po’ Secret of Mana, Bastion si rivelò dei migliori giochi dell’anno, nonostante lo scarso pedigree e l’approdo su piattaforma XBLA. La Summer of Arcade 2011 non poteva partire in miglior modo.