Back in Time – 3D Streets of Rage
Nel mese di maggio gli utenti Live Gold potranno scaricare gratuitamente Sega Vintage Collection: Streets of Rage, compilation contenente tutti e tre gli episodi della celebre serie di picchiaduro a scorrimento di Sega. A ciò si aggiunga l’uscita a fine mese della monumentale collection Sega Mega Drive Classics, contenente più di cinquanta giochi, fra cui anche i tre beat ‘em up. Per rinfrescarvi la memoria, Back in Time vi racconta i primi due capitoli, tralasciando il trascurabile terzo.
Si inizia ovviamente da Streets of Rage, rivissuto in chiave moderna con l’enhanced port più recente, quello 3D disponibile per 3DS al prezzo di € 4,99. La prossima settimana ci occuperemo del sequel, la vera gemma nell’ambito della saga.
Il titolo si inserisce nella linea SEGA 3D Classics, assieme ad Altered Beast, Ecco the Dolphin e molti altri. In sostanza è stata creata una piattaforma che, sull’architettura del Mega Drive, innesta il 3D stereoscopico: Naoki Horii, presidente di M2, ha parlato suggestivamente di “GigaDrive”, una console virtuale costruita con tecniche di emulazione. Il lavoro svolto può dirsi abbastanza scrupoloso, grazie a fluidità e colori buoni e all’inserimento di due opzioni video: la prima consente di scegliere fra la modalità schermo normale e quella classica (che simula l’effetto “bombato” dei vecchi tubi catodici), mentre la seconda riguarda il 3D, in profondità (secondo me la scelta migliore, NdR) o in rilievo.
L’effetto tridimensionale è buono, anche se forse meno clamoroso di quello visto in 3D Sonic the Hedgehog, ma dipende anche dagli stage, alcuni – pensiamo a quello sull’ascensore – più spiccatamente adatti al 3D rispetto ad altri. In un picchiaduro a scorrimento, che prevede molti spostamenti in profondità, si tratta indubbiamente di un’aggiunta interessante.
Anche sul versante audio è consentito scegliere fra diverse opzioni, in particolare fra due modalità di emulazione GSP. La colonna sonora fortunatamente non è stata toccata, quindi rimane quella originale e indimenticata del grande Yuzo Koshiro, che sarà una costante per la serie, toccando anch’egli il suo apice con il secondo episodio. Molti potrebbero pensare che la OST in un beat ‘em up non sia così importante, ma per Streets of Rage è indubbiamente uno dei principali segni distintivi.
M2 ha pensato bene di arricchire il piatto anche con qualche aggiunta ludica. Innanzitutto, è graditissima l’inclusione della versione giapponese del gioco (Bare Knuckle), così come della variante Pugni letali, che prevede la morte istantanea dei nemici, boss inclusi, al primo colpo; nulla di incredibile, ma si tratta comunque di un modo curioso e differente di approcciarsi a Streets of Rage. È stata mantenuta la modalità multiplayer, anche se solo in locale e con doppia copia del gioco. Comoda, infine, la possibilità di salvare e caricare in qualsiasi momento. Quel che dispiace, nell’ottica di un titolo arcade, è che non sia stato implementato un sistema di punteggi online, che avrebbe potuto incrementare la longevità per i più competitivi.
Svolte queste considerazioni sulle peculiarità della versione analizzata, veniamo dunque al gioco vero e proprio. Streets of Rage è una gloriosa serie di picchiaduro a scorrimento targata Sega, che su Genesis aveva compiuto il miracolo di creare l’ “arcade da casa” perfetto, o quasi: i suoi vari episodi, infatti, non sono conversioni da coin-op come Golden Axe o Final Fight; si tratta, invece, di una saga nata, cresciuta e morta su Mega Drive, ma che in sala giochi si sarebbe sentita assolutamente a suo agio. Magari fra uno scassatissimo cabinato di Double Dragon (il primo) e uno, altrettanto scassato, di Final Fight (sempre il primo).
Streets of Rage è molto classico e poco originale pure per l’epoca, sin dalle premesse: la città – quale? – è caduta nel caos a causa dell’ascesa di un’organizzazione criminale guidata da Mr. X, ma tre eroi, ex-ufficiali di polizia, sono pronti a smantellare la struttura dalle sue fondamenta. Questi baldi giovani rispondono ai nomi di Adam Hunter, Axel Stone e Blaze Fielding, e sono i personaggi che possono essere selezionati per affrontare l’avventura, anche in cooperativa (modalità di fruizione ideale), con possibilità di sbloccare un finale alternativo; ciascuno di loro è dotato di caratteristiche diverse, secondo parametri piuttosto classici (potenza, salto e velocità, come vedete in una delle immagini sopra).
Il battle system è semplicissimo e pure il gioco in sé non risulta particolarmente impegnativo, anche se molto dipende dal livello di difficoltà selezionato fra i quattro disponibili (Easy, Normal, Hard, Hardest). Ovviamente anche il sistema di controllo è essenziale. Le mosse a disposizione sono l’attacco fisico, il salto, l’attacco in salto, la reverse per colpire gli avversari alle spalle, la presa e l’attacco speciale, che colpisce tutti i nemici visibili sullo schermo; a ciò si aggiunga la possibilità di raccogliere e utilizzare armi. I round sono otto e ciascuno di essi (o quasi) si chiude con una boss fight.
Streets of Rage è un picchiaduro a scorrimento piacevole, ma ormai datato. In un certo senso era già vecchio nel 1992, quando uscì il suo seguito, superiore in ogni singolo aspetto: comparto tecnico sensibilmente più potente (con sprite molto più grandi), colonna sonora stellare, moveset più ricco, maggior numero di personaggi e di nemici… Streets of Rage II ha la stoffa del vero classico, mentre lo stesso non si può dire del predecessore e – ancor di più – del successore.