Assassin’s Creed Valhalla: Alla scoperta del Flyting
In cosa consiste tanto decantato "rap" vichingo?
Già pochi giorni dopo il suo annuncio, Ubisoft ha iniziato a introdurre il concetto di flyting in Assassin’s Creed Valhalla. La casa francese lo ha presentato come una sorta di “rap vichingo“, dove due contendenti si scambiano insulti in rima in un confronto amichevole, se così possiamo chiamarlo. L’esatta definizione di flyting o fliting, che dir si voglia, non va tanto lontana da questa.
L’etimologia della parola, aiuta molto nel comprendere il contesto del flyting, questo deriva infatti dall’inglese arcaico, precisamente dal verbo “flītan” che sta a significare “litigare”. Il significato di disputa è quindi insito nella parola stessa. A differenza di quanto riportato da Ubisoft, però, il flyting non è stata una pratica verbale, o almeno non inizialmente, usata per risolvere i dissidi, quanto invece un vero e proprio genere letterario. Vi sono infatti molti componimenti letterari che riportano liti e battibecchi fra i personaggi della mitologia norrena. Tali componimenti risalgono a un periodo compreso fra il V e il XVI secolo d.C. e sono presenti anche nella letteratura celtica e inglese.
In molti dei canti si trovano offese pesanti, che vanno dalle perversioni sessuali fino alle accuse di codardia, cosa che siamo curiosi di sapere come verrà inserita nel contesto di Assassin’s Creed Valhalla.
Uno degli esempi, parlando di mitologia norrena, è Hárbarðsljóð (il Canto magico di Hárbarðr). Il canto è incluso nel Codex Regius, una raccolta di componimenti sia in prosa che non. Tutti i canti inclusi nella raccolta sono di carattere mitologico o eroico. Il canto di Harbardr è un tipico esempio di flyting e si apre con un’introduzione in prosa da parte dell’autore che fornisce il contesto in cui nasce la disputa: Thor, tornando da un viaggio in oriente, si ritrova a dover oltrepassare un corso d’acqua. Dall’altro lato della sponda vede un vecchio, Harbardr, che dovrebbe essere il traghettatore.
Il Dio del Tuono chiede quindi di poter usufruire del servizio dell’anziano ma questo inizia a rispondergli in malo modo, negandogli l’aiuto e provando a sminuire la sua figura. Il canto prosegue con un continuo scambio di insulti e provocazioni. Al tempo stesso però, i due contendenti non cercano solo di denigrare l’avversario ma anche di vantarsi, elevandosi a un livello superiore rispetto all’altro. Sia dal punto di vista dell’onore da guerrieri, ostentando le numerose battaglie vinte, che dal punto di vista sessuale, vantandosi delle proprie conquiste.
In molti pensano che dietro la figura di Harbardr si celi invece Odino: infatti lo stesso personaggio compare in altri canti e le similitudini fra il traghettatore e il Padre di Tutti sono molte. Non si riesce benissimo a spiegare la motivazione secondo cui Odino dovrebbe andare a cercare la lite contro suo figlio ma, date le similitudini caratteriali con Zeus, non è difficile immaginare che il dio sia stato mosso dalla pura voglia di divertirsi. Altri ancora pensano invece che Harbardr sia invece Loki, anche se questa corrente di pensiero è la meno famosa. Alcuni degli insulti che il traghettatore rivolge a Thor sono gli stessi con cui Loki cerca di sminuire il fratellastro anche in altri poemi, come la Lokasenna. Lokasenna non vuol dire altro che “Il flyting di Loki”. Qui il Dio degli Inganni si scaglia contro tutti gli altri Aesir che lo accusano di compiere atti impuri e magie perverse.
Tutto ha inizio quando Ægir, il Dio del Mare, indice una festa a cui si presentano solo alcuni degli Aesir, dei Vanir e anche qualche elfo. I servitori di Ægir ricevettero molti complimenti per il loro lavoro nel servire e organizzare la festa e Loki, geloso, uccise uno di loro, Fimafeng, scatenando la reazione degli ospiti. Loki minacciò tutti loro, dicendo che avrebbe potuto rivelare i loro segreti, iniziando un battibecco con Eldir. Dapprima la lite viene parzialmente sedata e Loki si siede a tavola, bevendo insieme agli altri ma escludendo Bragi dal brindisi. Da lì è un’escalation continua, fra Loki e gli altri dei fino ad arrivare ad Odino. La disputa finisce solo quando Thor arriva alla festa e minaccia più volte il fratello che alla fine abbandona temporaneamente il Valhalla per paura di Mjolnir e del suo padrone.
Questi canti sono solo due fra i molteplici esempi di flyting. Questo uscì poi dai testi per diventare intrattenimento pubblico solo in seguito: in Scozia ad esempio nel tardo Medioevo divenne una pratica permessa, anche se il più delle volte avveniva alle corti dei re per divertire gli astanti. In seguito la pratica andò via via scomparendo anche se molti scrittori, come Shakespeare e persino James Joyce la applicarono in alcuni dei loro scritti in maniera più lieve, come probabilmente avverrà in AC Valhalla. Il flyting si è, in un certo senso, evoluto fino ad arrivare ai giorni nostri. Prepariamoci quindi a dei sani diverbi in rima e a del sano flyting insieme a Eivor in mezzo alle lande di Assassin’s Creed Valhalla, fra qualche mese!