Aspettando Marvel’s Midnight Suns: Tattici occidentali
Scacco al Re in 2 mosse.
Gli scacchi. Chi non è mai rimasto affascinato dalle infinite possibilità offerte dal bianco che muove e fa matto in 3 mosse? Un immaginario scolpito nei secoli, nei millenni, nella tradizione culturale di numerosi popoli che si sono affaccendati alla ricerca della strategia perfetta, dell’apertura migliore, a caccia d’innovazione e della mossa sorprendente in grado di incoronare il giocatore nell’olimpo della tattica.
Proprio quando credevamo di averle viste tutte, quando tutte le strategie possibili sono state esperite dai grandi maestri e infiniti tomi sono stati pubblicati e voracemente letti dai campioni del passato e del futuro, il medium videoludico è riuscito a entrare a gamba tesa nel gioco degli scacchi ed evolvere il genere. La scacchiera resta lì, con i suoi quadrati mutati in prati, colline, ruscelli e fortezze, mentre gli iconici pezzi vestono le sembianze di compassati eroi, cavalieri e maghi (perfino Rabbids!) impegnati nello scrivere col sangue le loro storie.
Le potenzialità su scacchiera del videogioco di ruolo tattico offrono e hanno offerto infinite possibilità d’innovazione, tra equipaggiamenti, parametri e quel pizzico di RNG in grado di movimentare le battaglie, rendendo meno scontato l’esito di un colpo o di un incantesimo. Dopotutto, i Tactics non hanno mai avuto la pretesa di presentarsi al mondo sotto forma di disciplina sportiva, preferendo di sovente la formula del PVE a incontri, prendendo le giuste distanze da quella iconica scacchiera bianca e nera che li ha ispirati.
Abbiamo deciso di parlarvi di questo affascinante genere proponendovi una suddivisione netta tra la proposta dei tattici orientali e quelli occidentali, sebbene la mutuale contaminazione sia innegabile e inevitabile. Il prossimo Marzo i ragazzi statunitensi di 2K Games rilasceranno il loro tattico a tema Marvel, che vede la fusione tra il gioco di ruolo tattico e il deck building game come proposta di gameplay per i nostri amati eroi in calzamaglia. Quale migliore occasione per fare un passo indietro e vedere da vicino cosa ha sfornato l’occidente per omaggiare il genere?
Mario + Rabbids: Kingdom Battle
Iniziamo dalla storia recente, presentando l’orgoglio italiano del genere. I ragazzi di Ubisoft Milano, capitanati da Davide Soliani, hanno raccolto la responsabilità, pesante come un macigno, di dar vita all’universo di Mario Bros. e dei simpatici coniglietti di Ubisoft all’interno di un tattico a turni. Siamo molto lontani dalle complesse parametri dei titoli storici nipponici (vedi ad esempio Final Fantasy Tactics), confezionando un titolo semplice ma ben strutturato.
Incarnando la filosofia della stratificazione di Nintendo, Mario + Rabbids è un titolo accessibile, che ci vede muovere un party dell’esiguo numero di 3 personaggi selezionati da un roster mano a mano espandibile, da schierare nelle numerose battaglie che saremo chiamati ad affrontare. L’identità dei personaggi è ben definita e potremo scegliere le abilità da approfondire e le armi da potenziare di scontro in scontro, grazie a esperienza e materiali ottenuti. La personalizzazione, generalmente fiore all’occhiello del genere, è ridotta all’osso e nonostante ciò il bilanciamento del titolo e le sinergie offerte dai personaggi, rendono questo titolo una piccola perla del genere, complice un pacing delle battaglie che riesce a sposarsi perfettamente con le possibilità del nostro arsenale.
Fiore all’occhiello della produzione, le gargantuesche Boss Fight, che come da tradizione caratterizzano splendidamente il culmine delle aree di gioco, proponendo gimmick interessanti e divertentissime. Ubisoft Milano riesce così a proporre il titolo perfetto per i veterani, che si impegneranno per tirare al massimo le potenzialità a incastro del proprio team, e ottimo entry point per i giocatori novizi. Proprio quest’ultimi beneficeranno di un titolo chiaro, che non rischia di confondere offrendo più menu e possibilità di quante un gamer poco smaliziato possa gestire, facendo sentire chiunque a casa propria.
Blackguards 1 e 2
L’esperimento tattico dei ragazzi tedeschi di Daedelic Entertainment, vede gli esagoni prendere il posto delle care vecchie caselle quadrate, appoggiandosi pigramente sul regolamento del gioco di ruolo: The Dark Eye (Uno sguardo nel buio). È interessante prendere in esame questo titolo, vista la fusione tra le parametri e la creazione del personaggio tipica di un gioco ruolo e la sua trasposizione in un sistema tattico a incontri.
Nella dittico di Blackguards la narrazione veste un ruolo centrale, mettendoci al comando di uno scalcinato gruppo di antieroi (ma non troppo), muovendo guerre sul tabellone rappresentato dalla mappa del continente (BG2) e proponendoci mappe di scontro e regole d’ingaggio e di vittoria interessanti, che spesso esulano il semplice: distruggi tutte le unità nemiche. Sebbene il nostro indice di gradimento del titolo sia enorme, Blackguards viene penalizzato da una IA dei nemici spesso non all’altezza dello scontro, dai troppi maghi nel party (ancora una volta, party fisso) nel caso volessimo creare un incantatore e da un regolamento che proprio non si presta alla perfezione.
Nonostante i difetti, Blackguards si pone come un fiore all’occhiello per il genere tattico occidentale, dove la struttura delle mappe e le conseguenti interazioni, risultano avvincenti, così come la trama del secondo capitolo ancora riecheggia nell’olimpo delle grandi storie fantasy. Provatelo.
Fell Seal: Arbiter’s Mark
Stiamo davvero parlando di un tattico a turni occidentale? Perché Fell Seal è una lettera d’amore a 360 gradi alle dinamiche e alle componenti di gioco dei tattici orientali. Un sistema di classi, level-up, equipaggiamenti e abilità raffinato, accompagnato da un comparto narrativo coerente, ci rendono increduli di fronte all’opera dei ragazzi di 6 Eyes Studio.
I ben strutturati campi di battaglia a scacchiera e la completa personalizzazione delle truppe, sono il cuore pulsante di un’opera ammiccante ai grandi classici del genere, andando a riempire quel vuoto produttivo che vede l’occidente impegnato da diverse decadi in una proposta di snellimento dei dittami classici per rivolgersi a un pubblico più eterogeneo e moderno. Rispetto ai titoli sopracitati, che vedono un party ben delineato affrontare ed evolvere in una serie di incontri a scacchiera, Fell Seal: Arbiter’s Mark sposta il focus dell’esperienza sull’evoluzione, la sperimentazione e l’asset delle proprie numerose truppe.
Le possibilità pressoché infinite di formazione e truppe da poter schierare in battaglia sono ben corroborate dal sistema di battaglia casuale, che faranno sicuramente la gioia degli amanti del genere. Naturalmente, l’accessibilità del neofita è sicuramente messa in pericolo, in un meccanismo che vede la crescita dei personaggi (e i conseguenti incastri di classi) interamente lasciata nelle mani del giocatore. Se esiste un titolo antitetico a quella che abbiamo intuito essere la proposta di Marvel’s Midnight Suns, è sicuramente Fell Seal.
XCOM 2
Se leggendo fino a ora si è avuta l’impressione che l’offerta tattica occidentale sia solamente snellimento del sistema orientale, più casual e magari “For fun”, con l’eccezione di qualche titolo che abbia l’intento di omaggiare i classi orientali ricalcandoli, è ora di ricredersi. Benvenuti nel complesso sistema di XCOM. La massiva invasione aliena che saremo chiamati a fronteggiare con le nostre truppe futuristiche, è un buon canovaccio che funge da contesto per quel che ci aspetta.
Ancora una volta le caselle ci vengono in aiuto per determinare range e possibilità del nostro battaglione, mentre i compassati scontri ad arma da fuoco richiederanno un posizionamento corretto, magari dietro qualche pesante copertura in grado di offrirci riparo. Le parametri, stimolanti e mai invadenti, ci propongono percentuali di successo per le nostre raffiche di mitra, in un titolo che esalta e vede protagonista delle vicende lo scontro a distanza.
XCOM 2 è un tattico apparentemente punitivo, che ripropone l’arcaica formula: soldato morto = morto per sempre. Non si può nemmeno asserire che XCOM 2 sia un titolo approcciabile con leggerezza, come spesso accade la verità sta nel mezzo. Questo meraviglioso tattico di Feral Interactive e Firaxis Games, è la proposta perfetta per i generali che cercano pane per i loro denti, proponendo scontri sempre interessanti dove la tattica e la strategia sono l’elemento principe per aver ragione nelle guerriglia inscenata. Come ogni buon gioco tattico che si rispetti anche la parte che precede lo scontro, di natura squisitamente gestionale, ha un peso rilevante nell’economia di gioco. Decidere quali upgrade sviluppare nella nostra base, definire lo skillset dei personaggi e ottimizzare gli equipaggiamenti e le classi è tanto importante quanto saper pilotare la squadra negli scontri a fuoco. Il titolo ha una natura lenta e macchinosa, solo apparentemente intuitiva e di sicuro non è adatto ai neofiti del genere, sebbene abbia fatto e farà ancora la gioia dei generali che non vedono l’ora scoppi una nuova guerra galattica al fine di mettere le proprie capacità a servizio dell’umanità.
Questi erano solamente alcuni dei tattici occidentali che abbiamo deciso di prendere in considerazione, al fine di offrire una selezione titoli più variegata passibile. Il fine è quello di offrire un valido strumento di scelta al lettore, sia per comprendere quale sia il titolo tattico tra i maggiori esponenti occidentali che fa per lui, sia per interagire correttamente con Marvel’s Midnight Suns e avere un prontuario di riferimento per riuscire a meglio comprenderne la natura e la proposta che paleserà il prossimo Marzo 2022. Tra i grandi assenti non citati in questo elenco abbiamo la saga di Shadowrun, Fallout Tactics, The Banner Saga Trilogy e perfino Gears Tactics. Ognuno di questi titoli, dai più antichi ai più recenti merita di essere approfondito con dovizia. E naturalmente anche molti altri. Adesso tocca a te generale, scegli la tua battaglia e guida le tue truppe alla vittoria.