10 ragioni per le quali Nintendo Switch potrebbe farcela
Nintendo non è una società come le altre. Sia nel periodo sotto della famiglia Yamauchi, che una volta passata ad Iwata, ha sempre dimostrato come si potesse vedere il mondo dell’intrattenimento videoludico sotto aspetti diversi da quelli su cui i competitor si focalizzavano, con grandi successi e alcuni circoscritti fallimenti. Che fossero le modalità d’interazione tra uomo e macchina o più semplicemente il software con cui farlo, ad ogni novità il mondo si è fermato per guardare ed assimilare. Alle 5 del mattino di venerdì abbiamo assistito ad una conferenza che mantiene il trend storico, con una Nintendo che si appresta a lanciare la sua nuova console che dal 3 marzo andrà a rivoluzionare l’attuale panorama del mercato videoludico.
Nonostante i consueti ninja di Nintendo, che solitamente riescono a mantenere in estrema segretezza ogni minimo dettaglio non annunciato, questa volta non abbiano funzionato al meglio lasciando che internet si riempisse di indiscrezioni non confermate, dalla mattiniera conferenza abbiamo avuto gli ultimi dettagli che vanno a completare tutte le informazioni utili per capire quale sarà l’andamento della console sul mercato.
Al fine di fugare i dubbi e le incomprensioni di qualcuno, ecco qui le dieci ragioni per le quali Nintendo Switch convince, in contrapposizione alle dieci per la quale non convince.
10) Versatilità dei controlli
Sul palco da Tokyo si è voluto mettere in chiaro sin da subito come Switch sia il condensato di tutte le innovazioni che Nintendo ha introdotto con le sue console. Oltre ad interagire con la console in maniere tradizionali, ad esempio con Skyrim e quindi con il layout dei tasti mutuato dalle altre console, come ben esplicitato nel trailer di presentazione, abbiamo avuto modo di saggiare anche le varie configurazioni con cui si possono usare i due Joy-con, come per un multiplayer che non richiede controller aggiuntivi (reminiscenza del Famicom). In aggiunta i controller sono anche dotati della tecnologia di riconoscimento dei movimenti che ha reso celebre Wii, andando quindi a sottolineare come Switch sia la macchina più versatile possibile, che sia a casa, all’aperto, con dei controlli tradizionali o con quelli di movimento.
9) I Joy-Con sono “pieni di tecnologia”
Non solo i Joy-Con riprendo accelerometro e giroscopio direttamente dai WiiMote, ma vanno ad aggiungere nuove funzionalità. La prima è quella di un sensore a infrarossi, posto sotto al controller destro, che è in grado di riconoscere gesti e distanze. L’altra invece viene chiamata Rumble HD, ossia una vibrazione di nuova generazione in grado di farci percepire ogni minimo dettaglio. Entrambe queste novità, specialmente la seconda, sono alla base di “1, 2, Switch“, raccolta di minigiochi che vanno giocati guardando il proprio avversario umano ed evitando lo schermo, perché il feedback necessario è perfettamente percettibile grazie alla vibrazione: entrando più nel pratico è possibile sentire quante biglie ci sono all’interno di una scatola semplicemente muovendo il controller. Potrebbe sembrare una minuzia, ma pensando ad una console che per la maggior parte del tempo vivrà tra le mani del giocatore, avere una risposta fisica realistica da parte del videogioco sicuramente aiuta molto nell’immedesimazione.
8) Online rinnovato ed espanso
Partendo dal presupposto che Nintendo di fatto è una società infinitesimamente più piccola e raccolta in confronto a Microsoft e Sony, che possono contare su divisioni e divisioni su altri mercati al fine di migliorare l’esperienza sulle proprie console, per l’infrastruttura online di Switch si è scelto di non fare errori e puntare al meglio. Per farlo Nintendo ha acquisito una delle società leader in Giappone per quanto riguarda lo sviluppo su Android e iOS, ma anche nella costruzione di infrastrutture online. Grazie all’ingresso di DeNA potremo quindi aspettarci un risultato diametralmente opposto a quanto visto con i recenti sistemi, ma soprattutto non incentrato sulla console in sé, ma su applicazioni dedicate su smatphone. Una mossa che va ad alleggerire la console da necessità di calcolo che non siano strettamente legate al gioco, e che va ad ampliare l’interazione con giochi e amici anche quando non abbiamo la possibilità di usare la console stessa. Un altro esempio è dato dall’applicazione per il Parental Control, che dà la possibilità ai genitori di monitorare e intervenire in ogni momento da remoto.
Ovviamente andando ad offrire un’infrastruttura più strutturata e moderna è normale che alcune funzionalità richiedano un abbonamento come su altre piattaforme, ma al momento non è ancora stato stabilito un prezzo e quindi è fuori luogo criticare a priori.
7) Un sistema operativo moderno
Nonostante non sia stato mostrato un granché di quello che sarà il cuore che muove Switch, da quei pochi fotogrammi, e dallo spostamento di alcune funzionalità su smartphone come accennato prima, abbiamo avuto modo di vedere come il sistema operativo sia estremamente ridotto all’osso ed estremamente pulito: solo giochi, la galleria degli screenshots, l’e-Shop e le impostazioni. Questo è un aspetto importante in una console che da spazio a molte configurazioni di controllo e che quindi deve risultare il meno confusionaria possibile. In più vedere che Nintendo ha voluto estromettere ogni qual si voglia forma di intrattenimento al di fuori dei videogiochi è un ottimo segnale di come la società sia estremamente concentrata su creare esperienze ludiche che possano veramente intrattenere.
In aggiunta Switch sarà la prima console ad avvantaggiarsi di MyNintendo, sfruttando così un sistema di account già presente, sviluppato e multipiattaforma.
6) Qualità costruttiva
Già dalle prime immagini ufficiali l’impressione per tutti è stata che la console fosse costruita con materiali di qualità, ed una volta nelle mani di giornalisti e addetti del settore tale sentore si è confermato appieno. Abbandonando la plastica e spostandosi sul metallo, Nintendo ha assicurato a Switch una durabilità molto elevata, lasciandosi alle spalle il mantra di creare sempre console “giocattolose”, posizionando invece la nuova arrivata in una fascia più premium scimmiottando Apple e compagnia. Anche lo schermo, su cui tanto si è discusso per la risoluzione, si è rivelato di fattura egregia per quanto riguarda chiarezza dell’immagine, colori e luminosità, dove una risoluzione maggiore sarebbe solamente andata a sprecare risorse senza avere un effettivo tornaconto estetico.
Per fare una comparazione, stiamo parlando di una console in grado di offrire risultati superiori a quelli di Wii U, ma con dimensioni più contenute del solo GamePad, il tutto in un corpo particolarmente stretto, in metallo e dal design modulare.
5) Il ritorno delle terze parti
Sia Wii U che in parte 3DS sono stati per certi versi catastrofici nell’attirare sviluppatori non Nintendo. Per Switch evidentemente la grande N sta lavorando per appianare la strada e riprendere in mano gli accordi commerciali per farcire la console non solo di Mario e Zelda. Nonostante si parli di un lavoro che necessita movimenti a piccoli passi sappiamo già che alcune società quasi agli antipodi per ideologica come Bethesda, hanno deciso di supportarla con i propri giochi, oltre a grandi ritorni come Ubisoft che porterà il padrone di casa Just Dance e il recente Steep, oppure EA che adatterà FIFA alle caratteristiche di Switch oltre ad altri progetti ancora in divenire. Se dal versante occidentale i segnali sono buoni e incoraggianti per il futuro, per quanto riguarda il Giappone la situazione è ancor più rosea con molti titoli famosi in arrivo, specialmente per quanto riguarda JRPG e Square Enix. In più, trovandoci in una situazione un po’ di mezzo, molti giochi devono ancora essere annunciati, quindi è lecito aspettarsi una nuova infornata di uscite targate terze parti in arrivo per l’E3.
Senza contare gli studi indipendenti che già in molti hanno sottoscritto la causa di Switch portando i propri giochi sull’e-Shop.
4) I giochi di Nintendo
Sempre imparando dai propri errori Nintendo ha voluto evitare l’agglomerarsi di uscite in tempi ristretti lasciando a bocca asciutta i giocatori per il resto dell’anno. Si comincia subito con un pezzo che sembra andare oltre al 90, ossia The Legend of Zelda: Breath of the Wild, che arriva su Switch nella sua migliore incarnazione possibile, pronto ad intrattenere per ore e ore grazie ad una vastità di mappa e gameplay che non si erano visti prima nella serie. Dopo di che a fine aprile arriva Mario Kart 8 Deluxe, che nella sua versione Wii U è stato acquistato da più della metà dei possessori della console, testimoniando quindi la qualità del prodotto. Passando poi per l’estate con il ritorno della rivelazione di fine generazione, ossia Splatoon 2, che nonostante le difficoltà della console è riuscito a vendere molto bene e ad impressionare. Arrivando poi a Natale con Super Mario Odyssey, che dal primo breve trailer sembra tornare alle meccaniche di gioco più vicine a Super Mario 64 e Sunshine, con un pizzico di fotorealismo a mescolare le carte in tavola. Una line-up con i giusti numeri per poter attrarre i giocatori fidelizzati di Nintendo e non, per poi convincere ancor di più le terze parti di quanto sia importante far parte del progetto.
3) Piattaforma unica
Da sempre Nintendo ha vissuto nel dualismo tra console casalinghe e portatili. Se nel tempo la divisione poteva avere un senso, specialmente nel cercare di sfruttare al meglio gli scenari in cui le console dovevano essere utilizzate, oggigiorno la distanza si è molto assottigliata, da un lato per la maggior potenza a consumi ridotti e dall’altro dalla possibilità di mettere in stand-by in ogni momento e ricominciare dall’esatto punto da cui si era interrotto. Inoltre la divisione ha sempre richiesto maggiori sforzi nello sviluppo, dovendo lavorare su due hardware molto differenti e cercare di portare da una parte all’altra le varie IP. Unificando la piattaforma e avendo quindi lo stesso hardware che semplicemente gira a due frequenze differenti, quando è nella dock e quando è fuori, dà la possibilità a Nintendo e non solo, di concentrare gli sforzi che altrimenti si sarebbero dispersi. Pensiamo ai ritardi tra le uscite degli stessi giochi su Wii U e 3DS, ma soprattutto ai sacrifici che si sono dovuti fare nel porting, con Switch tutto questo non sarà più un problema.
E finalmente si potrà realizzare il sogno di molti videogiocatori, ossia un capitolo della serie Pokémon con i valori produttivi di un videogioco per console casalinghe.
1) Console portatile d’eccellenza…
Se guardiamo alle attuali console portatili e al mondo dei tablet, è facile capire come Switch sia un dispositivo da gioco che non ha praticamente concorrenza. Con un design vicino ai migliori tablet e un costo nella maggioranza dei casi inferiore, si avvantaggia della presenza di controller con veri tasti e veri analogici; in aggiunta a livello di forza bruta che può garantire giochi di qualità e grandezza che su iOS e Android non sono neanche immaginabili al momento. Da questo punto di vista è un enorme passo avanti da parte di Nintendo, che probabilmente per qualche tempo continuerà comunque a supportare 3DS come console più economica ed adatta ad una fascia d’età molto bassa, ma diventerà il punto di riferimento per gli Apple e Samsung del caso che cercheranno di inseguire.
2) …ma anche un’ottima casalinga
Gli ultimi due punti sono volutamente inversi perché evidentemente tutto quello che viene creato per Switch deve essere pensato primariamente con le capacità della console in portabilità e poi ampliate nell’uso casalingo, indipendentemente dal fatto che ci si riferisca sempre a Switch come home console. Nonostante siamo certi che non voglia confrontarsi con Ps4 Pro e Xbox Scorpio, sappiamo che Switch può far girare anche giochi dell’attuale generazione di console, come Steep, Dragon Ball Xenoverse 2 o Project Sonic 2017, tutti prodotti che hanno tagliato fuori Ps3 e Xbox 360 per limiti tecnici. In più è confermato il supporto per Unreal Engine 4 che sarà alla base di molti giochi in uscita nei prossimi anni (sì, mi sto riferendo anche all’eventuale ritorno del figliol prodigo Final Fantasy VII) e a Unity, che di nuovo darà agli sviluppatori indipendenti tutte le carte in regola per sviluppare anche sulla neonata di casa Nintendo.
Entrando nelle banalità, solo il tempo ci dirà la verità, ma in questo momento è gratificante vedere una Nintendo che ha imparato dal suo passato, dai suoi errori e dai suoi successi. La base di partenza è sicuramente difficile, vista la quota di mercato ormai risicata che si è andata a delineare con le vendite di WiiU. Una console che per diversi aspetti ha deluso tecnicamente, ma che ha saputo comunque dimostrare quanto Nintendo possa fare la differenza quando si inizia a parlare seriamente di videogiochi.
Nelle migliori delle ipotesi, seguendo il flusso delle uscite imposto dalla casa di Kyoto, potremmo arrivare ad un finale d’anno in cui Switch è già ben presente nelle case dei più affezionati e magari nelle persone a loro vicine; che siano giovani, studenti, lavoratori, pendolari, la versatilità di Switch può intelligentemente adattarsi allo stile di vita di diversi potenziali videogiocatori. Ed una volta creata la base installata necessaria i piccoli passi verso le terze parti di cui sopra potrebbero trasformarsi in una corsa, generando un effetto volano, dove più console vendute generano più interesse dalle terze parti, che genera più console vendute e così via.