Continua il caso Geohot: Processo rimandato
Sta assomigliando sempre più a un legal show, il caso che vede impegnato George "Geohot" Hotz (in foto) a difendersi dagli attachi dei legali Sony. Come se non bastasse l’intera partita si svolge al cospetto del pittoresco (e sempre molto teatrale) sistema giuridico statunitense. Un curioso battibecco che sembra strappato da qualche serie televisiva.
Il giudice della Corte Distrettuale, Susan Illston, ha espresso delle riserve in merito al fatto che il processo si stia svolgendo in California, dato che l’intero presunto meccanismo di attacco alle difese della PS3 si è sviluppato nel New Jersey. Di quì la volontà di sospendere il procedimento e di rimandarlo a data da destinarsi.
I legali dell’azienda giapponese hanno ribattuto che l’hack è stato diffuso tramite i web hosting services californiani Twitter e Youtube. Inoltre, Hotz e soci avrebbero ricevuto delle donazioni da parte dei fans mediante il sistema Paypal, con sede in California.
La risposta del giudice: Se possedere un account Paypal fosse sufficiente, questo significherebbe, per questa corte, giurisdizione praticamente su tutti, cosa che non è affatto vera. Significherebbe che l’intero universo è soggetto alle mie decisioni, un concetto davvero troppo gravoso per me da accettare.
Ennesimo colpo basso per Sony che spera, in virtù della violazione del DMCA (Digital Millenium Copyright Act), di ottenere misure restrittive nei confronti di Hotz e dei suoi seguaci, la rimozione di tutto il materiale hack dal web e il sequestro di tutte le tecnologie e i sistemi annessi.
Credo fermamente nei diritti digitali, afferma Hotz sicuramente soddisfatto dall’andamento del caso. Mi sarei aspettato maggior competenza in materia di disposizioni di legge, da parte di una compagnia che parla di proprietà intellettuale. Sono sorpeso dall’attuale linea di azione di Sony.