Yooka-Laylee – Provato su PlayStation 4

La nostalgia degli anni ’90 si fa sempre più forte, sconfinando anche nei primi duemila. Che sia per il vestiario, i revival in TV, il ritorno di opere del periodo, per chi è diventato grande in quel periodo non potrebbe esserci momento migliore in cui spendere soldi. Il luogo in cui lo statuto “vogliamo rifare questo come si faceva un tempo” è sicuramente Kickstarter, ambiente che ha dato modo che la domanda e l’offerta si incontrassero, senza i calcoli e le imposizioni di un’azienda terza nel ruolo di publisher.

E così alcuni ex dipendenti di Rare dell’era Nintendo 64 se ne sono usciti con un “Ehi, facciamo un Banjo & Kazooie come si faceva una volta!

Yooka-Laylee

Partito come il progetto più veloce a raggiungere un milione di dollari e arrivato al traguardo di progetto videoludico più finanziato in UK, Yooka-Lalyee non condivide esclusivamente il gioco di parole musicale nel titolo con Banjo & Kazooie. Si tratta di un videogioco basato sulle medesime meccaniche e sviluppato con lo spirito con cui Rare potrà a compimento uno del platform 3D occidentali più rilevanti di sempre.

La meccanica alla base di tutto è ovviamente il “collecttahon” che consiste nell’esplorazione delle mappe al fine di raccogliere degli elementi collezionabili, che potranno essere spesi in varie maniere. Per essere più concreti, Yooka camaleonte timido protagonista dell’azione, e Laylee, pipistrello pazzerello che vive in simbiosi col suo amico verde, inizieranno la loro avventura senza la possibilità di compiere particolari mosse. Solo proseguendo nella storia e collezionando le piume potrete scambiarle da Trowzer, un serpente con i pantaloni e perennemente al telefono, per accedere ad un roster più ampio di abilità che vi saranno necessarie per proseguire nei livelli.

All’interno di ogni mondo potrete trovare cinque fantasmi che oltre ad essere nascosti vi sottoporranno a delle prove di abilità, degli atomi detti Mollycools che serviranno per le strambe trasformazioni, ma anche i Play Token che vi serviranno per accedere ai giochi arcade del T-rex Rextro Sixtyfourus. Al di sopra di tutti questi oggetti ci sono ovviamente le pagine d’oro, indispensabili per poter proseguire verso il mondo successivo, oppure per espandere l’attuale. Tutto il sistema di gioco vive quindi in un equilibrio precario in cui ogni azione ne rende possibile un’altra, ma alcune volte ci si potrebbe ritrovare ad incaponirsi in una sezione alla quale non possiamo ancora accedere. Ad esempio, girando per i mondi prima di scoprire la possibilità dell’espansione vi porterà a diversi punti in cui vi fermerete per chiedervi come mai quel pezzo di mondo è rimasto abbandonato.

Una volta di fronte alla figura completa tutto prende senso, ma il gioco tende sempre a lasciare il giocatore libero di esplorare, talmente tanto che in alcuni punti si fatica a comprendere l’obiettivo di quella sezione. Una libertà che fa sì che di fronte ad una difficolta si possa tranquillamente sollevare i tacchi e passare ad altro, ma che per certi versi confonde lasciando il giocatore privo di focus su cosa debba portare a casa con priorità.

Yooka-Laylee

Nelle due ore scarse che abbiamo passato in compagnia del gioco firmato Play Tonic abbiamo avuto modo di vedere le fasi iniziali, e di come Capitol B (no, non è un velato riferimento a Berlusconi, semplicemente si tratta di un’ape antropomorfa) assieme al Dr. Quack stiano assorbendo tutta la letteratura del mondo per farne puro guadagno. Da questo presupposto i due protagonisti saranno chiamati in causa per fermare il processo e recuperare tutte le pagine del Grande Tomo sparse nei vari mondi.

Sempre restando aderenti agli ideali presenti nei giochi di Rare, anche Yooka-Laylee presenta personaggi fuori dal comune per quanto riguarda caratterizzazione fisica e comportamentale; la rottura della quarta parete sarà all’ordine del giorno e le battute con giochi di parole non mancheranno mai, tanto da farci preoccupare sulla possibilità di una traduzione italiana che non riesca a carpire appieno lo humor con cui sono costruite le frasi. Sempre rifacendosi al passato non è stato inserito un doppiaggio, ma la voce dei personaggi è lasciata ad una compilation di suoni gutturali: una scelta stilistica particolarmente forte, che nei primi momenti può risultare simpatica, ma alla lunga vi costringerà a guardarvi attorno per l’imbarazzo.

Ad ogni modo, controller alla mano, la sensazione è quella delle migliori: il personaggio si controlla alla perfezione e concatenare le varie mosse è un piacere: il tutto si muove con una fluidità formidabile. Difficile aspettarsi di meglio partendo dal presupposto che la base è quella del motore grafico Unity, sicuramente duttile e versatile in fase di sviluppo, ma mai conclamato appieno nella costruzione di platform complessi. Nonostante tutta la costruzione dei mondi sia estremamente dettagliata e priva di aliasing, restituendo immagini particolarmente solide, in alcuni casi non è così naturale intuire la tridimensionalità degli oggetti: ad esempio le sopracitate piume o le più importati farfalle, utili a ristabilire la salute se mangiate o la stamina se toccate, finirete inesorabilmente per mancarle di millimetri, mentre magari siete all’interno di una gara e quel pizzico di stamina in meno vi costringerà a ricominciare da capo.

Yooka-Laylee


Da qui al 11 aprile non intercorre poi molto tempo. Dopo l’inizio nel 2012 e il Kickstarter 2015 uno dei progetti più di successo sta finalmente arrivando sulle console degli appassionati. Che voi siate dei nostalgici dell’era Rare su Nintendo 64 o semplicemente interessati ai platform 3D, meglio tenere Yooka-Laylee sott’occhio.

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